
La privacy è minata dal wifi? La possibilità di collegarsi wi-fi con il proprio telefono cellulare o il portatile alla rete e quindi di navigare o di essere aggiornato e in collegamento con colleghi, ufficio e quant’altro è reso possibile in sempre più luoghi. Nelle stazioni, aeroporti, ristoranti, persino da McDonalds, ma è solo un fattore positivo? O può nascondere insidie? Ci sono sempre due lati della stessa medaglia.
Se da un lato abbiamo la reale possibilità di non perdere il collegamento con il mondo del lavoro, la famiglia o ciò che più ci interessa, dall’altro ci esponiamo al controllo. Sono moltissime le persone che per lavoro frequentano gli aeroporti e le stazioni, soprattutto nei primi, dove si è obbligati ad arrivare ore prima della partenza dell’aereo, a meno che non si sia VIP e si abbiamo trattamenti di favore. Cosa si fa in genere per ingannare l’attesa?
Wi-fi e privacy in aeroporto
Si parla al telefono. Si chiamano i collaboratori, si organizza il lavoro, si fanno le telefonate che si sono perse durante le riunioni oppure quelle necessarie ad organizzare il lavoro futuro. In ultima analisi, o forse no, si chiama la moglie, la fidanzata, l’amica, il marito. Dipende. Essere collegati alla rete attraverso il wi-fi sembra a tutti una gran bella opportunità. Inoltre in questi grandi luoghi, punto di transito di persone e merci, la connessione è offerta gratuitamente all’utente.
Privacy WiFi: Telefonini e portatili
Oltre al cellulare o dispositivo mobile ci sono i piccoli computer portatili con i quali le persone spesso viaggiano. Capita di vedere in aeroporto persone che lo utilizzano nei tempi morti, ma questi dispositivi possono velocemente diventare strumenti di tracciamento, a discapito della privacy. Non credete? Invece è possibile. Attraverso la connessione wi-fi si viene monitorati e ovunque andiate all’interno dell’aeroporto potranno sapere dove siete nel raggio di una decina di metri.
Wi-fi positivo o negativo
Ovunque siate il programma lo saprà. I passeggeri in arrivo sono mostrati con un colore quelli in partenza con un altro. Questo offre il SITA dell’aeroporto internazionale di Copenhagen con la speranza di poter fornire il servizio a tutti gli aeroporti del mondo. Dalle stime fatte attualmente il 20% delle persone quando entra in aeroporto attiva la connessione wi-fi e quindi un quinto dei viaggiatori può essere monitorato. Questa percentuale è destinata a crescere nel tempo per ovvi motivi, ma la privacy? Nessuno ci ha chiesto se essere monitorati ci vada bene oppure no. Certo si può sempre evitare il collegamento e rimanere nell’ombra. La SITA ha recentemente lanciato un’applicazione per smartphone che fornisce ai viaggiatori informazioni specifiche oltre a offerte commerciali in base all’ubicazione del proprietario dell’apparecchio. Insomma, ovunque siate situati in aeroporto vi giungeranno offerte vantaggiose dai negozi e punti vendita attorno a voi.
Considerazioni
L’utilizzo delle rete wi-fi può essere per gli uomini d’affari o chi ha necessità di essere collegato una fonte preziosa, ma è bene sapere che il collegamento rende tracciabili. La perplessità che può sorgere è sempre la medesima: se non abbiamo nulla da nascondere qual è il problema? Sempre lo stesso, la privacy che spesso è necessaria alla buona riuscita di accordi commerciali e non solo. Voi che ne pensate?

Vabbè, non era poi così difficile immaginare la violazione della nostra privacy tramite le reti pubbliche. Già il fatto di collegarsi ad internet da una certa zona fa si che sia possibile essere individuati ovunque ci troviamo. Il WiFi non è altro che un supporto di comunicazione differente rispetto alla rete GSM, UMTS alle quali siamo abituati quando sentiamo parlare di intercettazioni e violazione della nostra vita privata, ma cambia il mezzo e non la sostanza. Siamo in un grande fratello 24/24…
Il wifi è una grande opportunità e credo che tutte le città che aspirano a diventare delle moderne metropoli dovrebbero diffonderlo in modo gratuito e libero, il problema della privacy è senza dubbio importante.
Esistono vari sistemi per sniffare il traffico di rete e programmi come wireshark permettono di fare cio’ è vero anche che non è così semplice come si vuole fare credere, bisogna avere una certa esperienza in merito e non tutto è visibile.
Il problema di quest’epoca, come diceva il sociologo McLuhan, è che siamo diventati un villaggio globlae ed è inevitabile che la nostra privacy venga violata. Non ho detto che sia giusto, ma che ci sono dei prezzi da pagare in un mondo iper-connesso come il nostro.
infatti come avete detto anche voi, se si vuole restare connessi sempre e comunque c’è un prezzo da pagare, anche se io credo che a rubare si va a casa di un ricco capite cosa intendo?
Credo che sia una questione di tempo che l’interconnessione tramite wi-fi dovrà diventare utilizzabile per tutti, ma non solo per chi lavora, ma anche per l’utente medio, come fare il checkin via web evitando le code all’areoporto, oppure fare un biglietto ferroviario via web senza fare code alle macchine self-service o nel box dove c’è il bigliettaio. Il problema della tracciabilità è noto e risaputo, si vedano le azioni adottate negli anni passati con la legge Pisanu che tendeva a aumentare la sicurezza e limitare la criminalità, un po’ troppo restrittiva per tutti quelli che avevano deciso di condividere la propria connessione wi-fi. Ricordo che nel 2006 nacque un movimento di condivisione della rete wireless per chi non era raggiunto dalla banda larga e per chi voleva collegarsi anche lontano da casa, anche alcune città italiane hanno aderito a questo movimento nato in Spagna che porta il nome di Foneros. Da poco il movimento si è aperto anche alle imprese private per ampliare la rete, visto che sono decadute le restrizioni della legge Pisanu.
C’era da aspettarsela una cosa del genere… Non è pensabile di collegarsi a una rete pubblica e stare al sicuro al 100%. Se l’unica cosa che viene fatta è il tracciamento degli spostamenti dei passeggeri, allora la cosa è lieve, chissenefrega se all’aeroporto vedono dove sto… La cosa preoccupante è l’utilizzo di servizi su internet senza la possibilità di avere una rete protetta. Questo è il punto dolente. Abbiamo visto tutti come un plugin di firefox chiamato firesheep permette di sniffare, cioè captare e interpretare i pacchetti che girano in rete. Questo mina la privacy, non il tracciamento della posizione. Io personalmente evito in ogni caso di collegarmi a internet per controllare la posta da una postazione wifi senza protezione, anche se questo vuol dire togliere gran parte dell’utilità del wifi su dispositivi portatili. Per fare queste cose di solito mi collego solo da casa o dalle connessioni cablate dell’uni. (almeno spero che non ci sia nessun malato a fare il man in the middle)
L’articolo comincia così: La privacy è minata dal wifi?
raggiunto il termine dell’articolo si può arrivare alla risposta si.
Insomma, come è scritto la medaglia ha una faccia buona e una cattiva. D’altronde è così in ogni campo. Finchè si tratta di lasciare delle tracce in rete, bè, si può anche accettare di farlo. Il problema entra quanto queste tracce vengono utilizzate per scopi più o meno “sbagliati”. Il problema non sorgerebbe se ciò che noi mandiamo in rete resta in quella rete.. Il problema sorge percè dietro l’angolo c’è sempre un azienda o un singolo che aspetta solo che passi quel dato. Gli usi che ne può fare sono molteplici.
Il rischio che ne deriva è altrettanto grande. Il problema che può sorgere può non essere così irrilivente.
La domanda è..quanto siamo disposti a rinunicare alla nostra “privacy”?
La risposta ti fa comportare di conseguenza..i vecchi metodi esistono ancora…
certamente la privacy è importante, ma se una persona qualsiasi si collega alla rete wireless di un aeroporto, e dall’ufficio della dirigenza la seguono senza sapere chi sia, non credo che sia un attentato alla privacy. più o meno è come essere seguiti dalle telecamere di sorveglianza, solo che non ti inquadrano in faccia, e presumibilmente chi usa il wifi lo fa soprattutto da fermo, quindi gli spostamenti sarebbero comunque limitati… Almeno io non mi metto a leggere le cose su internet mentre cammino.
Come dicevo, i rischi maggiori derivano dall’uso che si fa di una connessione non protetta, ma lì è tutta colpa dell’utente se succede qualcosa
Su questo son d’accordo..in effetti l’uso delle reti pubbliche non credo sarebbe per fare acquisti o transazioni di denaro online. In quel caso sarebbe davvero un errore dell’utente..
Però comunque, diciamo che la privacy nel vero senso della parola viene violata, perchè vengono registrati dei tuoi dati, come ad esempio che dispositivo usi a che ora per quanto cosa accedi e cosa visualizzi..insomma..
A me l’idea non piace…punti di vista.
Non è una novità della nostra privacy viene violata in un secondo della nostra vita ,
Chiaramente la rete wi fi apre tutto una nuova serie di possibilità ,
prima di tutto è necessario ricordare La rete wi fi usando le onde radio come mezzo comunicativo può essere intercettato avendo soltanto un ricevitore nel campo di trasmissione senza necessariamente essere connessi fisicamente .
Comunque in questi ultimi tempi ci sono stati due grossi scandali che hanno riguardato le reti Wi fi ,
La società Google con il suo Servizio google street view Ha mappato tutti le reti domestiche alla portata delle sue macchine che riprendevano le vie di tutte le città del mondo , e al passaggio raccogliendo tutti dati che volavano dalle reti wi fi
Due articoli che parlano dell’accaduto uno in francese ma esiste comunque per ironia Google traduttore
http://www.numerama.com/magazine/18626-la-justice-belge-se-penche-sur-google-street-view.html
http://www.italiasw.com/news/google-street-view-raccolto-dati-wifi-3-anni.html
Come al solito quando si fanno le cretinate c’è sempre i soliti ignoranti si trovano una cosa normale fare la stessa cosa visto che Google si è fatto beccare, apple ha trovato più intelligente al posto di usare delle macchine che scorrono lungo tutte le vie di usare il suo iphone c’è eseguito la stessa cosa di Google ma con il vantaggio supplementare di potere tracciare il tragitto delle persone in più di rilevare le posizioni di tutti reti wi fi ,
ma questo ne ho già parlato lungamente in altri commenti .
http://it.emcelettronica.com/quanto-%C3%A8-verde-liphone#comment-14569
http://it.emcelettronica.com/quanto-%C3%A8-verde-liphone#comment-14570
Ormai non si può nemmeno andare in bagno senza che 10 persone lo sappiano e analizzano tutto cosa sia fatto
È svanisce la cosa in un aeroporto spiano via la rete wi fi , cose che fa parte ormai dalle cose normali .
Al giorno d’oggi la privacy ha perso un sacco di valore… Quando andavo alle superiori stavo in una classe con 20 ragazze e 2 ragazzi (io e un altro). Di queste persone una parte usava il computer solo per vedere le foto della macchina fotografica digitale, e l’altra non lo usava proprio. Mi ricordo che in tutta la classe ero l’unico a saper usare un pò decentemente il computer e ad avere un sito internet. Quando facevamo qualche gita le mie amiche si rifiutavano di darmi le loro foto perchè avevano paura che io le mettessi sul mio sito, (cosa che non avrei mai fatto, perchè avrei dovuto?), finendo nelle grinfie del signor internet, regno solo della pedofilia e dei maniaci pervertiti.
Poco tempo dopo è nato Facebook, e allora internet è diventato bello e buono, e quasi tutte le mie amiche mettono su FB le loro foto in tutte le situazioni, dalle più private alle feste in discoteca.
Io non dico che la privacy non sia importante, ma deve esserci un compromesso. In un aeroporto potrebbe essere utile tracciare gli spostamenti delle persone perchè in questo modo è possibile organizzare gli spazi in modo da ottimizzare il deflusso della folla, studiare i percorsi più praticati dalle persone e quali spazi sono più frequentati. Ha tutto un senso, come google che salva in cache le nostre ricerche per proporci pubblicità orientata alle nostre preferenze. Non è mai successo a nessuno di cercare un libro su google, aprire il risultato che punta (per es.) ad amazon, e poi ritrovarsi in tutte le altre pagine un banner pubblicitario di amazon che vende quel libro? Fino a quando queste informazioni vengono raccolte in maniera anonima, non c’è alcun problema! Anzi, mi fa quasi piacere che i banner pubblicitari mi propongono qualcosa che mi interessa!
Tutto ciò è comunque molto diverso dal caso della apple che registrava tutti gli spostamenti delle persone in un file di log nell’iphone. Infatti in quel caso, se un tizio ruba l’iphone a un altro, può risalire a tutti i suoi spostamenti, e di sicuro non va bene! Può risalire a dove abita e che posti frequenta, e se per caso il telefono è stato smarrito insieme alle chiavi di casa potrebbero essere problemi molto seri… Visti l’indirizzo e le abitudini, è un attimo ad arrivare alla casa della vittima e saccheggiare in un momento nel quale si sa già da prima che probabilmente ci sarà casa vuota. La cosa bella è che questa funzione è anche descritta all’interno della licenza d’uso! non ricordo dove di preciso, ma mi pare che l’ho letto su qualche blog in questi giorni. Quindi uno si fa sottrarre delle informazioni, e paga profumatamente per farlo fare. è molto triste come cosa. Le persone dovrebbero essere sensibilizzate a sapere quello che fanno quando acquistano uno di questi oggetti. C’è questo articolo abbastanza interessante che riassume come faccia apple a mantenere il controllo di quello che deve succedere sugli iphone e simili
http://www.darkapples.net/think-leggere-attentamente-le-avvertenze/
In definitiva non voglio dire che la privacy non abbia proprio più senso, solo per il fatto che siamo spiati ovunque, ma fino a quando viene molto lievemente violata fornendo dati utili a fin di bene è un conto. Quando viene violata per scopi loschi è un altro.
La tua ultima frase è veramente significativa. Descrive esattamente anche il mio pensiero.
Anche se, le parole “fornendo dati utili a fin di bene” possono essere interpretate un pò diversamente.
Insomma, ritrovarsi in google come primo sito in una ricerca amazon è buono, ma vedere in ogni lato di ogni sito che visualizzi la barra con i banner pubblciitari delle cose che hai visto in qualche shop online a me risulta fastidioso. Soprattutto perchè ti fa rendere conto che sei “tenuto d’occhio”. E questo spaventa spesso un utente comune.
Inoltre, non la vedo una cosa a fin di bene =)
Sicuro quella dell’apple non lo è.
Per quanto riguarda google earth..non so bene come siano successe le cose ma se i dati sono stati catturati dalle reti libere e non sono stati utilizzati, bè, che problema c’è? Ongi router offre la possibilità di proteggerlo con una password. Non penso che le google car avessero dei programmi di sniffing montati sopra no? Nel caso, bè, non ne ero a conoscenza. Scusatemi.
Però se è come dico io, bè, chiunque avrebbe potuto entrare, perchè ci si “spaventa” tanto se l’ha fatto google? Che possiede già milioni di dati su di noi e sui luoghi che frequentiamo virtualmente..
La cosa che dovrebbe spaventare di meno è google che passa in giro con le auto di street view, più che altro per il semplice fatto che come hanno potuto prendere informazioni e “sniffare” le reti wireless loro che erano di passaggio, figuriamoci cosa potrebbe fare una persona che si mette ad esempio sotto la casa di un tizio a intercettare tutte le sue comunicazioni…
Il fatto è che fa più notizia quello che google cattura xD
Che le grandi aziende raccolgano dati su di noi questo lo fanno sia se stiamo a casa sia se siamo su rete pubblica. Sinceramente finchè si usano sistemi sicuri, le giuste precauzioni non ci dovrebbero essere problemi. Tipo evitare di scrivere sul pc dati sensibili, o addirittura memorizzare le password. Infatti si sà che il pericolo più grande per se stessi è essere un “utonto”.
Panoramica sulle reti wireless:
PAN Personal Area Network o BAN Body area Network copertura 10/20 metri
ad es. bluetooth
WLAN Wireless Local Area Network propriamente dette come il Wi-fi 50/150 metri
WAN Wide Area Network wireless oltre i 150 metri
BWA Broadband Wireless Access WiMAX regioni molto estese alche decine di Km
lascare dati in rete rende “tracciabili”. possono sapere cosa acquistiamo, dove siamo alla tal ora, eccetera. Se non si ha niente da nascondere il problema dovrebbe essere minino. fin dei conti chi conduce una vita normale, non acquista pezzi per fabbricare bombe e non commette crimini non deve dimostare nulla. a parlarne sembra di essere in un fim poliziesco, dove dalla rete puoi avere un alibi.
è anche vero che non sono i dati ad essere più o meno importanti, ma l’uso che se ne fa. fossimo tutte persone oneste che non hanno interessi a rubare info, sarebbe perfetto.
allora il problema non è della rete, dl wi-fi o della connessione ma della emnte umana che li usa. come del resto in tanti altri ambini.
CE UN MODO X CAPIRE CHI E LA PERSONA CHE E ENTRATA NELLA MIA CONESSIONE WIFI SCROCCHIO VISTO CHE HO IP E INDRIZZO MAC DELLA SCHEDA . VOGLIO CAPIRE CHI E PRECISAMENTE CHI MI PUO AIUTARE
Certo che cè il modo, ad ogni mossa esiste sempre una contromossa, ma non credo che lo possa fare tu, visto che non sai che scrivere tutto maiuscolo per la netiquette significa urlare…
Metti una buona password e cambia nome al router.