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Attenzione, laureata in Filologia, inizia la sua avventura nell'Elettronica Open Source nel luglio del 2007 quando Emanuele decide di cambiare la piattaforma (da WordPress a Drupal) e quando il sito era ancora offline con solo 3 utenti! Piano piano, con tanta voglia di crescere, di imparare e scoprire siamo arrivati qui e sono arrivata qui - da traduttrice e Web Master Assistent a Web Project Manager & Social Media Optimization (SMO) (che per me non è poco vista la mia laurea).
It is quite difficult to speak about me... I am not strange, I am just not normal.
Io si che li conoscevo, sicuramente, i robot mi affascinano da piccolo, e mi sono dilettato anche a costruirli. Ho partecipato anche all’evento di Futuro Remoto 2009 dove ne ho viste di cotte e di crude. I robot più belli sono quelli che disarmano le bombe o quelli che esplorano lo spazio per poi portarci informazioni. I robot sono più che semplici macchine, sono coloro che ci aiutano nella vita di ogni giorno, che fanno lavori pericolosi dove l’omo potrebbe morire, come l’inserimento di barre di uranio in un reattore nucleare, o dove si deve disinnescare una bomba, se la bomba esplode il robot si rompe, ma si potrebbe riparare, se la disinnesca l’uomo, la bomba toglie una vita.
Comunque l’ideale sarebbe di non avere bisogno i robot per piazzare barre di uranio in una centrale nucleare , l’assoluzione per evitare questa situazione e di non costruire centrali nucleari .
diciamo che questa mi mancava, non male questa scheda grafico informativa!
Alla fine dei conti spero vivamente che non si arrivi a infrangere le 3 leggi della robotica di Asimov:
Prima:
Un robot non può recare danno agli esseri Umani, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri Umani ricevano danno.
Seconda:
Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri Umani, a meno che ciò non contrasti con la Prima Legge.
Terza:
Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che ciò non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
(fonte tradotta da wikipedia)
Quello che portavo era sicuramente un brutto esempio, ma al momento non me ne venivano altri, una cosa certa è che sono più sicuri i robot per inserire barre di uranio, che persone umane che, oltre al rischio di essere esposti alle radiazioni, possono fare anche il lavoro male, facendo distruggere il reattore e facilitare disastri come quelli che sappiamo tutti.
Io mi auguro che con la progressione nel tempo,per quanto riguarda l’avanzamento della tecnologia robotica e dei robot stessi non si superino i limiti,mi spiego meglio è vero @Francesco12-22 che i robot “belli” sono quelli che aiutano l’uomo nella propria vita quotidiana a volte sostituendolo addirittura,in grado cosi di risparmiare tempo i limiti che io intendo sono quelli che per cui un robot può far male o uccidere addirittura un uomo(Vedi le 3 leggi di Isaac Asimov):i cosidetti robot da guerra,che se non sono ancora in giro,molti laboratori li staranno sicuramente progettando..
Asimo non lo consocevo proprio! Non sapevo erano arrivati a tecnologie così avanzate!
Non credo comunque che nel futuro saranno loro a commettere delitti -.-
Questa figura dice un sacco di cose interessante che nemmeno conoscevo…per esempio del parco coreano e del numero di robot presenti nel mondo..
Comunque bisogna sempre fare distinzione tra robot dotato di un minimo di intelligenza o dotato di un semplice chip progettato per fare quello che il codice del chip gli impone =)
Attualmente vengono effettuati anche interventi chirurgici molto delicati con dei robot, se applichiamo lo stesso concetto a questo ambito è come dire che bisogna evitare di ammalarsi per non farsi curare. E comunque non necessariamente quello di robot che vanno a intervenire sull’uranio deve essere uno scenario brutto! Dei bracci meccanici intervengono anche nei casi di ordinaria manutenzione, come per deporre delle barre di combustibile nuovo o estrarre quello esausto… Abbiamo delle tecnologia molto avanzate, è giusto che le usiamo al meglio! Qualche anno fa stavo in una residenza universitaria, e nel seminterrato c’era un laboratorio (questo è il sito internet
http://www.tecnologiesolidali.org/lsu/index.html )
Qui venivano studiate delle soluzioni per creare dei robot che riuscissero a rilevare delle mine posizionate sottoterra utilizzando vari metodi. Ho assistito a moltissimi esperimenti, e devo dire che è impressionante quello che si riesce a fare! Sul sito che ho linkato ci sono nel menu a destra le spiegazioni dei sistemi principali che hanno studiato. Uno di questi era di far vibrare il terreno con un subwoofer e fare delle misure. Questi esperimenti li facevano tutti i giorni che potevo dormire fino a tardi XD Poi cera un altro metodo che riguardava il riscaldamento del terreno con delle lampade a infrarossi da 800 watt. La macchina poi ripeteva il percorso con un pirometro acceso a misurare la temperatura, e nei punti in cui erano stati seppelliti degli oggetti si vedeva proprio la differenza di temperatura rispetto al resto, causata dalla diffusività termica degli oggetti diversa da quella del terreno. era una figata!
Sono esistiti in passato altri robot abbastanza famosi, uno di questi fu progettato da Leonardo da Vinci. Il suo era un robot umanoide con una struttura portante in legno costruito per indossare una corazza di metallo e animare delle feste dell’epoca. Leonardo progettò questo robot nel 1495, ma tutti i dati in nostro possesso sono frammentari, non c’è un progetto completo di tutte le descrizioni, così è stato molto difficile riuscire a ricostruire come dovesse essere in realtà l’automa. Comunque era un manichino capace di muoversi da solo (senza esagerare, mi pare ovvio che non camminava), di emettere suoni e pare secondo alcune ipotesi che contenesse qualche sorta di temporizzatore.
Ancora più vecchi sono dei robot che vennero realizzati nell’antica grecia per fare apparizioni a teatro. Non ricordo quale autore ne parla, ma mi pare che vennero realizzati per davvero.
È storia delle ultime settimane invece il primo robot che è andato a lavorare sulla stazione spaziale internazionale: robonaut
http://www.nasa.gov/mission_pages/station/main/robonaut.html
Già che dietro c’è il nome della nasa dovrebbe permetterci di farci un’idea, ma per dare un pò di numeri posso dire che all’interno monta 38 processori PowerPC (alla faccia della apple) e 350 sensori di vario genere, tra cui anche dei sensori di pressione sulla punta delle dita. Le braccia reggono fino a una ventina di kg, ma siccome nello spazio non c’è forza di gravità, basta e avanza! in compenso le braccia riescono a muoversi fino a 2 metri al secondo.
Riguardo le 3 leggi della robotica di Isaac Asimov, beh, son una bella storiella da raccontare, ma non credo che ci sarà mai (almeno per un secolo buono) la possibilità che un robot cerchi di uccidere un uomo… Asimov aveva decisamente parecchia fantasia! Ho letto diversi suoi libri, ma in totale ne ha scritti qualche centinaio! Praticamente uno al mese per tutta la sua vita lavorativa Il punto è che lui non era solo uno scrittore, era anche uno scienziato! In particolare era un biochimico, ma si è occupato della divulgazione di materiale proveniente da tutti i settori della scienza. Uno dei libri più belli che ho letto è stato “Il libro di fisica”. circa 200 pagine riguardanti stelle, pianeti, il sistema solare ecc., poi 300 pagine nelle quali parlava di fisica nucleare, particelle particolari, onde, reattori nucleari, motori a reazione… semplicemente fantastico! Non è un caso che Il robot della honda si chiama Asimo. Siccome dunque asimov gode di profonda stima del pubblico, avallata anche da alcune previsioni scientifiche azzeccate, Gli scrittori moderni hanno ripreso le 3 leggi della robotica, e in alcuni ambiti si parla come se queste leggi fossero davvero indispensabili in un prossimo futuro. Bene, peccato però per l’impossibilità con le tecniche del giorno d’oggi di creare un automa dandogli un’autocoscienza, e l’intelligenza tale da eseguire azioni di propria volontà
In definitiva è interessante vedere tutte le evoluzioni che ci sono state, ma a me pare che si sia arrivati quasi a una stasi del progresso, infatti si vedono sempre più arti singoli che svolgono funzioni particolari, che robot interi che camminano. Dopo asimo c’è stato poco movimento in giro per il mondo
Qui ci manca la quarta legge della robotica detto anche legge zero ,
” Un robot non può recare danno all’umanità, né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, l’umanità riceva danno ” .
Questa serve per evitare che d’un robot infranga la prima legge e che reca un danno ad un essere umano a fronte di un ipotetico e incerto bene così violando la prima legge della robotica .
L’idea di dover fare del male a pochi umani per il benessere dell’umanità in realtà è un problema che esiste anche nella nostra società .
Nel caso della medicina è molto frequente questa situazione paradossale ,
La medicina necessita delle cavie umane , chiaramente questi studi beneficeranno a tutti gli altri ammalati , ma quelle povere cavie ne soffriranno il martirio per dare sollievo a tutta l’unetta .
giusto e ingiusto è la realtà dei fatti ,
chiaramentecome nessuna persona al mondo vuole diventare cavia di solito si fa contro la sua volontà è brutto da dire ma è la triste verità , io questa situazione vissuta in prima persona e vi posso dire preferisco che tutti soffrono come me che soffrire io .
Queste ultime parole di sembrare egoista , ma prima di giudicarmi vivette che cosa ho vissuto io e dopo ne parliamo .
L’ARTS Lab (Advanced Robotics Technology & Sistem), è stata fondata nel 1989 con l’obiettivo di sviluppare ricerche nel campo della robotica avanzata, è il primo laboratorio di ricerca che è stato creato nel Dipartimento di Scienze Sperimentali della Scuola Superiore Sant’Anna e svolge attività di ricerca in robotica e bioingegneria e innovazione tecnologica, in particolare in campo biomedico.
Bioingegneria e robotica sono discipline caratterizzate da un elevato grado di interdisciplinarità per questo il laboratorio ha al suo interno persone provenienti da diversi ambiti sia di carattere scientifico e umanistico, al fine di studiare i problemi teorici e pratici connessi con lo sviluppo di tali sistemi..
Nel corso della sua storia di 20 anni, l’ARTS Lab ha costruito e consolidato un vasto patrimonio di conoscenze e competenze nei settori di biomeccatronica, percezione artificiale, i dispositivi sensoriali, il controllo automatico, autonomo programmazione comportamento del robot, l’analisi dei segnali biomedici, la telematica, le neuroscienze e tecno-etica.
cosa hanno fatto e cosa fanno…
-mani artificiali
-protesi di mano
-sensori tattili
-neurorobotics e bionica
-interfacce neurali
-interfacce naturali
-elaborazione delle informazioni sensoriali
-robotica per la neuroriabilitazione
-assistenza robotica
-gerontechnologies
-robotica umanoide
-Ingegneria dello sviluppo neurologico
-robotica di servizio
-robotica biomimetica
-roboetica
-ambient assisted living
vi posto il link –> http://www-arts.sssup.it/
« Da grande voglio diventare una betoniera! »
Il mio robot preferito rimane comunque Bender Bending Rodriguez, ahaha.
Sapevo molti di questi fatti, anche se rimango molto affascinato dalle BCI (brain Computer Interface) con le quali per esempio si riesce a comandare il robot della Toyota con il pensiero 😀
http://www.youtube.com/watch?v=q-fE9QBy0FI
Nel 1924 il medico Hans Berger scoprì l’esistenza delle onde cerebrali, ovvero onde elettromagnetiche che si formano nel nostro cervello per permettere ai neuroni di comunicare l’un l’altro.
Queste onde sono alla base degli elettroencefalogrammi (EEG) ed il principale metodo di diagnosi dell’epilessia e di altre forme di malattie neurologiche.
Nel 1975 si fece il primo tentativo pionieristico, da parte del neurofisiologo e ingegnere Lawrence Pinneo, di utilizzare queste onde cerebrali non solo per diagnosi, ma anche per comunicare con un computer.
I primi tentativi furono fallimentari tanto che la ricerca continuò in modo sporadico fino a quando nel 1990 si raggiunse il primo successo quando Jonathan Wolpaw insieme alla sua equipe riuscirono ad utilizzare le onde cerebrali per muovere il cursore “su”, “giù”, “destra”, “sinistra” del computer.
Le Brain computer interface sono quindi interfacce uomo-macchina che registrando l’attività elettrica del cervello (EEG),tramite elettrodi non invasivi (la classica cuffia che si vede spesso) o invasivi (dopo un operazione chirurgica), permettendo di agire sul mondo circostante con la sola forza del pensiero.
Ad un convegno ,a cui avevo partecipato, di filosofia del diritto , ma c’erano anche neuroscienziati, si faceva notare come in America è possibile fare operazioni invasive e che in Europa a livello etico/giuridico siamo ancora molto indietro.
Dopo un training preparatorio, il cervello può ottenere il movimento di un cursore come negli studi iniziali di Wolpaw o di una carrozzella come nel 2009 da parte del Politecnico di Milano o del gruppo giapponese Toyota. Ancora più sorprendenti sono i tentativi da parte del gruppo Honda di muovere il famoso robot Asimo (Brain Machine Interface BMI).
In Inghilterra il professor Eduardo Miranda sta invece lavorando allo sviluppo di progetti legati alla Bcmi (Brain Computer Music Interface, termine da lui coniato), ovvero una sezione della BCI applicata alla musica.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2079776
Quello che permette il movimento degli oggetti non è una lettura del pensiero, ma una correlazione di azione-reazione dei pattern elettrici legati a una determinato pensiero.
Quando pensiamo, per esempio, di afferrare un oggetto o di stringerlo il cervello emette sempre lo stesso tipo di onde (P300). Catalogando la forma di queste ed inserendole in un computer, ogni volta che si presenterà lo stesso input, il computer, e quindi il dispositivo esterno, risponderà con lo stesso output.
Non c’è nessun nesso fra il pensiero in sé e l’azione, quando leggiamo titoli come “Leggere il pensiero con scanner cerebrali” (La Stampa, 12 marzo 2010) sono solo forzature per attrarre lettori.
Tentativi del genere sono finalizzati a conferire una certa autonomia a persone paralizzate più o meno estesamente, ma nel pieno possesso delle facoltà mentali.
Interessante come la fusione fra le BCI e la domotica permetta a queste persone di aprire le tapparelle di casa, rispondere al citofono, spegnere la tv e tutto con il pensiero.
Caspita, la possibilità di muovere tutto un robot, o anche solo una carrozzella con le onde cerebrali non l’avevo mai sentita dire! Sono al corrente di molti progetti che mirano a rendere accessibili anche a chi soffre di handicap gravi strumenti che in genere sono riservati a persone con piena mobilità… Sarebbe proprio una cosa pazzesca per una persona che è paralizzata poter controllare un robot intero… Mannaggia a me che mi ero fermato alla freccina sullo schermo!
Un altro metodo di input che ho visto tempo fa per la scrittura era questo: (non so come si fa a impartire un ordine pensandolo) al posto di comandare la freccina a muoversi sui tasti, le lettere erano posizionate in una tabella rettangolare. chi deve dare l’input deve solo guardare la lettera che gli interessa. nel frattempo Le colonne si illuminano, e nell’istante in cui si illumina la colonna della lettera osservata, il calcolatore ricava una correlazione temporale tra i segnali cerebrali e l’accensione della colonna. Lo stesso procedimento di effettua per la riga di interesse. a questo punto è facile capire quale è la lettera che l’utente stesse guardando. Mi piacerebbe sviluppare qualche progettino di questo tipo, c’è chi l’ha fatto, ma i segnali che si riescono a prelevare sono dell’ordine dei microvolt, e la strumentazione necessaria è abbastanza costosa
>> Ad un convegno ,a cui avevo partecipato, di filosofia del diritto , ma c’erano anche neuroscienziati, si faceva notare come in America è possibile fare operazioni invasive e che in Europa a livello etico/giuridico siamo ancora molto indietro.
da cosa ho vissuto io l’etica in Europa non è tanto un problema soprattutto in Italia ,
per fortuna che ci sono queste cose che limitano queste pratiche ,
Non mi sto a ripetere cose che ho già detto sulla mia infanzia e che ho subito cose non dico cosa sono al nome della ricerca in fin dei conti io ne ho tratti nessun beneficio a parte due anni di psicoterapia di lascio leggere cosa ho già scritto ,
http://it.emcelettronica.com/20-fatti-sui-robots-che-probabilmente-non-conoscete#comment-12314
http://it.emcelettronica.com/terapia-con-i-protoni-efficace-ma-ancora-troppo-costosa#comment-11878
Prossima volta pensa di essere la cavia che subisce questa cosa , dopo nel riparliamo .
a volte più allettante una pubblicazione , che la salute dei suoi propri pazienti .
@Giovanni Se hai voglia leggiti anche qualcosa sulla possibilità di scaricare dati dal cervello, mind-uploading e downloading.. siamo molto lontani da Matrix o Ghost in the Shell, ma il potenziale di riuscirci esiste.
Nel numero di Aprile delle Scienze per esempio c’è un interessantissimo articolo sulla mente oltre il corpo di Miguel A.L. Nicolelis (http://www.nicolelislab.net/)ed in allegato se t’andasse anche un bel libro di neuro-estetica di Semir Zeki.
Nicolelis ha per esempio insegnato ad una scimmia a muovere un robot che era a km di distanza ed i dati erano trasmessi via internet 😀
Le scienze cognitive sono un settore molto interessante perché interdisciplinare (matematica, fisica, elettronica, linguistica, filosofia) proprio come a suo tempo lo erano le prime conferenze della Macy (1946-1953) da cui nacque appunto la Cibernetica ed in parte molti termini impiegati in elettronica.
è davvero interessante, sono davvero curioso di sapere come ci si sente a controllare un oggetto meccanico con la mente… però per quanto riguarda il trasferimento di informazioni molto complesse come ad esempio delle immagini la vedo assai dura… Come bisogna leggerle? pal? ntsc? aspetta che mi infilo un rca nell’occhio 😀
Il problema sta proprio nella codifica dei segnali neurali, immagini stile Johnny Mnemonic..ahaha
Non si comprende come mai, essendo il Giappone leader nella costruzione di androidi non abbia previsto questo evento, anche solo per l’aumento della radioattività all’interno delle strutture e per quanto io sappia si è dovuta rivolgere agli americani. Questione di costi? Probabilmente si, ma la vita umana non ha prezzo.
chi lo sa, sanno loro a livello politico ed economico quello che combinano. Poi non vedo come si poteva prevedere l’accaduto.
guardati questo video, secondo me, li stanno utilizzando, i pochi aerei che dicono di utilizzare sono solo di copertura e controllo.
http://www.youtube.com/watch?v=nMh8Cjnzen8&feature=player_embedded#at=22