PARC: Detector per HIV tascabile

Solo le cliniche e gli ospedali delle grandi città possono permettersi i macchinari per effettuare il test dell’HIV sul sangue e monitorare quindi la progressione della malattia per poterla curare nel modo più efficiente possibile: proprio per questo notevole limite, e in aiuto delle zone rurali ed isolate che sono spesso proprio quelle dove il virus è maggiormente diffuso, la PARC ha progettato un valido detector per HIV tascabile.

Sono moltissime ad esempio le zone dell’Africa, o in generale dei Paesi meno sviluppati, dove il virus dell’HIV è diffuso in percentuali impressionanti ma dove al tempo stesso, le difficoltà nei collegamenti e nell’accessibilità rendono impossibile applicare il test tradizionale: spesso in questi luoghi i medici sono costretti a prescrivere i trattamenti basandosi solo sui sintomi manifesti. La situazione potrebbe finalmente cambiare grazie al nuovo progetto di alcuni ricercatori impegnati in California presso il PARC (Palo Alto Research Center).

PARC: la nuova frontiera sul test per l’HIV

Il lavoro di questi ricercatori punta proprio a trasferire la tecnologia laser usata nei macchinari di grandi dimensioni in piccoli detector tascabili, delle dimensioni di un ipod, per poter segnalare il virus in circa dieci minuti e permettere quindi interventi di cura tempestivi.

L’idea nasce quindi come esigenza: come ha sottolineato lo stesso Peter Kiesel (del team di PARC) era necessario creare un dispositivo che potesse essere trasportato in uno zaino dai medici che operano nelle zone estreme, soprattutto in Asia e in Africa, dove purtroppo l’HIV non è un’eccezione ma quasi la normalità.

Funzionamento del detector per l’HIV

Il dispositivo funziona in maniera molto semplice e veloce: in pochi istanti si preleva un campione di sangue tramite una piccola puntura sul dito e questo viene immediatamente esaminato attraversando un caale illuminato via laser.
Quello che il detector in sostanza deve individuare e contare sono le cellule CD4 nel sistema immunitario (che sono proprio quelle uccise dal virus) : secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è raccomandabile iniziare il trattamento antiretrovirale di cura su un paziente malato quando esso conta un numero non superiore a 250 cellule CD4.

Bernhard Weigl, ricercatore della PATH (un’organizzazione no profit dedicata all’analisi delle tecnologie per lo studio delle cellule CD4) ha evidenziato i grandi risultati di questo detector tascabile sottolineando come la qualità del grafico ottenuto corrisponda a quella dei macchinari di grandi dimensioni. Anche a livello economico, con i circa 250 dollari richiesti per la costruzione, questo dispositivo si dimostra notevolmente più conveniente dei macchinari tradizionali. Tuttavia raggiungere il mercato potrebbe non essere facile: ci sono almeno una dozzina di progetti in corso, tutti accomunati dallo scopo di ridurre i costi per la tecnologia sulle cellule CD4.

In particolare ci sono alcuni campioni, finanziati dalla Fondazione di Bill e Melinda Gates, che si basano su dispositivi usa e getta pratici e semplici da usare, sul genere dei test di gravidanza. Questi ultimi, che almeno inizialmente limiterebbero ulteriormente i costi e non richiedono manutenzione, potrebbero adattarsi meglio nelle zone remote in cui però i casi di HIV sono ridotti numericamente.

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