Dipolo trappolato per 7 – 14 MHz 3/3

La costruzione del condensatore è (finalmente) terminata e possiamo accoppiarlo in parallelo alla bobina. Per quanto riguarda l’altro braccio A del dipolo, è ovvio che bisognerà costruire una seconda trappola con le medesime caratteristiche di quella che abbiamo appena terminato. La nostra trappola si presenterà come su foto 2-3-4, volendo verificare la sua frequenza di risonanza vi sono diversi metodi (con dipmeter, con analizzatore d’antenna utilizzato come generatore di segnali v. foto 6 oppure applicare la formula che abbiamo visto in precedenza e inserire i dati del nostro esempio.

Dipolo_trappolato_formula_7

In possesso delle due trappole, procediamo con la costruzione dell’antenna considerando che tra il carico bilanciato (antenna) e la linea sbilanciata (cavo) è ottimale inserire un balun 1:1 trifilare ottenuto avvolgendo su appropriato nucleo tre spezzoni di filo di uguale lunghezza e opportunamente connessi. Per chi intende costruire il balun faccia riferimento alle varie pubblicazioni tecniche. Io ho utilizzato un balun commerciale (foto 7) in quanto l’interesse principale è stato i l dimensionamento dell’antenna e la caratterizzazione delle trappole. Facendo, sempre, riferimento a un semibraccio inseriamo il filo nel foro del balun, saldiamo un capocorda, lo inseriamo nell’apposita vite e lo fissiamo con il relativo dado, successivamente fermiamo il filo in ingresso e in uscita dal foro con una fascetta (foto 7).

A questo punto prendendo come riferimento il foro misuriamo e tagliamo il tratto A il quale sarà lungo 5,04 m + 3cm utilizzabili per formare un occhiello stagnato da inserire e bloccare su una delle due viti della trappola. In sostanza, un semibraccio A fissato su trappola sarà lungo, tra vite e foro balun, 5,04 m. Applichiamo le operazioni sopra descritte per costruire l’altro semibraccio A. Ora è necessario determinare la lunghezza dei semibracci B in modo da poter ricavare, successivamente, le dimensioni delle estremità C. B = ((142,5 / 7.05)/2)0,839 = 8,47 m C = 8,47 – 5,03 – 0,100 (lunghezza trappola) = 3,34

Lasciare un’eccedenza di filo di circa 40 cm (utile nel caso si renda necessaria una piccola taratura sui 40 m. Nel mio caso non è stato necessario alcun ritocco). Con il solito occhiello o capocorda acciaccato e saldato sul filo, fissiamo un’estremità sulla trappola. Far passare nel foro dell’isolatore il filo in eccedenza, attorcigliarlo su se stesso (parte terminale del tratto C), fissarlo con un piccolo morsetto metallico e un paio di fascette di plastica. Il filo in più attorcigliato non influisce sul funzionamento dell’antenna. Non rimane altro che inserire, nel foro terminale dell’isolatore, un filo di nylon bloccato con un morsetto metallico e di una lunghezza utile per l’ancoraggio dell’antenna. Una nota per gli isolatori: possono essere autocostruiti utilizzando il PVC avanzato dalla costruzione della bobina tagliando due pezzi da 80 – 100mm con appositi fori.

Occorre ricordare di proteggere le trappole dagli agenti atmosferici verniciandole con vernice trasparente ad alto potere dielettrico; ho utilizzato la classica vernice, in bomboletta spray, che si usa normalmente per proteggere i circuiti stampati. A completamento del lavoro tagliare due pezzi, di guaina termorestringente di idoneo diametro e lunghezza, che verranno inseriti dalle estremità fino a racchiudere le trappole e successivamente riscaldati con un getto d’aria calda. Se per la costruzione degli isolatori si utilizza un diametro maggiore rispetto la bobina, l’inserimento della guaina termorestringente va effettuato prima di assemblare gli isolatori stessi. Volendo dare una maggiore robustezza alla trazione, inserire all’interno delle trappole un pezzo filo di nylon e bloccarlo sul filo dell’antenna, con due morsetti .

L’antenna è stata provvisoriamente innalzata a circa 3m da terra (condizione non ideale) e provata con i seguenti risultati: 1) Non è stato necessario eseguire nessuna taratura in quanto alle frequenze di risonanza, sulle quali è stata calcolata, l’analizzatore d’antenna ha evidenziato dip di marcata entità;

2) In funzione di quanto riscontrato da punto 1) l’antenna è stata collegata all’RTX, senza accordatore, per la verifica dell’SWR i cui valori sono compresi tra 1.1 e 1.2;

3) Successiva prova in aria sui 40 m (in 20m assenza di propagazione, verificata dalla stazione di un amico OM) con segnali in RX da sud Italia oltre S9;

4) Chiamata con TX in 50W, segue immediata risposta da centro Italia e il concetto di reciprocità dell’antenna tra ricezione e trasmissione è confermato;

5) Funziona! Si smonta l’antenna che rimane in attesa della sistemazione definitiva e, da quanto visto con l’ANTAN, su frequenze armoniche…… a Voi le scoperte.

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