
Vivere in un mondo senza fili è l’ambizione dell’uomo contemporaneo, così come lo era stata di Nikola Tesla. Il settore industriale del wireless punta non solo a rendere disponibili i vari tipi di comunicazione vocale, di dati video e audio attraverso tutti i dispositivi che si interfacciano via etere, ma anche a rendere trasparente l’accesso all’utente.
In pratica, tutte le chiamate telefoniche, internet, la TV e gli altri servizi dovrebbero essere accessibili agli utenti tramite diversi supporti, quali PC, smartphone, tablet, ecc. Nonostante questa convergenza difficilmente si potrà compiere nell’immediato futuro, un evento globale come le Olimpiadi di Londra del 2012 possono rappresentare una sorta di valutazione dello stato delle cose. A che punto siamo con la realizzazione di un mondo senza fili?
I mezzi di comunicazione durante le Olimpiadi del 2012
Immaginiamo una ipotetica giornata durante le Olimpiadi di Londra del 2012. Usare la fantasia per idealizzare un futuro è spesso il modo migliore per renderlo poi reale. Siete pronti? Allora cominciate la vostra giornata sportiva confermando, tramite il vostro dispositivo portatile 4G (forse meglio 5G) la programmazione degli eventi e attivate i vostri biglietti elettronici così da poter usare la fila priorità all’ingresso allo stadio.
Mentre siete in attesa di conferma potete utilizzare internet per controllare il tempo (d’altronde siete a Londra!) ed eventualmente riprogrammare la giornata di conseguenza e poi dare un’occhiata al traffico per poter raggiungere Wembley con più tranquillità. Utilizzando le applicazioni per il traffico satellitare (con aggiornamenti ogni 20 secondi) il percorso verrà ricalcolato secondo l’itinerario più libero.
Una volta dentro lo stadio, troverete diversi punti di accesso wireless per migliorare la vostra esperienza sensoriale: Il network dello stadio vi offre la possibilità di scegliere fra le diverse inquadrature da seguire, così da renderle complementari alla diretta che seguite dal vivo: volete rivedere un replay oppure una zoomata su un particolare che avete perso? Nessun problema. Dopotutto sarebbe una evoluzione di quanto proposto da Sky per i Mondiali del 2010 in Sudafrica. E se nel frattempo si sta svolgendo un altro evento che avreste voluto seguire, basterà registralo per rivederlo successivamente, grazie alla connessione del dispositivo con un TV (3D).
Cosa cambierebbe in un mondo senza fili?
Forse il cambiamento più interessante nella rete wireless sarà rappresentato da chi si troverà ad offrire i contenuti. Con l’aumentare della larghezza di banda e del miglioramento della compressione di dati, sarà possibile trasmettere sempre più video in HD. Nonostante una gran quantità di questi contenuti digitali provengano dalla televisione e dall’industria cinematografica, una buona parte di essi sarà veicolata da fonti più avanzate, come i social network o youtube e simili. L’importanza dell’upload da parte dell’utente è cruciale, e la popolarità dei servizi appena menzionati ne è la prova.
Anche i canali pubblicitari prenderebbero una diversa direzione (ma possiamo dire che lo stanno già facendo), visto che i nuovi provider di contenuti saranno alla ricerca di sponsor proprio dalle pubblicità. È uno scenario immaginario, nel quale è meglio comunque non addentrarsi troppo, visto che si rischia di passare dalla fantasia all’illusione.
Siamo sulla buona strada, forse sull’ottima, verso la costruzione di un mondo senza fili, almeno per quanto riguarda l’entertainment e altri servizi accessori, ma dovremmo sempre accompagnare il buon senso allo sviluppo tecnologico: se da un lato aumentiamo la nostra user experience (mi vedo la partita o la gara dei 100m con dettaglio zoomato sui blocchi di partenza, ad esempio), siamo sicuri di non perdere la bellezza che la pura emozione dal vivo riesce a trasmettere?
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Sicuramente l’esperienza dal vivo di partite, concerto,… non potrà mai essere sostituita dalla tecnologia altrimenti possiamo dire di vivere in “Matrix” in cui le emozioni, le idee, i gusti, gli odori,… sono dei “banali” segnali elettrici.
Nonostante questo limite (che mi auguro non venga mai superato), c’è da dire che l’idea di un mondo senza fili è molto allettante! Ancora di più se pensiamo alla tanto citata “witricity” (per la quale ho delle riserve) e all’idea di adottare come unico mezzo di comunicazione solo ed esclusivamente la rete internet.
Ma tutto questo a che prezzo?! Negli articoli precedenti non si è parlato della pericolosità delle onde elettromagnetiche per l’uomo? Forse è meglio un cavo in più, un goal non visto o ore di code in mezzo al traffico ma con una buona salute piuttosto che avere tutte le comodità di questo mondo senza potersele godere…in fondo anche gli imprevisti fanno parte della vita.
Gli articoli come questo mi fanno pensare a un tema a me particolarmente caro, e penso anche a molta altra gente.
Il cosiddetto “digital divide”. Ora qualcuno si chiederà, leggendo “ma che c’entra ??? Off topic !”.
Assolutamente no, almeno per me.
Ieri sera leggevo su twitter che l’AD di Telecom ha aperto un tweet a cadenza mensile dove parla con chiunque abbia qualcosa di importante da comunicare nel merito dei servizi.
Tra i vari tweet è tornato un ricorrente di oggi : il cloud computing; cito testualmente “se non usi cloud sei un Dinosauro”.
Al che io, come semplice utente medio inizio a fantasticare, aldilà degli interessi economici del singolo fornitore di servizi, e vedo che :
– Esiste una varietà sconfinata di prodotti wireless
– L’utente medio possiede 1,x cellulare (ormai in pochi ne hanno solo uno)
– Cloud avanza
E in tutto questo cosa succede ? Esiste ancora il digital divide. E credetemi esiste davvero; lo vivo in prima persona.
Da pochi mesi ho deciso di trasferirmi dalla città alla campagna : ogni giorno mi faccio 40 min di strada per arrivare nel centro città dove lavoro.
Faccio tutti i trasferimenti di utenze e cosa scopro ? che internet non arriva dove abito.
O meglio arriva, solo con chiavetta di gestore mobile. Quindi viaggio con il freno tirato; mi scordo le velocità di cavo e fibra.
L’unico modo che avrei per ottenere un servizio è rivolgermi a un privato, fatto il preventivo la cifra è spaventosa (100 euro l’anno per ogni Mb/s + l’installazione).
Praticamente internet su cavo mi costa più dell’abbonamento che paga un provider che su internet lavora !!
Ed eccomi appunto a fantasticare su una rete mista; che mi permetta di accedere via radio ad un server cablato : con gli opportuni accorgimenti tecnici si può arrivare ad una velocità di connessione che non ha nulla a che invidiare all’ADSL.
Gli smartphone di ultima generazione viaggiano su hotspot a 54 Mega (teorici) ; perché non applicare la tecnologia wireless hotspot in un sistema misto WiFi+cavo ?
Penso sinceramente che gli strumenti esistano già, così come esistono i cervelli in grado di realizzare un sistema WiFi+cavo da 100 M.
Per quanto riguarda il cloud, penso sia realmente il futuro e che domani saremo tutti sulla nuvola, In fondo alla sua nascita anche internet era locale, e connetteva solamente organi pubblici internazionali. Oggi internet è la comunicazione e l’informazione di milioni di persone, e non solo.
Quello che non ci è dato sapere è “a che prezzo potremo usufruire del cloud ?”.
Tralasciamo posizioni estreme del tipo “la rete è un diritto di tutti : rete gratis” tuttavia stiamo anche attenti a non cadere nel meccanismo “io fornisco servizi, la rete la metto solo dove il mio guadagno è massimo”.
E’ corretto in fondo che chi fornisce un servizio venga pagato per questo; allora propongo : servizio misto anti-digital divide ! Credo si possa arrivare ad una mediazione ragionevole, del resto
“C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti” come diceva Henry Ford, e anche uno spot di automobili di qualche anno fa.
Ciao Pronucleo, un intervento davvero interessante e che mi sento di quotare! Per parlare del futuro della tecnologia bisogna prima perfezionare il presente.