‘Continuate a fa volare lo Shuttle!’. La richiesta di John Glenn

John Glenn, ottantanovenne ex senatore del governo degli USA che portò lo Shuttle in orbita nel 1998, a 77 anni, ha partecipato un paio di giorni fa al dibattito sul futuro degli USA nello spazio ed è diventato l’ultimo ex astronauta a parlarne. Ha esposto un mini rapporto di 9 pagine nel quale contesta la decisione di ritirare lo Shuttle e affidarsi alla Russia per portare gli astronauti sulla stazione spaziale internazionale. Come ha detto all’Associated Press: “Abbiamo un veicolo che funziona bene, perché buttarlo via?”.
Glenn si è dichiarato contrario al pagamento di 55.8 milioni di dollari, per persona, alla Russia per portare astronauti statunitensi avanti e indietro dalla stazione spaziale. Glenn è inoltre convinto che l’opinione pubblica non sia affatto a conoscenza di quanto stia accadendo sul fronte dello spazio. Ha aggiunto che almeno due voli dello Shuttle all’anno potrebbero essere tenuti per far funzionare la stazione e mantenere il personale al lavoro, almeno fino a quando non esca qualcosa di nuovo. L’ex astronauta si è chiesto cosa accadrebbe se ci fosse un incidente e i razzi Soyuz venissero buttati giù. La sua previsione è quella della chiusura della stazione spaziale, un investimento da 100 miliardi di dollari. Sulla tabella di marcia ufficiale restano solo altre due missioni dello Shuttle; la seconda sarà quasi sicuramente effettuata all’inizio del prossimo anno. La NASA spera che la Casa Bianca aggiunga un volo extra la prossima estate prima della fine del programma trentennale dello Shuttle. Compagnie private, nel frattempo, interessate a portare astronauti avanti ed indietro dalla stazione spaziale, devono dare prova della loro capacità e affidabilità. Riguardo questo, Glenn ha notato: “Non mi fido molto di tutta questa fretta verso la commercializzazione”.

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