Progetto C.A.S.E. : un’occasione gettata al vento secondo Legambiente

Il terremoto è un disastro naturale, imprevedibile, violento che trascina con sé speranze e sogni di chi ha speso una vita per creare la sua realtà e migliorare la società in cui vive. Ma se le scelte fatte per la ricostruzione di quei sogni e della vita della nazione vengono fatte senza la necessaria lucidità, onestà intellettuale o mezzi adeguati, allora al disastro naturale si aggiunge anche la beffa. E questo, forse, fa ancora più male.

Il 6 aprile 2009 è stato un giorno memorabile per l'Italia; un giorno che difficilmente tutti dimenticheremo. In questa data L'Aquila è stata poco meno che rasa al suolo da uno dei terremoti più intensi che il nostro paese abbia mai sperimentato. L'intera provincia è rimasta colpita in maniera gravissima ed un numero spropositato di edifici, storici e non, è risultato notevolmente danneggiato se non inagibile.
Monumenti, case, negozi, piazze, uffici, strade… un'emergenza nazionale di proporzioni catastrofiche come solo le popolazioni di Umbria, Emilia-Romagna ed Irpinia hanno sperimentato in passato. La terra, in questi giorni, trema nel romano ed in Campania.
L'emergenza dei terremoti, come abbiamo discusso in questo articolo in cui si analizza l'importanza della prevenzione dei rischi ma anche la necessità dello studio del fenomeno in maniera più approfondita, va gestita in maniera responsabile su due fronti: la prevenzione e la risoluzione delle problematiche causate da questi poderosi fenomeni naturali.
Uno degli aspetti più importanti, quindi, del terremoto è la capacità che l'uomo dimostra di saper mettere in campo nella gestione e risoluzione delle problematiche derivate. Si tratta di scelte, chiaramente, politiche che andrebbero fatte con lungimiranza, onestà intellettuale e disponibilità.
Troppo spesso, invece, se ne fanno di errate, per ragioni non valide né dal punto di vista tecnico né dal punto di vista politico. E così, da esigenze meramente elettorali, nasce il progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili), un piano che prevedeva la costruzione di stabili realizzati secondo due criteri costruttivi: il primo, è ovvio, è rappresentato dalla protezione dai terremoti. Il secondo aspetto puntava all'innovazione tecnologica, anche grazie al risparmio energetico.
Questo progetto è stato analizzato con grande attenzione da un'istituzione nazionale quale Legambiente ed il verdetto è tutt'altro che rassicurante.
Secondo quanto dichiarato dai tecnici di Legambiente, infatti, alcune criticità sembrano denunciare una costruzione avvenuta in maniera frettolosa e con materiali che non consentono l'efficientamento energetico “dichiato”. In particolare, secondo la perizia, i materiali scelti nella costruzione non garantirebbero la tenuta termica di un edificio in Classe A. Infatti, secondo quanto riportato, l'isolamento termico ottenuto con la realizzazione di queste strutture è inferiore a quanto dichiarato. Da un lato questo tradisce il principio dell'innovazione tecnologica, dall'altro rappresenta un aggravio di spesa rispetto al risparmio energetico, che risulta gravemente compromesso. È ovvio, infatti, che minore isolamento termico implichi maggiore consumo di gas per il riscaldamento (se si utilizza una caldaia) o comunque, più in generale, condizionamento dell'aria all'interno della struttura.
Scopo di un'abitazione “intelligente” ed “evoluta” dovrebbe essere, tra gli altri, quello di trarre il maggior beneficio dal riscaldamento proveniente dalla luce solare e dall'esposizione a particolari venti, tagliando con decisione i costi di gestione che vengono, altrimenti, scaricati su che ci vive.

Le dichiarazioni dei tecnici di Legambiente fanno intuire tutt'altro; le termografia realizzate nell'ambito della campagna sull'efficienza energetica degli edifici che fanno parte del progetto C.A.S.E. sono state effettuate in 19 aree di intervento ed hanno rilevato, in sette diverse tipologie di edifici, grandi problemi strutturali nella tenuta termica proprio delle superfici esterne.
Gli edifici affetti da queste imperfezioni sono ben 85 e localizzati nelle frazioni di Sant'Elia, Tempera, Bazzano, Paganica sud, Paganica 2, Roio Poggio, Assergi, Coppito, Sant'Antonio, Camarda, Gignano, Cese di Preturo.

I problemi rilevati sono relativi alla presenza di zone che restano “più calde e più fredde” e questo causa la dispersione del calore. In inverno, proprio in queste località in cui le temperature risultano rigide, questo richiede un aggravio di spesa per il cittadino per provvedere al riscaldamento. La tropicalizzazione del clima fa sentire i suoi effetti, però, anche in quelle regioni rendendo l'estate più umida e meno vivibile, dal che ne discende la necessità di utilizzare impianti di condizionamento.
Dei diversi edifici esaminati, ben il 43% dimostra chiaramente un gradiente di temperatura con variazioni comprese addirittura tra i 3 e i 6 gradi.

 

Gradienti CASE

 

Le zone che dimostrano maggior dispersione rispetto all'intera struttura sono pilastri, solai e balconi, il che può essere considerato indice di non esatta correzione dei cosiddetti “ponti termici”. Si tratta di problemi tutti riconducibili a difetti di progettazione ed esecuzione, di scelta dei materiali e di messa in opera degli stessi.
Errori che si sarebbero potuti evitare, probabilmente, se il progetto fosse stato condotto con un metodo, tranquillità, onesta ma risolutezza. Nessuno, però, dimentica che il 2009 è stato l'anno in cui la crisi economica ha cominciato a stringere la sua morsa attanagliando la nazione e, probabilmente, la necessità di “tranquillizzare” alla ben'e meglio la popolazione ha creato concitazione ed ambasce.

Quest'analisi è stata anche commentata da Francesca Aloisi, Presidente del circolo di Legambiente L'Aquila, nonché da Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale, i quali hanno dichiarato unanimemente: «E' un'occasione persa, soprattutto perché per la realizzazione di questi alloggi sono stati investiti molti soldi pubblici. In questi edifici si hanno condizioni di scarso comfort per le famiglie, sia d'inverno che d'estate, malgrado dovessero essere modelli esemplari per i sistemi di costruzione grazie ai pannelli solari termici e a diverse tecnologie di efficienza energetica. Certo il problema non riguarda solo le nuove abitazioni de L'Aquila e per questo chiediamo a Governo e Regioni che siano introdotte regole chiare e controlli per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. Perché non c'è più alcun motivo per non costruire in "Classe A" di certificazione, ossia con la giusta attenzione a quei criteri di sostenibilità e efficienza che consentono una migliore qualità della vita e di azzerare la spesa in bolletta dei cittadini»".

Certo, a nessuno di noi piacerebbe trovarsi alla guida di un paese che vive una tragedia di questo tipo ed essere nelle condizioni di dover dare risposte certe, immediate, sicure e di pronta risoluzione del problema. Nessuno di noi può anche soltanto lontanamente immaginare che cosa voglia dire essere nelle condizioni di dover restituire un tetto ed una vita a chi li ha persi in cinque minuti. Tuttavia è legittimo chiedere che questo tipo di “emergenza” sia gestito in maniera più sistematica.
Ed è in quest'ottica che la politica sta cominciando a ragionare su una soluzione al problema; gli ultimi tre anni hanno sollecitato l'opinione pubblica e le forze politiche ad andare nella direzione della riqualificazione di edifici distribuiti sul territorio nazionale in favore di costruzione antisismiche. Tuttavia solo ora si intravede una luce infondo al tunnel: un piano da 41 miliardi di euro della presumibile durata di 15 anni; un'occasione che renderebbe finalmente il nostro paese competitivo nella mentalità dell'affrontare un problema.
Purché, è ovvio, questi appalti e questi progetti non siano affidati ai “soliti noti”.

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Una risposta

  1. Avatar photo Boris L. 3 Settembre 2014

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