Nanotecnologie, un nanodiamante è per sempre (e combatte i metalli tossici)

L'applicazione delle nanotecnologie permette alla medicina di fare passi da gigante. Ma molti nanocristalli usati negli studi attuali contengono metalli tossici, che possono causare gravissimi danni al corpo umano e inquinare tramite gli scarti. L'utilizzo di nanodiamanti potrebbero aiutare la ricerca senza causare danni agli esseri umani e all'ambiente, oltre a migliorare le tecnologie esistenti. 

La ricerca sulle nanotecnologie, l'utilizzo deii nanodiamanti contro l'uso dei metalli tossici


L'utilizzo di nanotecnologie permette che l'evoluzione scientifica faccia passi da gigante e che risolva e superi molti dei limiti che ancora si presentano. Molte nanoparticelle utilizzate attualmente in queste tecnologie provengono però da metalli tossici. Per questo alcuni scienziati stano sperimentando l'utilizzo di nanodiamanti che non causerebbero danni alla salute.La ricerca medica sulle nanotecnologie sta per portare a nuove straordinare scoperte per la diagnosi e per le tecniche di somministrazione di farmaci. Nella spectroscopia, per esempio, piccoli cristalli chiamati qdots (punto quantico, anche chiamato nanocristallo) possono essere usati per studiare le cellule a livello molecolare. Si tratta di un campo emergente che è pronto per diffondersi nella medicina mondiale, ma c'è un problema.La maggior parte dei punti quantici contiene metalli tossici come il cadmio. A parte gli effetti sulla persona che si sottopone alla procedura, l'uso diffuso di metalli tossici in medicina aumenta le preoccupazioni sull'impatto che questi metalli avranno sugli scarti medici. Ecco, a questo punto entrano in gioco i nanodiamanti. Quese piccole nanoparticelle di diamante potrebbero offrire il meglio da entrambi i mondi:una alternativa non tossica che permetta alla ricerca sui punti quantici di andare oltre, senza introdurre altre sostanze dannose per l'ambiente. 

I benefici dei nanodiamanti


Una squadra di ricercatori a Taiwan ha dimostrato che la superficie dei nanodiamanti può essere modificata per seguire diverse tecniche inclusi la microscopia confocale (che usano la luce con una scansione punto a punto per creare un'immagine), la bio-AFM (un metodo di misurazione per la forza a livello molecolare) e la citometria a flusso (un metodo di analisi basato sulla sospensione in un fluido di microparticelle).

Secondo i ricercatori, i nanodiamanti modificati possono essere introdotti nelle cellule umane senza causare danni. Al contrario, i rischi causati dai metalli tossici come i punti quantici di cadmio possono essere significativi. In piccole dosi il cadmio può causare i sintomi simili all'influenza, ma in grandi quantità possono causare gravi o permanenti danni ai polmoni, fegato, reni e alle ossa. I ricercatori della Norhwestern University hanno scoperto che i nanodiamanti posseggono alcune caratteristiche che li rendono ideali per l'uso biomedico. A parte la mancanza di tossicità, i nanodiamanti possono essere sospesi in acqua e, avendo un superficie abbastanza vasta, possono essere "caricati" con le sostanze da somministrare, come piccoli postini grandi quanto una nanoparticella. I nanodiamanti possono essere anche combinati con l'insulina per aiutare a guarire le ferite più velocemente e con meno rischi di infezione. I ricercatori di Northwestern hanno anche recentemente annunciato uno studio che dimostra che i nanodiamanti possono aumentare l'efficacia delle MRI (magnetic resonance imaging - imaging a risonanza magnetica). Nelle convenzionali MRI, un raro metallo terrestre chiamato gadolinium è usato per evidenziare il contrasto e creare una immagine. Più contrasto porta a una immagine più dettagliata, e i ricercatori hanno ottenuto un incremento di dicevi volte nel contrasto aggiungendo le particelle dei nanodiamanti al gadolinium. Per questo la ricerca sulle nanotecnologie e in particolare sui nanodiamanti continua, i benefici portati da queste nuove scoperte potrebbero essere fondamentali per la medicina del futuro. 

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