Un bioingegnere usa le nanoparticelle per destinare i farmici

Il bioingegnere Clemson Frank Alexis sta progettando nuovi modi per utilizzare i farmaci e ridurre le possibilità di effetti collaterali.

Le pubblicità farmaceutiche possono causare la sensazione inquietante che se la malattia non uccide, la cura lo farà, con le lunghe liste degli effetti collaterali dei farmaci e le avvertenze. Molti farmaci terapeutici come le pillole, le creme, le siringhe, IV o i liquidi possono essere colpire o far perdere l’apparato urinario.

I ricercatori riferiscono che solo 1 su 100.000 molecole di un farmaco per via endovenosa raggiunge il luogo di destinazione nel corpo.
Per aggirare questo problema Alexis usa un veicolo: le nanoparticelle. Pensa agli M&M’s: le nanoparticelle sono il guscio esterno della caramella ed il cioccolato è la medicina. L’obbiettivo dovrebbe essere lo stesso di un M&M: sciogliersi nel punto giusto.

La nanotecnologia agisce a livello molecolare. Si tratta di ingegneria dei materiali su una piccola scala dove i risultati possono essere visti solo con elettroni e microscopi a forza atomica. I nanoingegneri approfittano delle forze naturali - cariche elettriche positive e negative, attrazione e repulsione, resistenza di superficie - per avere materiali autoassemblanti.
Una manciata di farmaci nanoparticelle sono già stati approvati per la cura di malattie, soprattutto tumori. Alexis e gli altri bioingegneri hanno inaugurato una nuova era nel campo della medicina.

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