Nuova tecnologia per le sequenze di DNA

Arriva da un gruppo di brillanti ricercatori dell’Università di Boston un’innovativa tecnologia applicabile alle sequenze di DNA che renderebbe nettamente più veloce la riproduzione della sequenza dei genomi e permetterebbe di ridurre in maniera drastica, attraverso l’uso di sensori a nanopori, la quantità di DNA necessaria per le analisi riducendo quindi di conseguenza anche spese, tempo necessario e anche il margine di errore.

Il brillante e innovativo team di ricerca è quello capitanato dall’ingegnere biomedico americano Amit Meller e l’idea fondamentale che sta alla base della nuova tecnologia sul DNA è quella dell’applicazione di campi elettrici ai nanopori per poter estrarre al massimo dell’efficienza possibile anche lunghe sezioni di dna.
Lo studio è stato pubblicato di recente sull’edizione on line del 20 Dicembre della rivista “Nature Nanotechnology” : un lavoro che si presenta in modo di certo ambizioso come pioniere nella tecnica avanzata di rivelare molecole di DNA nel momento in cui queste passano attraverso quattro nanopori di silicone, usando delle specifiche misurazioni sensibili alle correnti elettriche.
Il dott. Meller ha osservato in proposito come l’innovazione tecnologica apportata da questo metodo permetta di utilizzare un campione ridotto di DNA rispetto alle tecniche finora conosciute.
Questo ridurrebbe in maniera incisiva i costi e inoltre limiterebbe il rischio di errori dovuto alla percentuale di molecole che non vengono riprodotte in maniera del tutto perfetta.

Meller, con la collaborazione non solo dei colleghi di Boston ma anche di quelli di New York e di Bar-llan, in Israele, ha collocato appositi campi elettrici in prossimità dei fori dei nanopori, per attrarre i filamenti di DNA dalla carica negativa.
Nell’analisi dettagliata delle nanoscale gli scienziati hanno fatto anche una scoperta empirica importante che può inizialmente sembrare di tendenza innaturale: ovvero che più la sequenza di DNA è lunga e più velocemente questa troverà la via dei nanopori .
A volte quindi la verità può essere in controtendenza rispetto a quello che siamo portati a pensare.
E’ lo stesso Meller a spiegare cosa significhi questa scoperta e perché sia così importante: “ Si tende a pensare naturalmente che se si ha uno spaghetto più lungo, ci vorrà ovviamente più tempo a trovare la fine. Ma in questo caso non è così. Questa scoperta significa invece che il sistema a nanopori è ottimizzato per le sequenze più lunghe di DNA, decine di migliaia di coppie di basi e anche di più.”
Lo studioso ha poi insistito relativamente alla tecnologia a nanopori sul fatto che il metodo utilizzato dal suo team permetterà di ridurre il numero di copie di dna usate in questi specifici tipi di misurazioni in campo medico e scientifico.
Questo renderebbe di conseguenza molto più veloci le analisi sul DNA, essendo possibile effettuare direttamente l’analisi di una sequenza lunga piuttosto che dover attendere di assemblare i risultati relativi a studi di segmenti più corti.
Il team di Boston ha inoltre ottimizzato il risultato ottenuto utilizzando dei gradienti di sale per alterare i campi elettrici intorno ai pori modificando perciò la velocità di lettura del DNA.
Lo studio potrebbe di certo aprire prospettive nuove alla ricerca.

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Una risposta

  1. Avatar photo Vittorio Crapella 3 Gennaio 2012

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