3 Domande a Matteo Bambini – Marketing Manager @National Instruments

Continuiamo le interviste con 3 domande al direttore Marketing della National Instruments. Questa settimana abbiamo con noi Matteo Bambini - Marketing Manager @National Instruments.

Emanuele: La crisi del 2009 sembra non finire mai. I segnali di ripresa ci sono, ma sono altalenanti. Quale è il punto di vista di National Instruments sulla ripresa economica e, particolarmente nell'industrial, quale sono le strategie adottate a supporto degli studi di ricerca e sviluppo in un periodo di ristrettezza economica?

Matteo: Gli indicatori di riferimento per National Instruments, condivisi anche con la nostra comunità di investitori, indicano che una ripresa c'è, più evidente in certi mercati (energie rinnovabili, biomedicale, etc.) rispetto ad altri, ma ci sono ancora alcuni elementi che spingono alla cautela, primo fra tutti le tensioni su cambi e finanza a livello internazionale, ma anche i livelli di disoccupazione ancora preoccupanti in molte parti del mondo. La crisi ha colpito in modo trasversale, pochi settori ne sono stati immuni, e nel mondo industriale gli strascichi hanno continuato a sentirsi anche nel 2010, soprattutto in Italia.

Anche National Instruments ha risentito della crisi, ma è riuscita a mettere a frutto l'esperienza già vissuta nel 2001, con la bolla di internet, e ha saputo continuare ad investire in Ricerca e Sviluppo e in generale nelle risorse umane nonostante le ristrettezze di budget. Grazie a questo i primi cenni di ripresa sono stati "agganciati" immediatamente, dato che il "motore" era stato tenuto caldo, a regime ridotto ma pronto a ripartire, ed il lancio di oltre 250 nuovi prodotti dall'inizio dell'anno è la migliore testimonianza della bontà della strategia adottata. Nell'anno di difficoltà, inoltre, NI ha voluto anche sostenere l'innovazione delle PMI italiane che investono in ricerca tecnologica, con una serie di donazioni nell'ambito medicale, delle energie "verdi" e degli OEM, con un occhio di riguardo, soprattutto di recente, agli incubatori tecnologici legati al mondo accademico.

Emanuele: NI viene solitamente associata a LabVIEW, il vostro prodotto di punta. Quali sono le ultime novità su Labview e poi.... National Instruments è solo LabVIEW?

Matteo: NI non è ovviamente solo LabVIEW, anche se spesso si parla della "LabVIEW Company". Un motivo di fondo però c'è: per NI, l'unicità della piattaforma di progettazione grafica di sistemi si basa proprio su LabVIEW, che per noi è il denominatore comune di tutta la nostra proposta al mercato. La sua tecnologia unica e ineguagliata è un differenziatore fondamentale, e ha aperto il mondo della misura, del collaudo, del controllo, della progettazione embedded a migliaia esperti di settore ma non necessariamente programmatori o softwaristi. Le ultime novità sono troppe per essere raccontate in poche righe, diciamo che si è puntato sul "tempo", inteso come ottimizzazione del tempo di esecuzione (legato al compilatore dell'ambiente di sviluppo) e come riduzione del tempo di sviluppo, grazie a librerie di terze parti, integrazione di strumenti di Xilinx per la gestione di FPGA e maggior coinvolgimento della comunità degli utenti LabVIEW nel mondo. Per chi fosse più curioso dei dettagli, maggiori informazioni si possono trovare qui.

Emanuele: Le potenzialità di LabVIEW sono ormai famose, programmazione visiva grafica ad oggetti, ampia disponibilità di schede di interfaccia, rapidità di sviluppo etc. Ma questo comporta degli investimenti di una certa importanza. Appurato che per alcune applicazioni Labview è la soluzione ideale, come ad esempio il collaudo industriale, quale sono le soluzioni offerte ai progettisti elettronici in termini di costi/benefici riferite ad esempio alla progettazione di prodotti consumer? E nell'ambito studentesco, per chi vuole avvicinarsi a Labview, quali offerte ci sono?

Matteo: Per il mondo della progettazione elettronica, ed in particolare di sistemi embedded, LabVIEW da molti anni si è sviluppato sulla direttrice Real-Time, per la programmazione di sistemi deterministici PC-based ma non Windows, FPGA, con il relativo modulo che permette di compilare codice grafico in linguaggio VHDL (e beneficiare della partnership tecnologica tra NI e Xilinx) ed Embedded, con il modulo per la programmazione di microcontrollori ARM o Blackfin. Tutta questa suite di opzioni software ovviamente si accompagna ad una serie di piattaforme "da produzione", per poter parlare anche di costi su volumi più elevati.

Per il mondo studentesco, invece, molti studenti già dispongono, nei più importanti atenei universitari ed in alcuni istituti tecnici, di licenze "campus" a cui possono accedere gratuitamente durante il corso di studi. Per chi però volesse metterci le mani anche in proprio, a casa, esiste la versione "LabVIEW Student Edition", rivenduta in Italia da Futura Elettronica, che a meno di 40€ mette a disposizione tutte le funzioni complete di LabVIEW. Inoltre in Italia esiste da oltre 15 anni un programma di adozione di LabVIEW presso scuole e università, grazie al quale le opportunità per seguire un corso su LabVIEW o che usi LabVIEW per insegnare una materia scolastica sono numerosissime, anche presso le otto LabVIEW Academy sparse sul territorio italiano.

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