Solar Thermal Test Facility: Nasa comincia la simulazione delle estreme condizioni spaziali con il Solar Thermal Test Facility

Solar Thermal Test Facility,la struttura utilizzata dalla Nasa per i test più estremi. In un ambiente ostile come lo spazio, i satelliti si possono bruciare a causa del sole caldissimo di fronte a loro o possono congelarsi a causa delle temperature estremamente basse alle loro spalle. I ricercatori del centro spaziale Marshall della Nasa ad Huntsville, in Alabama, stanno utilizzando il loro Solar Thermal Test Facility per simulare alcune delle più aspre condizioni che può offrire lo spazio, al fine di imparare ciò che potrebbe accadere ad un hardware di volo quando si trova vicino al sole. Al momento stanno utilizzando Strofio, un strumento unico della Nasa che volerà a bordo di una imminente missione dell’ESA (European Space Agency). Lo scopo è quello di testare l’equilibrio termico prima che lo strumento cominci il suo viaggio verso Mercurio.

La struttura del Solar Thermal Test Facility

Il Solar Thermal Test Facility sembra appartenere ad una galassia lontana, con specchi a parabola che riflettono i raggi solari. I giganteschi muri di specchi funzionano in questo modo: catturano la luce proveniente dal sole e reindirizzano l’energia su qualsiasi cosa si trovi al centro di un piccolo disco, posizionato di fronte al punto focale dello specchio. Questo surriscalda lo strumento, permettendo agli scienziati di sapere come il loro hardware si comporterà in vicinanza del sole.

Le prove effettuate sul Solar Thermal Test Facility

Questa, però, è solo metà dell’opera. Grazie al Southwest Research Institute, infatti, è stato possibile installare sul Solar Thermal Test Facility una copertura in azoto liquido all’interno del disco che farà scorrere dell’azoto liquido ad una temperatura bassissima.

Questo permetterà agli ingegneri di congelare il disco nello stesso modo in cui avverrebbe nello spazio profondo. Quindi, di fronte, gli specchi produrranno un calore pari a quello del sole, alle spalle invece il Solar Thermal Test Facility sarà sottoposto al freddo estremo provocato dall’azoto liquido del disco. L’effetto combinato riproporrà le condizioni dello spazio, permettendo agli scienziati di testare il comportamento dello strumento in una condizione del genere.

Questi test sono vitali per alcune strumentazioni come quelle di Strofio, che sono destinate a viaggiare a distanza ravvicinata dal sole: nel caso specifico Strofio volerà in orbita polare intorno a Mercurio, per determinare la composizione fisica della sua superficie, utilizzando una tecnica chiamata spettrometria di massa che offrirà un consistente numero di dati per studiare la storia geologica del pianeta.

Strofio verrà lanciata insieme alla missione dell’ ESA Mercury Planetary Orbiter nel 2014 e, quando raggiungerà la sua orbita intorno a Mercurio, il sole la esporrà a delle temperature oltre i 120 gradi Celsius o i 248 Fahrenheit. Questa è anche una dura prova per i computer della Nasa, relativamente resistenti, che storicamente operano solo ad una temperatura che si aggira intorno ai 24 gradi Celsius o ai 75 Fahrenheit. Quindi il lavoro che c’è da fare è ancora lungo, visto che prima è tassativo riuscire a gestire le condizioni estreme che si verificheranno in orbita intorno a Mercurio.

Per il momento, la squadra del Solar Thermal Test Facility continua a testare Strofio, in preparazione alla sua prossima ed imminente missione.

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