Ordigni rudimentali esplosivi: l’open source può essere pericoloso?

Il triste attentato alla scuola di Brindisi ha riaperto una questione molto spinosa: quella della diffusione in rete di tutorial per realizzare ordigni rudimentali, progetti pericolosi e potenzialmente lesivi per altre persone. Vuoi costruire una pistola? Vuoi preparare artigianalmente una bomba? Le istruzioni si trovano online e sono accessibilissime, forse troppo.

Purtroppo il caso di Brindisi è rimasto al momento senza un colpevole e non sappiamo dire se effettivamente la fonte da cui ha preso spunto l’attentatore sia stato il web. Ma sta di fatto che avrebbe potuto e questo spinge quantomeno a riconsiderare pro e contro dell’open source. Certo con questo non vogliamo dire che chiunque sarebbe in grado di farlo con facilità (qualche conoscenza di elettronica di base ci vuole comunque) ma in ogni caso si consolida il dubbio che l’open source, se trapassa i limiti del vivere civile, possa diventare potenzialmente pericoloso e controproducente. L’ordigno usato a Brindisi ad esempio era di tipo artigianale (realizzato con bombole di gas) anche se più volte è stato sottolineato che non era troppo grezzo e che anzi presentava un meccanismo piuttosto raffinato. E’ un po’ quello che ad esempio accade in politica con la democrazia: un modello astrattamente che rischia però di degenerare mostrando lati oscuri e distruttivi. La diffusione in rete di certi tutorial e informazioni ci deve preoccupare?

Tutorial per bombe: condivisione o istigazione alla violenza?

Non serve andare su siti molto tecnici per trovare istruzioni, più o meno precise, atte a realizzare ordigni esplosivi. Sul famoso servizio gratuito di domande e risposte tra utenti Yahoo Answer, un internauta con nick Riccidirovo chiede senza troppi giri di parole “come posso creare un ordigno esplosivo fai da te?” Fortunatamente le risposte che gli vengono fornite non sono assolutamente tecniche e dettagliate ma di esempi come questi ce ne sono tantissimi e se si cerca con più attenzione anche su siti molto accessibili come wikipedia e youtube si trovano notizie più tecniche e video piuttosto espliciti. Sergio Staro, funzionario della polizia postale, ha ammesso di essere a conoscenza di questi contenuti telematici ma di non poter intervenire in alcun modo: limitarsi a dare istruzioni infatti non è di per sé istigazione alla violenza e non costituisce reato. Le stesse informazioni del resto si trovano anche nei manuali universitari di carattere scientifico. Il problema è innegabilmente che con internet tutto diventa più accessibile e rischia di finire troppo facilmente in mani sbagliate. Ma del resto come impedirlo? Non si può certo rischiare la censura oscurando informazioni puramente didattiche. Il pericolo peraltro è che questi tutorial danno l’idea che realizzare bombe sia facile e alla portata di tutti. In realtà anche ordigni esplosivi rudimentali richiedono conoscenze tecniche base e, in caso contrario, certe informazioni possono mettere a repentaglio la vita di principianti che si accingono a realizzare esplosivi. Proprio per questo motivo gli autori di Wikipedia, hanno volontariamente deciso di evitare riferimenti tecnici nella pagina dedicata alla Nitroglicerina.

Ordigni rudimentali esplosivi: i più gettonati

Essendo elementi facilmente reperibili l'Anfo, l'Ammonal e il pericolosissimo Perossido di Acetone sono alla base di numerosi progetti online. Non a caso le Forze dell’ordine fanno sapere che si tratta di materiali molto gettonati da terroristi e attentatori. Come ha ricordato Salvatore Timpano, comandante del nucleo artificieri di Roma, l'attentato di Oklahoma City del 1995, per esempio, venne effettuato proprio utilizzando dell'Anfo. Possono cambiare le sigle ma i componenti restano praticamente invariati. E Google aiuta a reperire gli ingredienti fornendo indirizzi utili e contatti. Ad esempio il Nitrato d'ammonio, alla base di molti esplosivi, è spesso usato in forma impura nell’ agricoltura come fertilizzante. Ed è anche possibile comprarlo senza dare nell’occhio acquistando sacchetti del ghiaccio istantaneo. Stando alle visualizzazioni su youtube sono davvero tanti, soprattutto negli stati Uniti, i “dilettanti dell’esplosivo”. E dall’imprecisione delle domande in rete è evidente che molti non hanno idea dei rischi e delle conseguenze che si possono produrre qualora la situazione gli sfuggisse di mano. La tendenza è talmente diffusa che a volte non si ha neanche l’accortezza di usare un nick per celare la propria identità. E’ nato addirittura un gruppo su Facebook con tanto di nomi e cognomi degli iscritti.

Ordigni esplosivi: cosa prevede la legge italiana

Attenzione però perché il passo dal legale all’illegale è breve e se da un lato c’è la censura dall’altro si sfocia nel diritto penale. Dare informazioni sugli ordigni esplosivi non è reato: provare a fabbricarne uno invece si. La sanzione è l'arresto in flagranza con la possibile accusa di strage. A nulla vale giustificare piccole quantità parlando di hobby. Senza contare il rischio per la propria incolumità fisica. La realizzazione di ordigni esplosivi presuppone infatti condizioni ambientali difficilmente ricostruibili al di fuori di laboratori attrezzati. La reazione dei differenti agenti usati è infatti condizionata da fattori come temperatura, umidità e pressione. Il Perossido di Acetone ad esempio è molto pericoloso e in laboratorio, proprio per salvaguardare l’incolumità del personale, viene fatto esclusivamente tramite macchinari. Un tale che si fa chiamare Tyler ha messo un video su youtube che dovrebbe far riflettere: anche lui era un appassionato di esplosivi che, durante questo hobby pericoloso è rimasto vittima di un incidente e ha perso tutte le dita di una mano.

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