Soprattutto in ambito universitario, saldare non è un'abilità che viene trasmessa agli studenti.
Texas Instruments, vista l'evoluzione tecnologica che sta avendo il mondo della robotica e dell'IoT, ha ben pensato di offrire un kit di sviluppo per applicazioni legate a questi mondi.
Uno degli scogli più grande da affrontare quando si studia il mondo dell'elettronica e tutte le specializzazioni correlate è senza dubbio l'arte della saldatura.
La particolarità di questo kit?
Non richiede alcuna saldatura, è modulare ed è pronto all'uso.
Riguardo le saldature manuali su pcb, ormai è da qualche anno che nella produzione industriale si cerca di eliminarle in modo assoluto perchè dipendenti dalla ‘mano’ dell’operatore e perchè possono includere una minima incertezza sulla corretta garanzia da fornire con il prodotto. I collegamenti di fili, vengono fatti addirittura da robot antropomorfi su morsetti a molla, magari con filo rigido; oppure vengono realizzate saldature rotanti su conduttori in rame multi-trefoli. Questa è l’industrializzazione…poi invece aprendo qualche gadget di provenienza FarEast, possiamo vedere non poche saldature fatte ancora a mano.
Le saldature che ancora oggi eseguo, riguardano riparazioni o prototipazioni; e comunque sarà mia cura trasmettere la capacità di saldare anche ai figli (se vorranno ;-).
Infine penso che se qualcuno vorrà modificare o aggiungere qualche componente/funzione al TI-SRLK, prima o poi dovrà rispolverare un saldatore…
Ho cominciato a costruire piccoli robot quasi venti anni fa, forse qualcuno si ricorderà del robot Monty (era il 2001) i cui componenti per la costruzione della scheda di controllo, gestione sensori, controllo motori erano allegati a dei fascicoli in vendita nelle edicole.
Per il montaggio occorreva dotarsi di un saldatore e dello stagno, e mentre si montava si imparava a riconoscere i vari componenti e la loro funzione, potendo anche visionare lo schema elettrico
Attualmente, vedi l’ultimo robot in costruzione del tipo a fascicoli, R2-D2 è solamente un assemblaggio di schede, di cui non si conosce nulla o quasi.
Per questo motivo credo, che alle nuove leve nel campo della robotica venga a mancare qualcosa nella loro formazione.
Auspico per chi utilizzerà il robot descritto nel filmato venga comunque la voglia di approfondire come i vari sensori funzionino non solo come effetto finale ma a livello circuitale.
Avvicinare anche i giovanissimi all’elettronica e all’informatica tramite questo tipo di sistemi è sicuramente una possibilità che anni fa era impensabile (e una cosa che mi sarebbe piaciuta tantissimo da piccolo).
Concordo però con le considerazioni di Adriano: assemblare semplicemente, senza sapere che cosa si sta facendo, è forse meno istruttivo che giocare con i LEGO. Imparare a saldare a mano è la base. Un po’ come quando a scuola insegnavano il disegno tecnico manuale piuttosto che a usare subito i sistemi di CAD, utilissimi e fondamentali oggigiorno, ma che non danno alla persona l’impatto “fisico” con la situazione. Ricordo bene i pomeriggi passati in mezzo ai vapori di stagno, usando certamente kit di montaggio, ma analizzando gli schemi circuitali per capire quali componenti occorreva usare e come montarli e poi saldarli. La soddisfazione alla fine era grande, nonostante il rischio dei corto-circuiti fosse sempre dietro l’angolo. Credo che queste esperienze contino ancora oggi.
Con quale linguaggio si programma questo robot?
Con un loro linguaggio proprietario simil-C!