Solare, vento e Acqua. Qual è la vera alternativa?

Vista la paura che i giacimenti di combustibili fossili possano esaurirsi nei prossimi anni, i governi di mezzo mondo si sono attivati per cercare una valida alternativa valutando costi e benefici e scontrandosi a volte con opinione pubblica e talvolta perfino con gli studi scientifici. Infatti nella comunità scientifica non esiste una risposta univoca soddisfacente.
Oltre all’esaurimento materiale dei combustibili fossili c’è anche da notare che la richiesta energetica è enormemente cresciuta negli ultimi anni di pari passo con lo sviluppo di nuove nazioni industriali come nel caso asiatico o la sovrappopolazione mondiale. Ad influire sulla scelta di energia da sviluppare ricadono numerosi fattori tra cui fondamentali sono quelli geografici e morfologici dell’area interessata. Poi entrano in gioco i costi, l’efficienza, la disponibilità di tecnologia e anche la sensibilità stessa verso le tematiche ambientali di cui ciascun governo dovrebbe farsi portavoce.

Energia eolica per essere prodotta ha bisogno di turbine che devono essere collegate alla rete energetica con costi notevoli e problemi logistici. Per produrre una quantità apprezzabile do energia sono necessarie pale molto grandi che deturpano il paesaggio, creano inquinamento sonoro e la cui manutenzione può risultare costosa. L’alternativa valida è la costruzione di parchi eolici offshore in mare, ma il problema del collegamento non è ancora definitivamente risolto, i costi rimangono elevati.

Il sole è un’ottima fonte di energia. Le celle fotovoltaiche catturano i raggi solari e l’energia ottenuta viene immagazzinata in batterie per essere utilizzata in un tempo posticipato. Il problema maggiore è la scarsa resa durante i periodi di non esposizione solare a causa di agenti atmosferici, ma anche da ciclo stesso notte/dì. Non è possibile produrre costantemente energia. sono inoltre necessari spazi molto ampi per creare i parchi solari e i costi sono abbastanza elevati al mq.

Il moderno utilizzo dell’acqua per produrre energia è un’estensione di metodi ancora vecchi che necessiterebbero di nuove tecnologie per sfruttare al meglio questa risorsa.
Costituisce il 20% dell’energia globale prodotta perlopiù creata grazie all’uso di mulini fluviali. Le aree geografiche che permettono questo tipo di produzione ne possono beneficiare largamente, soprattutto in caso di costruzione di bacini montani, in cui si possono sfruttare i dislivelli per aumentare la resa all’ora.
L’impianto più grande al mondo si trova in Brasile ma anche la Cina sta facendo passi da gigante, lo sbarramento fluviale per la produzione di energia è sul fiume Yangtze. Gli Stati Uniti si stanno muovendo verso questa fonte di energia e il corrispettivo in Europa si ha nel Regno Unito. I problemi maggiori sono legati ai delicati ecosistemi acquatici che potrebbero essere danneggiati irrimediabilmente se nella costruzione delle centrali non si prestano le dovute attenzioni.

Ogni tecnologia presenta quindi pro e contro e non è possibile decretare un vincitore in assoluto. Occorre sempre rapportare costi/benefici considerando l’ambiente e il contesto in cui ci si trova. Nessuna soluzione è esportabile senza i dovuti studi ambientali, lo sforzo maggiore sta proprio nel capire dove e come le tecnologie si adattano meglio all’ambiente senza danneggiarlo. (da Biofuelswatch)

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