La Danimarca e l’energia verde: Samso, un’isola 100% rinnovabile 1

A Samso, piccola isola dell'arcipelago danese, il freddo e tagliente vento che soffia dal Mare del Nord non solo piega l'erba, frusta le bandiere e rende gelido l'inverno, ma è una risorsa fondamentale per alimentare le turbine eoliche installate sull'isola. E questa è una buona notizia per gli abitanti di Samso, circa 4000, visto che possiedono azioni proprie in 20 delle 21 turbine che danno l'energia all'isola e che sono sorte sia sul terreno sia nelle acque al largo dello stretto di Kattegat che collega il Mare Baltico al Mare del Nord.

Solo brutture urbanistiche ed architettoniche?

Soren Hermanses è uno dei “predicatori” e promotori principali dell'esperimento dell'installazione delle turbine eoliche sull'isola ed anche direttore del Samso Energy Academy. Hermansen non è d'accordo con quanti vedono nelle turbine eoliche solamente una bruttura urbanistica e con quanti si lamentano del rumore delle loro lame rotanti in movimento. “Se si possiede una quota in una turbina a vento tutto sembra migliore, suona meglio”.

Le turbine sul terreno di Samso hanno un'altezza di circa 50m con un'apertura delle pale di circa 27 metri e si estendono da un capo all'alto dell'isola. Quelle che invece hanno la loro base in mare sono più massiccie: 63 metri di altezza e 40 metri la lunghezza delle lame.

Una sola turbina è progettata e realizzata per essere in grado di generare circa otto milioni di chilowattora di elettricità in un anno ad un costo di 3 milioni di dollari per le turbine poste in mare e di un milione di dollari per quelle poste sul suolo di Samso.

Strutturata sulla base di una cooperazione danese operativa 150 anni fa per reperire i fondi necessari per costruire e gestire gli impianti di macellazione, circa un decimo degli abitanti di Samso possiede almeno una quota in una delle turbine con un prezzo che varia ogni anno in base alla produzione e al prezzo dell'energia elettrica.

Le turbine hanno anche consentito a tutti i 4.000 residenti di produrre più energia da queste fonti rinnovabili di quanta ne consumino in realtà, eliminando in tal modo, a conti fatti, le loro emissioni di biossido di carbonio.

L'energia eolica è reponsabile al 100 per cento del fabbisogno di elettricità di Samso e il 20 per cento del fabbisogno dell'intera Danimarca che è diventata il nuovo centro di produzione di nuova elettricità dopo gli Stati Uniti. Samso, un'isola composta da 22 villaggi che è il doppio delle grandezza di Manhattan, si presenta quindi agli occhi del mondo come un'alternativa per il futuro. Lo steso Hermansen di che “sembra che abbiamo fatto qualcosa di straordinario in questa isola. Ci sono solo persone normali, forse un po 'ingenue, forse un po' egoiste, forse noiose ma che stanno cercando di fare una vita normale.

Lezione di storia: l'inizio del progetto

L'esperimento Samso è iniziato nel 1997, quando un consulente intraprendente, Ole Johnsson da Aarhus, la seconda città più grande della Danimarca ha convinto il sindaco (e solo in sindaco) di proporre Samso per entrare in un concorso nazionale per diventare un'isola a energia rinnovabile. “Pensava che sarebbe andato a Copenaghen con una carriola e tornare con i soldi come un vichingo", dice Hermansen.

E anche se il governo danese ha deciso di investire 90 milioni di dollari per dieci anni questo è venuto insieme ad altri requisiti: l'autosufficienza energetica che impiega tecnologie immediatamente disponibili prodotte in Danimarca più la necessità di fondi locali corrispondenti. "Da allora in poi, si sapeva che era un progetto molto in salita".

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