Collegamenti wireless tra dispositivi medici: ampio spettro radio, poca interoperabilità

Connettere i diversi dispositivi medici via wireless rappresenta il futuro del sistema sanitario: è più veloce, accurato e soprattutto evita la dispersione di dati. Ma non è tutto oro quel che luccica, perché ci sono wireless e wireless. Generalmente, in ogni parte del mondo, le trasmissioni wireless sono regolate in qualche modo, ma cose come i protocolli di comunicazione o i metodi di networking sono al di fuori della portata della normativa, così che l’utente ha molta libertà riguardo la modalità con cui trasmettere i dati dal dispositivo all’altro capo della connessione. Ed è proprio questa libertà che da origine ad una carenza di interoperabilità.

Regolamentazione vaga sui collegamenti wireless

Negli Stati Uniti, la regolamentazione delle licenze di banda prevede, per usi industriali, scientifici e medici (ISM) frequenze radio superiori ai 9 KHz, ma le bande comunemente usate includono le frequenze 902-928 MHz, 2400-2450 MHz e 5725-5800 MHz. Le regole ISM permettono a dispositivi medici con frequenze radio (RF) livelli di potenza di diverse centinaia di watt; un’applicazione tipica è l’apparecchiatura per diatermia, che utilizza significativi livelli di potenza delle RF per riscaldare, ma non per distruggere, i tessuti. Esistono comunque specifici segmenti a banda ristretta che sono stati ritagliati appositamente per le applicazioni mediche, come il WMTS (Servizio Telemetrico Medico Wireless) e il MedRadio.

Queste bande includono 401-405 MHz, 608-614 MHz, 1395-1400 MHz e 1427-1429.5 MHz. Un altro campo in cui i dispositivi sanitari cominciano ad apparire sono le bande della telefonia mobile; l’accesso allo spettro è gestito completamente dalle compagnie, quindi tutto ciò di cui ha bisogno uno sviluppatore è progettare nel ricetrasmettitore cellulare. Ma utilizzare lo spettro significa poi pagare una tassa mensile più un eventuale traffico dati.

Collegamenti wireless tra dispositivi medici ed interoperabilità

Costruire un sistema sanitario basato su collegamenti wireless tra i vari dispositivi non è solo una questione relativa alla selezione della frequenza; è più che altro un discorso relativo a cosa deve fare il prodotto, alla sua robustezza e a quali sono i suoi requisiti di affidabilità. L’interoperabilità è importante specialmente quando il dispositivo di una casa produttrice deve comunicare con quello di un’altra azienda.

Ma è anche preziosa all’interno della stessa azienda, perché scegliere uno standard di comunicazioni, in una banda di frequenza standard, e usare ricetrasmettitori wireless standard può voler dire minori problemi per quel che concerne la fase di sviluppo, di test e di acquisizione della certificazione sul prodotto. La maggior parte delle tecnologie wireless a corto raggio, come Bluetooth, WI-Fi e ZigBee, ha sviluppato degli approcci particolari per adeguare il proprio utilizzo ai diversi dispositivi medici. Alcuni (ZigBee, Bluetooth e SIG) hanno stabilito specifici profili d’uso per il loro stack di protocollo. Quindi, il Bluetooth Health Device Profiel (HDP) e lo ZigBee Health Care (ZHC) sono entrambi progettati per offrire un toolset di comunicazioni dirette per lo sviluppatore del prodotto, permettendogli di focalizzarsi solo sul progetto specifico piuttosto che sui problemi relativi ai collegamenti e alle comunicazioni.

Una certificazione da questi gruppi, per prodotti che utilizzano questi profili, incoraggia un’ampia interoperabilità che può aiutare lo sviluppatore a ridurre le problematiche relative alla progettazione e aumentare quindi l’utilità dei dati.

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2 Commenti

  1. Avatar photo Bazinga 26 Maggio 2011
  2. Avatar photo Emanuele 26 Maggio 2011

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