Watt Saver di Freescale è una tecnologia che permette di impedire alle sanguisughe elettroniche di succhiare energia anche quando non c'è alcun dispositivi collegato. Spieghiamoci meglio: per casa tutti abbiamo almeno un trasformatore o invertitore AC/DC che lasciamo collegato ad una presa anche quando non c'è niente attaccato.
Pensate ai caricabatterie per i cellulari o agli adattatori per i computer portatili. Ognuno di essi succhia letteralmente energia anche se non è in uso e con la miriade di dispositivi che possediamo oggi, il consumo energetico diventa non trascurabile. Da Freescale arriva la tecnologia Watt Saver (salva watt), cioè Salva Watt, che permette di annullare gli sprechi di cui sopra.
Tecnologia Watt Saver di Freescale: stop alle sanguisughe!
Con i moderni standard energetici le sanguisughe succhiano molta meno energia rispetto a dieci anni fa, ma continuano a farlo; certo, pensato in piccolo il problema ha poca rilevanza, ma a livello globale bisogna moltiplicare ogni piccola perdita per diversi miliardi. E qui il gioco si fa duro. Come si dice: 'Pensa globale, agisci locale', il motto ideale in un periodo in cui la salvaguardia dell'ambiente dipende davvero anche dal nostro piccolo quotidiano. Facciamo due conti: se ogni trasformatore consuma 0.1 watt, e spesso anche più, per un miliardo si passerebbe a 100 megawatt di potenza. Per cosa? Per nulla.. Prendiamo un caricatore per laptop con tecnologia Watt Saver di Freescale integrata; si tratta di semplice elettronica
basata su un processore Freescale S08 a 8 bit che rende il trasformatore in grado di capire se c'è o meno il dispositivo attaccato.
In caso positivo permette all'energia di arrivare al cavo per la ricarica, in caso negativo taglia la corrente aprendo un relè.
Il vantaggio del Watt Saver di Freescale
In teoria basterebbe agire localmente, scollegando il trasformatore quando non è in uso ma spesso non ci si pensa e, soprattutto, la maggior parte delle volte si trova sotto la scrivania, dietro un mobile, quindi può essere difficile da raggiungere e per non complicarsi ulteriormente la vita lo si lascia li, a succhiare energia. Watt Saver è invece automatico, quando non riconosce un dispositivo collegato blocca l'afflusso di energia.
Il software del Watt Saver
Un hardware non ha senso se privo di software e quello del Watt Saver di Freescale è molto semplice. É presente un firmware per il sistema, nel caso in cui una sia richiesta una tensione differente rispetto a quella standard: basta modificare alcuni parametri chiave, fare il rebuild del firmware e implementarlo sul dispositivo. É tutto fatto, tranne ovviamente la fase di test del prodotto.
Conclusioni
Ad essere onesti bisogna ammettere che, benché il software non sia complicato, è un bel po' di lavoro rispetto al risparmio di un paio di watt; però,, al tempo stesso, dobbiamo ammettere che a volte i piccoli sacrifici, se compiuti da molti, possono davvero cambiare le cose, forse non ci regaleranno un mondo migliore, ma almeno rappresentano l'inizio, lo spiraglio verso una presa di coscienza collettiva da cui poi alimentare un movimento globale. La tecnologia Watt Saver rappresenta uno di quegli strumenti con cui iniziare, localmente, il cambiamento, almeno a livello concettuale.
Non è passato tantissimo tempo da quando Freescale e quindi Elettronica Open Source hanno reso pubblico un video molto simpatico in cui si annunciava la nuova tecnica salva risparmio. A volte infatti non si ha cognizione di quanto, un caricabatteria per cellulari lasciato connesso alla rete elettrica anche quando non serve, possa pesare sulla bolletta se guardata su un intero anno. Questa soluzione di Freescale, tra l’altro a prima vista anche abbastanza semplice, risolvere alla radice il problema del caricabatteria lasciato connesso o per dimenticanza, o per pigrizia oppure semplicemente per l’impossibilità di poterlo sconnettere per motivi logistici (caricabatteria dietro un mobile o situazioni simili). Ovviamente, come la stessa Edit82 ha evidenziato, un relè che interrompe la rete non ha intelligenza se non è affiancato da un microcontrollore con tanto di firmware caricato sopra. Il tempo di stesura del firmware potrebbe non valere il risparmio energetico che questa soluzione può comportare, ma dipende sempre dai punti di vista. Se non ho capito male, Freescale mette a disposizione anche il firmware da poter sviscerare e modificare secondo le proprie esigenze di carico (infatti, a seconda del carico, è necessario fissare delle soglie per il riconoscimento dell’avvenuta connessione). Quando ho visto il video, per la prima volta su Elettronica Open Source, mi chiedevo come facesse la freescale a riconoscere il device connesso al caricabatteria e dallo schema a blocchi si riconosce la presenza di un “super condensatore” che alimenta il tutto quando la rete è sconnessa. Ovviamente, questo componente che funge da batteria, si ricarica una volta attivato il relè e connesso il sistema alla rete di distribuzione. Il sistema è tanto semplice quanto geniale e spesso, come si dice, le cose semplici sono le più difficili da vedere, soprattutto per gli ingegneri. :D… La tecnica si potrebbe facilmente implementare con qualunque soluzione a microcontrollore, magari low power, in modo da massimizzare il tempo di trattenuta della carica del super condensatore. Anche il supercondensatore credo che sia monitorato in tensione in modo da rinivigorire la carica una volta che questa scende sotto un valore minimo. Il vantaggio dell’utilizzare i supercondensatori è che a differenza delle batterie, necessitano di pochi istanti per potersi ricaricare mantenendo la carica per molto tempo (dipende sempre, ovviamente, dalla corrente assorbita dal carico).
Sono pienamente d’accordo con il pensiero di Edit sul fatto che dovremmo porre coscienza sui consumi per diversi motivi, primo tra tutti che l’energia sta diventando un bene sempre più prezioso in quanto le risorse di approvvigionamento tradizionali, a breve, finiranno e di tecnologie alternative particolarmente mature ancora non ce ne sono. Inoltre, meno si consuma e minore è l’emissione di CO2 nell’aria, quindi si preserva il mondo (per quello che ancora possiamo fare) per le generazioni future, per i nostri figli e nipoti. Pensare a noi stessi è una forma di egoismo che prima o poi ci si riverserà contro (e già le conseguenze le stiamo vivendo, non è necessario pensare a ciò che accadrà da qui a 20-30 anni).
Concludo dicendo che l’iniziativa di freescale è ben accetta e si spera che a breve diventi parte integrante dei caricabatteria dei device che utilizziamo più comunemente!
A casa mia abbiamo adottato un sistema meno tecnologico ed efficiente, ma sicuramente più semplice e raggiungibile. Abbiamo investito qualche decina di euro in un po’ di ciabatte con l’interruttore, a cui collegare tutti quegli elettrodomestici che altrimenti starebbero li a “succhiare corrente” inutilmente. Questa soluzione aumenta anche la sicurezza domestica, perché le ciabatte sono molto più sicure dei castelli di triple, e alla fine non è così difficile ricordarsi di spegnere tutti gli interruttori.