SmartChair: un progetto pugliese che fa sognare un mondo migliore.

Ho scritto il titolo di questo articolo ben consapevole delle parole che ho usato. E credetemi se vi dico che quello che state per leggere non l'avete mai visto. Uno dei nostri autori e collaboratori è al lavoro su un'idea che può davvero trasformare questo in un mondo migliore. Un mondo in cui l'elettronica e la tecnologia diventano al servizio di tutte quelle persone che hanno bisogno, che non possono, che sono offese da una condizione fisica disagiata. SmartChair è un sostegno ed un supporto alle persone con disabilità. E quando la passione diventa impegno sociale tutti noi scopriamo che un mondo migliore è davvero possibile.

Antonio Blescia è uno dei nostri collaboratori; con noi lui ha pubblicato ben tre articoli di cui uno riguarda il Kinect, l'altro è un lavoro in cui si spiega come controllare Arduino con la mente ed il terzo è Loggy, un progetto di sua creazione.
Antonio Blescia è anche un mio amico e l'altro giorno ci siamo sentiti. Ha voluto annunciarmi la sua ultima creazione.
Quando me ne ha parlato ho quasi stentato a crederci ma conoscendolo ho capito che la sensazione di incredulità dipendeva dal fatto che la mia è ammirazione profonda.
E sono sicuro che leggendo queste righe nutrirete per lui la stessa stima.
Ecco che cosa ha fatto, raccontato sotto forma di un'intervista.

La prima domanda è di prassi: chi sei?

Sono Antonio Blescia, di Bari. Ho 25 anni e sono un carpentiere della tecnologia.

Che esperienze hai?

Sono diplomato come perito all'Istituto Panetti di Bari.

A diciott'anni sono partito per Milano perché sono stato assunto da un'azienda di informatica dove sono rimasto per due anni ed ho curato lo sviluppo di applicazioni Java.
Poi sono tornato qui a Bari ed ho lavorato per circa due anni in un centro di ricerca di Conversano, in cui ho lavorato su applicazioni domotiche.
Tra gli altri, ho anche avuto la possibilità di collaborare con la Red Bull ed è stato un vero piacere aiutarli.
Abbiamo lavorato su una telecamera per la gestione delle immagini.
Adesso lavoro presso un'azienda di trasporti, Conserva, presso la quale mi occupo di C-Sharp, PHP.
Inoltre mi dedico ai miei progetti "personali".
Lavoro anche per GlassUp.

E di questo parleremo dopo (non dubitarne). Che vuoi farci vedere oggi?

Vorrei mostrarvi SmartChair, un progetto nato dal nulla in cui ho voluto far confluire tutte le mie esperienze sia nel campo dell'informatica e dello sviluppo di applicazioni e della programmazione sia nel campo dell'automazione e della domotica ma anche quelle nel campo dell'elettronica (benché minime).
Il progetto è nato da una semplice idea, quasi estemporanea, ma ha preso corpo molto velocemente e mi ha davvero appassionato.

Spiegacela nel dettaglio.

L'idea di base è semplice: esistono tanti sistemi di aiuto e sostegno alle persone che hanno disabilità ma non esiste una gestione intelligente e centralizzata di tutti questi sistemi insieme. Si tratta sostanzialmente di interallacciare e collegare tutte queste possibilità: il controllo dei movimenti oculari, la lettura delle brainwaves, il controllo vocale, la visualizzazione su display.
La mia idea è quella di raccordare tutto e far funzionare tutti questi supporti con un sistema unico.
Non a tutti servono tutti questi dispositivi e questi sistemi di controllo perché le disabilità sono diverse e quindi le esigenze sono diverse. Però, un sistema che possa offrire un'intera piattaforma di gestione e di controllo alle persone con diversi tipi di disabilità ancora non esiste.
Esistono sistemi tecnologici come smartphone, smartwatch, tablet, occhiali come GlassUp, per l'appunto, ma niente di "unico".
In realtà non si tratta di un vero e proprio sistema ma di un'architettura basata su tutti questi dispositivi che funzionano tramite Bluetooth interfacciati tutti ad un unico sistema basato su un Android.

Quindi tu pensi ad un controllo unico dell'intero sistema abitativo?

Si. Le interconnessioni sono come "moduli" del sistema singolarmente attivabili.
La sedia a rotelle è l'unità fondamentale di una persona con disabilità motorie. Il fatto che il sistema sia basato su un cellulare gli dà un grado di libertà in più. Quindi può essere rimosso dalla sedia ed essere alloggiato su un comodino, per esempio. Così, quando la persona dovesse andare a letto non "perderebbe" nulla.
L'installazione e l'adozione di questo sistema non devono essere traumatici, tra l'altro. Per questo la centralina domotica che controlla il tutto è wireless e prevede anche l'impiego del protocollo Zigbee. In questo modo, tutta l'abitazione sarà più intelligente senza che questo causa di problemi o disagi.

Per il momento parli di Android. E iOS?

Ecco, Android è Open. Realizzare sistemi come questi su altre piattaforme "chiuse" in qualsiasi modo, diventa difficile. Alcuni tipi di connessione non permettono di fare operazioni in maniera "libera".
La possibilità esiste, specie se metterò mani alle librerie, ma per il momento lo sviluppo si basa su software e sistemi Open Source.

Torniamo all'hardware. Dicevi?

L'idea è quella dei dispositivi low cost, cioè costi contenuti ma assolutamente non bassa qualità. Il caschetto della Mindwave è comunque molto utile.

Per non parlare di Arduino UNO e dalla sua indubbia utilità.
Un giorno, però, potrebbe essere necessaro realizzare il tutto con uno stesso sistema ma di fascia più alta.
La priorità resta quella di rendere il sistema accessibile a tutti e naturalmente una persona che ha disabilità, anche importanti, deve trovarsi in una posizione facilitata nell'accesso a questi sistemi: il costo è vitale.
Anche perché abbiamo parlato di orologi, cellulari, batterie varie che comunque vanno caricate per cui, meno consuma e meno costa più è facile da gestire e mantenere.
Il Pebble c'ha messo una settimana a scaricarsi, anche grazie al display Ink paper.
Stesso discorso per GlassUp; rispetto al Google Glass credo abbia un enorme vantaggio e cioè il fatto che l'occhio non deve spostarsi verso l'angolo in alto a destra per poter inquadrare il focus.
Non date per scontato che questo gesto sia così facile o naturale o possibile per tutti; c'è chi ha enormi difficoltà a compierlo.

E l'assistenza?

Sto pensando al sistema di teleassistenza che funzioni in cloud. Familiari, parenti, amici, il medico curante, chiunque sia "vicino" al disabile può entrare a far parte di un sistema per monitorare le sue condizioni (prospettiva semplice, ormai, grazie a tutta l'elettronica Wearable) e gestire una serie di avvisi, messaggi, reminder, telefonate per ricordare la terapia che deve seguire e l'assunzione dei farmaci ai giusti orari e nelle giuste dosi. Ma non solo perché se il disabile cade, esistono accelerometri capacitivi MEMS montati sia sugli occhiali sia sull'orologio che possono rilevare contemporaneamente questo stesso evento.
La sovrabbondanza di questi sistemi può essere importante perché il cellulare può sempre cadere ma che i due sistemi sbaglino contemporaneamente è molto raro.

Ma quando parli di cloud, ti riferisci ad una struttura ad hoc oppure alla condivisione come la conosciamo noi?

Mettiamola così: parlo di memorizzazione di dati. Che sia personalizzata, strutturata da me, oppure gestita da remoto su un server di qualcun altro, almeno in questa fase, non fa differenza.
In futuro si può valutare qualsiasi sviluppo.

Si, anche perchè c'è una questione di privacy.

Tutti i dati memorizzati verranno crittografati, in ogni caso. La chiave sarà disponibile soltanto a tutti coloro che sono all'interno di questa "rete di solidarietà".
La chiave pre-condivisa si troverà sui dispositivi: si potrebbe scegliere il MAC address così come una passkey predefinita.
Questo aspetto è ancora in divenire.
L'unica cosa che sicuramente dovrà rimanere sarebbe il Google Calendar, salvo sviluppare una nuova applicazione ad hoc.

Quindi alla base di tutto ci sono le brainwaves?

Si. Si tratta di segnali di ampiezza contenuta (decimi di millivolt) ma potentissimi e che potrebbero essere molto utili. Sono segnali basali connessi alle funzionalità neuronali e all'attività cerebrale sia in fasi concitate oppure di grande impegno e concentrazione sia nel normale svolgersi della vita quotidiana.
Il loro studio è fondamentale per la comprensione del nostro cervello e possono indicare tutto: dalla fame al sonno, dall'interesse alla stanchezza.
Rilevarli è la chiave per scoprire tutto ciò che del cervello ancora non sappiamo.

Facci vedere i risultati

Sono ancora in fase di test e verifica quindi, prendete questi come degli input. Però descrivono un sistema che funziona.

 

 

 

SmartChair è finita?

No! Assolutamente!
C'è molto da migliorare.
Al di là del fatto che ogni volta che uscirà un nuovo sensore oppure un nuovo sistema, più veloce, più affidabile, la mia idea sarà quella di provarlo. Il sistema può migliorare ancora e tantissimo da tanti punti di vista. E sarà un mio dover farlo!
In termini di reattività, perchè c'è un lag di 1 secondo tra la rilevazione del pensiero e l'attivazione oppure l'attuazione del comando.
La sicurezza dei dati online è un cantiere aperto.
Il controllo delle radiazioni e delle emissioni sarà sempre una priorità.
Poi c'è tutta la parte estetica da curare, visto che il sistema per il momento è "nudo".

Hai già contattato associazioni e organizzazioni che si occupano della cura e dell'assistenza dei disabili?

C'è un'azienda con cui ho lavorato in precedenza, la DOMOS di Conversano, che si occupa di ausili per i disabili. Sono stati contattati ma sono in attesa di un incontro.
A breve porterò l'iniziativa nelle scuole e naturalmente mi piacerebbe molto poter coinvolgere il maggior numero di persone possibile.

E su GlassUp che ci puoi dire?

  • Che tra pochissimo lo vedremo sul mercato.
  • Che c'è già una SDK disponibile sulla quale io lavoro e che, volendo, si può interagire per fare delle proposte oppure integrare la propria idea. (A proposito, faccio un appello: se c'è qualcuno di voi che vuole lavorarci attivamente, scriveteci pure. Seguite questa pagina).
  • Che all'interno di questa SDK ci sono cinque esempi (scritti da me) che funzionano in maniera dimostrativa per far vedere quali sono le reali potenzialità dell'intero sistema.
  • Che al momento si può lavorare su Android (per i motivi che ti dicevo prima). Un esempio: fuori da "Social Manager", non si può gestire alcun tipo di notifica oppure connettività. Questo è un problema, perfino su semplici Handle. Abbiamo anche un emulatore per Windows e MAC OS.​

E poi vi dico che ci sarà la possibilità di controllare un media player direttamente con la testa!

Loggy, SmartChair, GlassUp e poi cos'altro?

GlassUp sicuramente nel futuro ci sarà anche perché ho chiesto io di partecipare al progetto, sono stato accettato ed ho trovato un ambiente veramente meraviglioso anzi ringrazio tutti i miei collaboratori, i miei colleghi e il mio titolare. Vi ringrazio davvero di cuore.
SmartChair ha tantissimo ancora da fare e non la mollo mica.
La centrale domotica è un progetto che va ancora supportato, oltre ad essere una piattaforma che io posso utilizzare anche ad occhi chiusi.
Sui dispositivi wearable c'è da tenere sott'occhio cosa c'è in giro e cosa uscirà.
Le brainwaves le userò tantissimo ancora, anche in altri progetti.
E poi, chissà...

Soltanto in Puglia (dal 2008) esistono Bollenti Spiriti e Principi Attivi. Esistono concorsi e bandi per finanziamenti di idee e progetti a livello nazionale ma anche europeo. Ci pensi?

Image credits: bollentispiriti.it

C'ho già pensato ma per il momento tengo solo le dita incrociate. Anzi, incrociatele anche voi per me.
Lo sviluppo è comunque una grandissima passione sulla quale io ho voglia di continuare ad impegnarmi.
Fortunatamente sono affiancato da uno straordinario amico, Michele Galletta. Una persona meravigliosa che mi sopporta, mi sostiene, mi aiuta e collabora con me attivamente.

Ora, visto che me lo avevi chiesto, hai lo spazio che ti serve per i tuoi ringraziamenti

Grazie, perchè ci tengo tantissimo.
In primis, Michele Galletta. Per la ricerca della sedia, per il montaggio, per la staffa sulla sedia, per il supporto tecnico, per il confronto e per tutto quello che lui sa bene.
Ringrazio la cupersafety per avermi fatto lavorare su diversi progetti, tra cui i nuovi.
GlassUp, come Francesco sà, è nel mio cuore soprattutto per la fiducia, che io spero di riuscire a ricambiare ogni giorno.

Ringrazio infine la mia compagna, Antonella Tarì, che mi sopporta ogni giorno.

 

Questo è il racconto appassionato e spontaneo di una giovane mente con la quale siamo venuti in contatto quasi per caso.
Io, lo staff e tutti gli amici che sono venuti a conoscenza di questa iniziativa auguriamo ad Antonio di riuscire a portare avanti questo progetto perché poche volte un'idea si è rivelata contemporaneamente socialmente utile, nuova e tecnologicamente avanzata.

 

E ora, la parola a voi: che cosa ne pensate? Antonio è qui, che legge, e interagirà con voi.

 

Image credits: vnews24

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6 Commenti

  1. Avatar photo Daniele Bertaggia 31 Marzo 2014
  2. Avatar photo Piero Boccadoro 31 Marzo 2014
  3. Avatar photo dodo 1 Aprile 2014
  4. Avatar photo Giorgio B. 2 Aprile 2014
  5. Avatar photo Piero Boccadoro 2 Aprile 2014
  6. Avatar photo Daniele Bertaggia 2 Aprile 2014

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