Creare un macchina a raggi-X portatile

Creare una fmacchina a raggi-X portatile: questo è l’obiettivo ambizioso a cui sembra essere arrivata una promettente società della California riuscendo a combinare questa tecnologia con l’uso di pannelli piatti, realizzati con i metodi tipici dell’industria dei semiconduttori, che potrebbero finalmente permettere l’utilizzo dei raggi x in zone remote, ad esempio nei campi militari, e in generale renderne più pratico l’uso anche nei reparti di terapia intensiva degli ospedali e delle cliniche.

La macchina a raggi x così progettata avrebbe le dimensioni di una valigetta e verrebbe alimentata tramite la comune batteria di un laptop.
Oltre all’evidente convenienza dal punto di vista pratico i primi esperimenti pratici sembrano rilevare una minore esposizione del paziente alle radiazioni.
La Società dietro questo progetto, Radius Health, conta di concludere la fase teorica del progetto entro pochi mese e di avere il primo prototipo su scala disponibile nel giro di un anno.

Cosa cambia con l’introduzione della nuova macchina a raggi X

I macchinari tradizionali, comunemente usati negli ospedali, utilizzano un’alta sorgente di radiazioni: un filamento di tungsteno, posto ad una delle estremità di un tubo vuoto produce elettroni quando surriscaldato e questi accelerano verso il basso all’interno del tubo fino a quando non incontrano un elettrodo metallico generando raggi X.

Nel corso degli anni molti gruppi di ricercatori hanno tentato di rendere più compatte e robuste queste macchine, come ha sottolineato Dieter Enzmann, professore di scienze radiologiche presso l’Università della California. Uno dei principali vantaggi del sistema a raggi X della Radius Health è quello di utilizzare un insieme di emettitori piuttosto che uno solo: la possibilità di controllare autonomamente centinaia o migliaia di fonti è una soluzione che potenzialmente contribuisce a ridurre le radiazioni. Questo è un aspetto fondamentale, specialmente per le applicazioni per le cure pediatriche.

Come funziona la macchina a raggi X di Radius Health

Analizzando il funzionamento più nel dettaglio si evidenzia che questo modello portatile di macchina a raggi x sfrutta la piroelettricità, ovvero l’effetto per il quale alcuni materiali, soggetti a riscaldamento o raffreddamento, riescono a produrre campi elettrici. Viene applicato a questo fenomeno un sistema di controllo sviluppato all’interno dell’Università della California volta a regolare l’emissione di elettroni da parte di cristalli piroelettrici.

Attraverso un’incisione chimica gli strati di cristalli di cui sopra vengono assottigliati e posti in sopra ad un riscaldatore resistivo. Questo sistema assicura un fascio di elettroni costante usati per generare i raggi X. I cristalli usati includono niobato di litio e tantalato di litio, comunemente impiegati in dispositivi di telecomunicazioni e sensori: nulla di particolarmente inusuale o ricercato dunque. Un tubo a raggi X convenzionale produce un fascio di radiazioni a forma di cono, con una maggiore concentrazione nel mezzo: questo è il motivo per cui, dovendo i radiologi registrare un’area più ampia sono costretti a collocare i pazienti più lontano rispetto alla fonte e, per compensare la riduzione di intensità a distanza, la potenza della radiazione deve essere aumentata.

Questo notevole limite dovrebbe essere superato dal nuovo sistema, che produce invece raggi paralleli e uniformi e dunque adattabili meglio a grandi aree.

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