Make presenta: il LED


I LED vengono utilizzati in svariati tipi di applicazioni, da semplici indicatori dell'accensione dei macchinari fino ai segnali di traffico. Un LED utilizza circa il 10% dell'energia di una tradizionale lampadina elettrica e possiede una durata fino a 30 volte superiore. Questo lo rende preferibile per applicazioni mirate a comunicazione visiva su larga scala.

Gli esseri umani sono affascinati dalla luce. Ad esempio, solo lo scorgere un flash luminoso su una superficie attira la mia attenzione. Vi ricordate quando sedendosi attorno al fuoco di un campeggio, si osservavano le fiamme rimandendo del tutto impetriti come se si stesse guardando la televisione? È una visione confortante e potrebbe addirittura diventare ipnotica. Di recente, le tecnologie hanno permesso di creare luce con metodi sempre più semplici, e dobbiamo ringraziare un piccolo componente per questo: il LED o Light Emitting Diod (Diodo ad Emissione di Luce).
I LED vengono utilizzati in svariati tipi di applicazioni, da semplici indicatori dell'accensione dei macchinari fino ai segnali di traffico. Un LED utilizza circa il 10% dell'energia di una tradizionale lampadina elettrica e possiede una durata fino a 30 volte superiore. Questo lo rende preferibile per applicazioni mirate a comunicazione visiva su larga scala.

La prima persona che abbia scritto a proposito degli effetti di un diodo ad emissione luminosa stava effettuando ricerche mirate ad altri tipi di comunicazione. Nel 1907, un uomo di nome H. J. Round stava effettuando ricerche circa onde radio per i laboratori Marconi. Round utilizzava una periferica chiamata cat's whisker detector, che diversamente dal nome non contiene alcuna parte di gatto. Round ricercava con questo sensore una zona pura in un cristallo di carburo di silicone quando si accorse di qualcosa di insolito. Una parte del cristallo iniziò a brillare giallo pallido. Si trattava di un LED.
L'esperimento del cristallo di H.J. Round sembrava così straordinario e semplice che ho voluto provarlo io stesso.
Così mi sono procurato un cristallo di carburo di silicone, l'ho collegato al polo positivo del mio alimentatore usando un morsetto a coccodrillo. Poi ho collegato un piccolo ago da cucito all'altro polo dell'alimentatore ed ho iniziato a cercare le zone di emissione di luce. In seguito ho costruito un mio personale cat whisker detector, così da poter mantenere l'ago nella stessa posizione in cui ho trovato una zona luminosa. Adesso posso stare tranquillamente seduto e gordermi la pallida luce del mio LED artigianale ogni volta che voglio, e anche se risulta essere un metodo un pò rozzo, risulta pur sempre affascinante.
Per quello che ne sappiamo, la ricerca di Round in riguardo ai cristalli in grado di emettere luce terminò qui, ed è un peccato perchè effettivamente egli aveva scoperto qualcosa. Ovviamente però questa non è la fine della storia. Quindici anni dopo nella Russia Imperiale, uno scenziato ed inventore di nome Oleg Vladimirovich Losev si accorse che certi diodi in Radio iniziavano a brillare leggermente durante l'uso. Losev effettuò una serie di lunghe ricerche e pubblicò i suoi risultati in diverse lingue. Purtroppo però sembra che esse siano passate inosservate alla comunità scentifica. Infatti si dovette attendere fino al 1962 perchè un diodo ad emissione luminosa LED venisse prodotto da Nick Holonyak presso General Electric. Holonyak è ampiamente riconosciuto come il padre del LED.
La tecnologia che Holonyak presentò al pubblico risulta incredibilmente simile al nostro esperimento del cristallo. Un sottile filo metallico collega un lato del circuito ad un piccolo pezzo di materiale semiconduttivo sull'altro lato. I due diversi connettori sono tagliati a lunghezze diverse per chiarire il modo in cui il LED deve essere collegato per funzionare. Il connettore più lungo è chiamato anodo e deve essere collegato al polo positivo della sorgente di energia, mentre quello più corto viene chiamato catodo e va collegato al polo negativo.
Per alimentare un LED, si può usare benissimo anche una comune batteria piatta, la CR2032, ed assicurarsi che il connettore più lungo sia collegato al lato positivo che è quello più ampio e liscio, mentre l'altro connettore deve essere collegato al polo negativo posto sull'altro lato. In caso decidiate di utilizzare una batteria, ad esempio da 9 Volt, avrete bisogno di una resistenza per limitare la corrente in modo da non bruciare il LED.
Basta collegare il catodo, cioè il lato più corto, al polo negativo ed inserire una resistenza da 470 ohm tra il polo positivo della batteria e l'anodo. Per altre informazioni, siete pregati di consultare il centro LED. Inoltre potete trovare informazioni aggiuntive al LED Museum. Per qualsiasi tipo di progetto o idea usando LED, e per informazioni, consultate makezine.com.

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Una risposta

  1. Avatar photo slovati 28 Maggio 2009

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