Nuove tecniche di tomografia 3D: HRpQCT

Trials clinici presentati al trentasettesimo simposio dei tessuti calcificati a Glasgow, dimostrano l'efficacia delle nuove tecniche nello studio dell'efficacia di nuovi farmaci come il raloxifene nel trattamento dell'osteoporosi.

Fino ad oggi i metodi utilizzati per la diagnosi come la mineralografia ossea computerizzata (MOC) seppur ritenuti dei “gold standard” per l'identificazione della malattia si sono dimostrati inefficaci per il monitoraggio dell'azione terapeutica dei farmaci. Usando le nuove tecniche di imaging 3D come la tomografia HRpQCT si è in grado non solo di ottenere informazioni sulla densità ossea in una zona abbastanza ampia del tessuto, ma si può andare maggiormente nel dettaglio, si è in grado ad esempio di ottenere la forma particolare di un singolo trabecolo (unità geometrica fondamentale della struttura ossea), non solo, si è in grado di stabilire la densità relativa delle singole aree del trabecolo. Inoltre l'acquisizione delle immagini avviene in tempi relativamente brevi rispetto ad una tomografia tradizionale e con una bassa dose di radiazioni ionizzanti.

Non mancano comunque i contro: come tutte le tecnologie giovani è molto costosa e richiede la presenza di personale altamente qualificato, in più al momento i trials clinici riguardano l'analisi delle sole tibia e e radio.

L'utilizzo di queste nuove tecniche di imaging sta portando alla convalida dell'efficacia di diversi nuovi farmaci tra questi il sopracitato raloxifene, che non il nome commerciale di EVISTAR è attualmente prescritto per il trattamento dell'osteoporosi a circa 30 milioni di donne nel mondo, delle quali circa 8 milioni nella sola europa.

Fonte: prneswwire.com

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