Elettrocardiogramma ai reni

Uno studio della “John Hopkins University” rivela come alcuni ritmi anomali del cuori possono rivelare importanti informazioni su patologie del rene.

E' stato il gruppo del professor Daniel Brotman durante uno studio sull'artereosclerosi a mettere in evidenza che i pazienti con alta frequenza cardiaca a riposo e una bassa variabilità della stessa frequenza cardiaca hanno più probabilità di sviluppare disfunzioni renali.

Qui entra in gioco l'importanza dunque del monitoraggio continuo della frequenza cardiaca, una misura abbastanza facile da effettuare con i rilevatori di battiti attuali, che vengono comunemente usati anche nello sport. La sfida più importante nella prevenzione delle disfunzioni renali diventa dunque quella di mettere a disposizione i dati sulla frequenza cardiaca a specialisti clinici, con dunque tutte le caratteristiche tipiche della telemedicina.

L'importanza di questo tipo di studi è data dal fatto che sarebbe possibile rilevare disfunzioni renali ancor prima dell'insorgenza dei primi sintomi, ma gli stessi ricercatori americani si dichiarano ancora cauti: non è dimostrata ancora la correlazione scientifica, dunque non si può ancora dire che il monitoraggio è predittivo di una patologia, infatti i loro protocolli prevedono comunque, quando si rivela una anomalia, una normale routine di accertamenti specifici nefrologici.

 

Fonte: scientificamerican.com

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3 Commenti

  1. Avatar photo Edi82 12 Luglio 2010
  2. Avatar photo Elektrik Girl 13 Luglio 2010
  3. Avatar photo Edi82 13 Luglio 2010

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