eHealth: Google e Microsoft avranno anche i nostri dati sanitari?

La sanità online è un tema molto attuale al momento, perché l’evoluzione tecnologica sta compiendo passi da gigante per quanto riguarda le dimensioni dei componenti elettronici; inoltre comincia a farsi sentire la necessità di rendere gli archivi sanitari facilmente fruibili e consultabili, soprattutto nei casi di emergenza. Su questa scia è nato eHealth, un progetto ambizioso portato avanti da John Halamka e che si pone come obiettivo la digitalizzazione di tutti i dati sanitari degli Stati Uniti. Ora, avere un’efficiente sistema di sanità online è meglio per tutti, anche se non mancano i dubbi circa la tutela della privacy. Il progetto sembra comunque così appetibile che anche Google e Microsoft ne sono coinvolti.

Sanità online: il ruolo di Google Health e Microsoft Healtvault

I due giganti informatici sono entrati nel campo della sanità online con uno scopo preciso: quello di immagazzinare informazioni sanitarie (solo?) sui pazienti e di creare un archivio dati consultabile in rete senza bisogno di fare file inutili. Ma siamo sicuri che l’intervento di Google e Microsoft non abbia anche secondi fini? Tipo la raccolta di informazioni per la creazioni di database utili allo studio dei profili delle persone? I sostenitori dell’eHealth ritengono che siano sufficienti politiche di restrizione e di controllo adeguate per salvaguardare la privacy dei pazienti. Ma quando Google possiede i dati, chi controlla l’uso che ne viene fatto? Soprattutto, è necessario che tutti i medici e gli infermieri che lavorano al progetto e si servono dei dati di eHealth siano di provata affidabilità ed incorruttibilità. Se pensiamo al cinismo rivelato dallo scandalo che ha travolto il News of The World, questo ci basta per far sorgere più di un dubbio su un sistema che, funzionalmente parlando, rappresenterebbe davvero una svolta, non solo perla sanità online, ma anche per il rapporto tra tecnologia e medicina.

Sanità online: smartphone e tablet i dispositivi

L’Home care è un fenomeno diffuso negli Stati Uniti, sconosciuto in Italia, e i dispositivi presenti in circolazione sono moltissimi: da quelli che misurano la pressione o l’indice di massa corporea a quelli che calcolano il livello di glucosio nel sangue. La loro utilità sta nell’inviare poi i dati a Google o a Twitter per un monitoraggio continuo. Alcuni dottori, tra i quali lo stesso Halamka, si mostrano particolarmente positivi nei confronti dell’utilizzo di dispositivi come gli smartphone o i tablet, iPad in prima fila. Si apporterebbe così un vantaggio sia al sistema sanitario online che alla vera e propria professione medica reale, in corsia ad esempio, dove la praticità dei dispositivi portatili permetterebbe di snellire le farraginose pratiche cartacee. Il problema che si pone è piuttosto complesso: è meglio restare con le vecchie scartoffie che rallentano le procedure ma non sono facilmente tracciabili, oppure è meglio passare ad un sistema più snello ma senza vere garanzia sulla privacy e la riservatezza dei dati? In fondo l’abbiamo già fatto, con bancomat e carte di credito..

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3 Commenti

  1. Avatar photo linus 7 Novembre 2011
  2. Avatar photo telegiangi61 8 Novembre 2011
  3. Avatar photo Fabrizio87 8 Novembre 2011

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