
L'agenzia spaziale europea (ESA) ha lanciato un progetto rivolto alle università europee che si prefigge l'ambizioso obiettivo di realizzare un satellite interamente progettato da gruppi di studenti, e di collocarlo in orbita attorno alla luna.
Il progetto ESMO (acronimo di European Student Moon Orbiter) rappresenta un'opportunità unica ed irripetibile per molti studenti universitari, che possono così arricchire la propria esperienza di progettazione attraverso un'esperienza entusiasmante che potrà, si spera, essere la base per future missioni pianificate dall'ESA. Gli obiettivi della misisone ESMO si possono così sintetizzare:
- lanciare la prima sonda lunare interamente progettata e costruita da gruppi di studenti appartenenti a nazioni membre dell'ESA o a stati che cooperano con l'ESA
- posizionare in orbita lunare il satellite e renderlo operativo. Verrà utilizzato un sistema di propulsione installato a bordo del satellite per eseguire il trasferimento dall'orbita iniziale attorno alla terra a quella polare definitiva attorno ala luna, attraverso il punto lagrangiano L1 del sistema Sole-Terra; quest'operazione di trasferimento dovrebbe richiedere circa 3 mesi, al fine di ridurre al minimo il consumo di carburante
- acquisire immagini della luna da un'orbita lunare stabile e trasmetterle a terra per finalità didattiche e di ricerca. Il satellite disporrà di una macchina fotografica ad angolo stretto (narrow angle camera) del peso di 2,5 kg in grado di produrre immagini in media risoluzione di punti prefissati della superficie lunare. A titolo puramente dimostrativo e didattico, alcuni studenti delle scuole superiori avranno anche la possibilità di scegliere quale parte della superficie lunare dovrà essere fotografata
- eseguire nuove misurazioni rilevanti per lo studio e l'esplorazione lunare. A bordo del satellite verrano infatti caricati diversi dispositivi, come un piccolo radar in grado di eseguire osservazioni radar della superficie lunare (inclusa la parte di luna non visibile dalla terra), un misuratore di radiazioni piccolo e compatto, un radiometro a microonde passivo del peso di 2,5 kg, con il compito di misurare le proprietà termiche e dielettriche del regolite lunare. Verrà inoltre eseguito un test nel campo delle telecomunicazioni per sperimentare un protocollo internet in orbita lunare. LunaNet, questo il nome del protocollo internet-like, avrà il compito di sperimentare un nuovo tipo di comunicazione tra veicoli in orbita attorno alla luna (lander, rover) e le stazioni di terra poste sul nostro pianeta.
ESMO è la quarta missione all'interno dell'Education Satellite Programme di ESA, e si basa sull'esperienza acquisita con precedenti programmi come SSETI Express (lanciato in orbita LEO nel 2005), YES2 (lanciato nel 2007), e ESEO (European Student Earth Orbiter), il cui lancio in orbita LEO è programmato per il 2013. L'orbita LEO (Low Earth Orbit) è un orbita con altezza compresa tra 300 e 1000 km circa, e basso angolo di inclinazione.
Il progetto ESMO, al quale partecipano oltre 250 studenti appartenenti a 23 università di 11 diversi paesi, ha superato con successo la fase A relativa allo studio di fattibilità (la missione è quindi tecnicamente realizzabile), e sta procedendo bene con la fase B di preliminary design. Il satellite ESMO verrà presumibilmente lanciato in orbita GTO (Geostationary Transfer Orbit) entro il 2014.
SSTL (Surrey Satellite Technology Limited), il System Prime Contractor dell'Education Office di ESA, sta gestendo direttamente il progetto ESMO, assicurandosi che gli studenti possano disporre di tutto il supporto necessario per la progettazione. Vengono perciò messe a disposizione degli studenti stessi varie figure di specialisti sia a livello tecnico che di sistema, in grado di risolvere ogni problema implementativo, oltre alle infrastrutture e facility necessarie.
Anche l'Italia è presente nel progetto ESMO, rappresentata da 2 squadre del Politecnico di Milano. La prima squadra si sta occupando dell'"Attitude and orbit determination and control system" (AOCS), il cui compito è quello di controllare il satellite dopo il lancio, e di orientare opportunamente i pannelli solari, la fotocamera, le antenne, ed i propulsori. Il team deve progettare l'architettura del sottosistema, scegliere e dimensionare opportunamente l'hardware, ed eseguire le necessarie simulazioni. La seconda squadra italiana si occupa invece del "Propulsion System Liquid Feed" (PSLF), con il compito di definire le caratteristiche del sistema di alimentazione liquida dei propulsori. Il sistema dovrà essere utilizzato per trasferire la sonda dall'orbita GTO all'orbita lunare.
Questa immagine mostra il satellite ESMO visto dall'alto. La vista esterna mette in evidenza i pannelli solari e le coperture termiche, mentre la vista interna mostra solo i pannelli solari (immagine di Surrey Satellite Technology Ltd). Dal punto di vista tecnico, il satellite avrà dimensioni pari a 120 x 110 x 100 cm, un peso di 265 kg (inclusi 93 kg di combustibile) ed avrà una vita di circa 11 mesi.

Avevo già sentito parlare di questo progetto e sinceramente lo trovo vivamente interessante ed è certamente un esempio valido di pratica associata alla teoria…sarà una bella soddisfazione per quei ragazzi sapere che in orbita c’è una loro creazione…ancora si è agli albori con il progetto, ma rappresenta già un ottimo esempio di collaborazione tra le culture universitarie dei vari paesi europei…ottimo!
integro il commento con un secondo, dato che non mi è permesso editare il primo…mi fa piacere che in questa ricerca e svluppo del satellite geostazionario compaiano anche due team di studenti del politecnico di Milano…l’Italia, per quanto riguarda la ricerca scientifica, si distingue abbastanza bene in Europa e questo anche se la condizione di lavoro dei ricercatori nel nostro paese non è di certo la più agevolata. Questi progetti di carattere europeo collocano l’Europa e i paesi che ci lavorano in un contesto di rilevanza molto più ampio quale è quello di carattere mondiale. ESA, alla pari della Nasa, vanta progetti spaziali di tutto rispetto e sentire che per ESMO ne è già stata dichiarata la fattibilità rappresenta un primo passo per questi studenti per poter concretizzare forse nel migliore dei modi la teoria e gli studi universitari. Un in bocca al lupo per gli sviluppi futuri! 😉
Non sapevo che l’ESA disponesse di questo tipo di porgetti. Nel caso specifico lo reputo molto interessante sia perchè mette a disposizione di giovani l’opportunità di far parte delle nuove tecnologie e sia perchè li rende partecipi di un mondo avveneristico che cerca di progettare e scoprire nuove frontiere per il futuro.
In oltre, considerando che nel nostro paese, di queste opportunità non c’è ne sono molte, lo reputo un ottimo progetto per inserire dei giovani e forse aggiungere un pò di entusiasmo per fare in modo che in futuro possano impiegare le loro menti nel nostro paese e non essere costretti ad esercitare le loro professioni in un altro paese.
Spero di non aver appesantito troppo il mio commento. E’ il mio primo commento
In questo periodo in cui l’istruzione sta subendo colpi sempre più duri credo che questa iniziativa sia veramente importante: non solo darà risalto alle strutture scolastiche che ne faranno parte e motivazione agli studenti che collaboreranno al progetto, ma fornirà anche occasioni di lavoro per tutti coloro che verranno coinvolti in questo progetto.
Non oso immaginare il lavoro che c’è da fare per rendere il tutto funzionante ma chiaramente non sarà una sola persona o un solo team a lavorare a questo progetto ma un insieme di team perfettamente coordinati e in cui ognuno si occupa di una piccola parte del progetto finale.
L’idea di coinvolgere le università in progetti di questa portata secondo me dovrebbe essere estesa a sempre più università e scuole magari anche con progetti più piccoli e questa iniziativa potrebbe essere il trampolino di lancio per ulteriori iniziative utilizzando perché no, tutti quei fondi europei destinati alla ricerca che spesso non vengono sfruttati a dovere.