Nel 2017 i crimini informatici sono aumentati in tutto il mondo colpendo oltre un miliardo di persone e causando danni per oltre 500 miliardi di dollari e non esistono previsioni migliori per il 2018. Una crescita esponenziale degli ultimi anni che non solo non accenna a diminuire ma aumenta per numero e per frequenza. Il cybercrime è un fenomeno mondiale reale che ancora fatichiamo a comprendere a pieno.
Il crimine informatico è un abuso che coinvolge l’intera struttura della tecnologia di informazione in tutte le sue parti hardware e software. Sono considerati crimini informatici l’accesso non autorizzato, l’intercettazione e la trasmissione di dati, il danneggiamento, deterioramento o cancellazione ed interferenza di dati ma anche l’uso improprio di dispositivi e i reati dove l’informatica è solo una parte come le frodi online, il furto di identità, la pirateria o la diffusione di materiale illecito.
Per anni si è parlato di hacking come un fenomeno legato a veri e propri esperti in grado di violare i sistemi con azioni considerate quasi più "simboliche" che dannose e al contrario, si è parlato molto meno di cracking e del guadagno economico che ad esso è legato.
L’hacker, infatti, viene spesso confuso con il cracker che ha come scopo ultimo il guadagno e che agisce senza un obiettivo preciso ma commette reati che di fatto comportano rischi minori e che hanno lo scopo di generare profitto economico. Un esempio, sono i casi sempre più in aumento di infezioni malware nelle campagne per il mining di criptovalute e di siti web dove vengono integrati script di mining che usano le risorse del computer del visitatore per minare criptovalute. Nell’ultimo periodo, abbiamo assistito anche alla diffusione di un botnet in grado di generare false visualizzazioni di annunci pubblicitari a danno soprattutto delle piccole realtà aziendali che investono in advertising online.
Un fenomeno diffuso è anche quello legato a veri e propri atti di vandalismo informatico che mirano a danneggiare la reputazione di persone o aziende.
Di fatto, i reati informatici aumentano in modo fisiologico a causa della diffusione di strumenti tecnologici ma aumentano anche perché sono crimini che non richiedono ingenti investimenti in denaro rispetto al guadagno e sono difficilmente punibili perché possono essere commessi ovunque e senza una necessaria presenza fisica.
Le aziende, in particolare, si trovano di fronte a criminali informatici competenti e per contrastarli devono puntare in modo significativo su innovazione e sulle competenze umane e manageriali che sappiano interagire con le tecnologie come machine learning, intelligenza artificiale e security analitycs e con tutto ciò che viene applicato alla cybersecurity.
La sicurezza informatica deve essere parte integrante delle strategie di gestione di aziende, di enti e del nostro vivere quotidiano.
Se poi si pensa che con l’IoT ci saranno miliardi di dispositivi connessi, molti dei quali senza le giuste misure di sicurezza, si può immaginare la portata del problema.
Il termine hacker è stato coniato nella seconda metà del XX secolo e sta ad indicare chi compone programmi senza utilizzare metodi e procedure della scrittura ufficiale del software.Lo scopo è quello di migliorare il software. La figura dell’hacker, viene invece confusa con quella del cracker che viola il sistema informatico per danneggiarlo. Come precisato nell’articolo, i reati informatici aumentano progressivamente ed è giusto cercare chiavi di protezione sempre più sicure.