Fujitsu rivendica l’iPad

La ditta giapponese Fujitsu ha dichiarato che la sua divisione statunitense aveva già anni fa, parliamo del 2002, creato un prodotto dal nome iPad anche se non si trattava di un tablet ma di un dispositivo portatile ed ha divulgato anche le foto del prodotto dal nome clonato: l’ultimo gioiello tecnologico d’avanguardia continua quindi a far parlare di sé ma questa volta non per le proprietà tecniche bensì come oggetto di una diatriba per il marchio dai risvolti legali.

Il nome Ipad

Fujitsu aveva dunque lanciato l’Ipad nel 2002: un dispositivo sottile con schermo di 3,5 pollici usato in particolare dai commercianti per registrare i dati, scannerizzare i codici a barre e gestire la propria attività.

L’Ipad di Fujitsu ha un processore Intel e un sistema operativo Microsoft e può supportare sia connessione wireless che bluetooth. Stando al portavoce della compagnia giapponese, Masao Sakamoto, la Fujitsu avrebbe fatto richiesta di applicazione presso l’Ufficio dei marchi e dei brevetti americano che risulta essere ancora pendente e quindi senza registrazione finale.

Stando alle sue parole la ditta non ha ancora deciso con sicurezza quale strategia difensiva adottare di fronte al lancio del tablet da parte di Apple perché è stata presa alla sprovvista “siamo venuti a conoscenza dei fatti solo ora quindi non abbiamo ancora stabilito con certezza cosa fare”. Intanto la possibile diatriba legale tra le due società ha già acceso la polemica e visto il formarsi di schieramenti opposti.

Questa non sarebbe comunque, a ragion di cronaca, la prima volta che vediamo la Apple coinvolta in una causa contro altre aziende per questioni di marchio: in passato era infatti già accaduto con Cisco Systems proprio relativamente al famoso Iphone. La causa di cui sopra si era conclusa nel 2007 con l’accordo da parte delle due aziende sulla spartizione e l’uso condiviso del nome.

Come finirà ora?
C’è anche chi, come ad esempio il Professor Teruyuki Inoue, esperto IT presso l’Università di Daito Bunka, ritiene che in questo specifico caso non si arriverà neppure alle aule di un tribunale e prevede che si giungerà piuttosto ad un accordo pacifico, soprattutto considerando che gli utenti dei due prodotti non si confondono e si tratta di categorie di mercato distinte.

Stando alle ragioni della scelta del nome egli non vede alcuna manovra maliziosa dietro a questo e addebita l’accaduto semplicemente al fatto che Ipad è un nome semplice e poco creativo. A dimostrazione di quanto sopra si potrebbe in effetti evidenziare che diverse aziende a livello mondiale hanno già avuto la stessa idea: in Germania la Siemens ha usato lo stesso termine per piccoli motori, in Svizzera lo stesso nome è stato usato da un’azienda, STMicroelectronics, nel settore dei Microchip.

Dato il significato polivalente del termine “pad” una compagnia canadese con sede ad Ontario aveva così chiamato nel 2007 una linea di spalline (dall’inglese shoulder pads) mentre c’è una ditta giapponese produttrice di pannoloni per adulti che con termine giapponese che si pronuncia come iPad ha indicato uno dei suoi prodotti dotato di un sensore elettronico che avvisa quando è necessario cambiarlo.

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