Team di scienziati prevedono che i satelliti saranno in grado di individuare centinaia di pianeti delle dimensioni della terra 1

I ricercatori dicono che le nuove proposte nel campo satellitare potrebbero rappresentare il prossimo “grande salto” dell'astronomia, l'unico, a detta loro, che possa aiutare a trovare i segni di una vita possibile nell'universo remoto.

La gara per trovare pianeti extrasolari - pianeti che si trovano al di fuori del nostro sistema solare - continua ed, anzi, accelera. La scorsa settimana i ricercatori della NASA hanno annunciato che l'agenzia, con il nuovo telescopio usato per l'esplorazione spaziale chiamato Keplero, ha scoperto cinque nuovi pianeti extrasolari, ampliando così il numero di pianeti extrasolari conosciuti a 422: questo segna un incremento di circa il 25 per cento registrato in un solo anno. Un nuovo satellite proposto dai ricercatori del MIT potrebbe accelerare ulteriormente questo genere di scoperte e potrebbe permettere anche di individuare centinaia di pianeti delle dimensioni della Terra che si trovano fuori dal nostro sistema solare e che potrebbero essere i candidati naturali per vedere sorgere una qualche forma di vita, proprio come sul nostro pianeta.

Il team del MIT, guidato da George Ricker, Senior Research Scientist dell'Istituto di Astrofisica Spaziale e di ricerca Kavli, è in attesa dell'approvazione della NASA per il Transit Exoplanet Survey Satellite (TESS), mezzo con cui sarà condotta la prima indagine mai realizzata sui pianeti spaziali cosiddetti in transito.
Cercando in una regione di cielo 400 volte superiore a quella rivelata dal campo di applicazione di Keplero, una volta lanciato TESS sarà in grado di osservare 2,5 milioni delle più vicine e più brillanti stelle.

Il Team guidato da Ricker predice che TESS sarà in grado di individuare tra i 1.600 e i 2.700 di questi pianeti entro due anni, compreso un gruppo di altri piccoli pianeti in un numero che si assesterà tra i 100 e i 300. Questi pianeti non hanno le dimensioni della terra e quindi potrebbero non presentare le caratteristiche idonee perché la vita vi si sviluppi.

"Anche se TESS dovesse riuscire a trovare centinaia di piccoli pianeti, solo una manciata di questi sarebbe nella 'zona abitabile' e sarebbero candidati naturali per la vita", ha detto il professore del MIT e assistente di fisica Joshua Winn, che fa parte della squadra di Ricker.

La maggior parte dei 422 pianeti extrasolari scoperti fino ad oggi (e catalogati da Jean Schneider, astronomo che lavora all'Osservatorio di Parigi) sono pianeti gioviani caldi, pianeti giganti che risultano inospitali per l'attività biologica. TESS si concentrerà, invece, sulla ricerca di pianeti più piccoli, di dimensioni simili a quelle della Terra. Utilizzando sei grandangolo e telecamere ad alta precisione per scandagliare il cielo e per raccogliere le gocce temporanee di luminosità causate dal passaggio di un pianeta davanti alla sua stella (da qui pianeti in transito), TESS dovrebbe misurare la luce oscurata da un pianeta in transito. TESS è in grado di catalogare la curva della luce prodotta da questi transiti in modo che il follow-up di lavoro da terra, tramite le osservazioni di spettroscopia ad alta risoluzione, sia poi in grado di determinare la massa del pianeta, il suo raggio e la sua densità. Gli studi spettroscopici dei pianeti extrasolari brillanti trovati da TESS, che il prossimo James Webb Space Telescope renderà possibili, potrebbero rivelare utili informazioni su di un pianeta, come, ad esempio, se l'acqua o biossido di carbonio esistano sul suo suolo.

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