
Una nuova ricerca che sa di fantascienza, come nei film, nella celebre pellicola Inception di Christopher Nolan dove un gruppo di persone attraverso l’inconscio dei sogni riusciva ad entrare nella mente delle persone per modificare o scoprire le loro idee. Un team di scienziati del Brain Information Communication Research Laboratory Group dell’istituto internazionale Advanced Telecommunication Research di Kyoto, pare abbia realizzato la possibilità di impiantare false esperienze (o falsi ricordi) nel cervello di un essere umano senza che il diretto interessato ne sia a conoscenza. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Currenty Biology dal titolo "Learning to Associate Orientation with Color in Early Visual Areas by Associative Decoded fMRI Neurofeedback".
L’idea
Un gruppo di scienziati giapponesi ha pubblicato sulla rivista Current Biology uno studio a proposito della possibilità di impiantare false visioni in un cervello umano. L’idea concettuale prevede che il soggetto sia concentrato su un videogioco all’interno di una macchina a risonanza magnetica funzionale (fMRI). La macchina serve appunto per eseguire una risonanza del cervello e fornire una decodifica dell’attività in real time (neurofeedback). Gli scienziati hanno testato se l’apprendimento associativo di orientamento e colore possa essere creato nelle prime aree visive di elaborazione (early visual area). L’apprendimento associativo è un tipo di apprendimento per mezzo del quale un essere vivente modifica le sue risposte ad uno stimolo, basato su processi di condizionamento strumentale. L’attività sperimentale è durata 3 giorni durante i quali nei modelli di risonanza si è evidenziato uno specifico colore di destinazione (rosso) per lo più nelle prime aree visive, mentre un’immagine di strisce bianche e nere verticale veniva fisicamente presentata ai partecipanti. I partecipanti percepivano il colore rosso più frequentemente di quello relativo ad un reticolo verticale acromatico. I risultati sono stati osservati anche nei mesi successivi, suggerendo la conclusione scientifica che l'apprendimento associativo a lungo termine di due diverse caratteristiche visive come l'orientamento e il colore è stato creato, molto probabilmente, nelle prime aree visive di elaborazione.
Questa tecnica, denominata "A-DecNef", potrebbe essere utilizzata come strumento per la comprensione e la modifica delle funzioni cerebrali.
L’esperimento è stato effettuato per un certo numero di volte, affinchè la macchina fornisse un punteggio in relazione all’attività celebrale associata al colore rosso. L’obiettivo era di cercare una certa relazione tra le strisce verticali acromatiche e il colore rosso. In ciascun paziente con punteggio più alto, è stato osservato che nessuno di loro ha messo in risalto il colore rosso anche se è diventato un elemento di pensiero nelle attività successive (Figura 1).
![Figura 1: L’immagine della risonanza del cervello durante la visione del videogioco [Fonte Articolo: Learning to Associate Orientation with Color in Early Visual Areas by Associative Decoded fMRI Neurofeedback]](https://it.emcelettronica.com/wp-content/uploads/2016/07/fig1_cervello.jpg)
Figura 1: L’immagine della risonanza del cervello durante la visione del videogioco [Fonte Articolo: Learning to Associate Orientation with Color in Early Visual Areas by Associative Decoded fMRI Neurofeedback]
Ulteriori studi
Il cervello contiene tante informazioni preziose ed è capace di grandi imprese, pensiamo alle varie scoperte scientifiche e alle numerose tecnologie attualmente in circolazione. Tuttavia, c'è una qualità che non si trova tra i suoi punti di forza, ovvero la sicurezza (memory-security). Il cervello può essere violato, chiunque con il giusto know-how è in grado di cambiare i ricordi di qualcuno e farlo pensare o agire diversamente. L'impianto di falsi ricordi nelle persone non solo è possibile, ma in realtà è abbastanza facile quando tentato con un soggetto ingenuo. Oltre allo studio descritto in precedenza, altri scienziati americani e francesi pare siano riusciti ad impiantare false esperienze nel cervello dei topi. L’obiettivo era di inviare delle associazioni nel cervello di questi animali dormienti, per poi osservarne il comportamento. Tutti si sono indirizzati in una particolare direzione in relazione ad un evento che era quello della promessa del cibo. L'utilizzo di elettrodi hanno stimolato direttamente e registrato l'attività delle cellule nervose, creando delle memorie associative artificiali per influenzare il comportamento durante la fase attiva. Tutte queste scoperte potrebbero fornire dati per studiare fenomeni di esperienze che risalgono alla mente degli essere umani senza che esse siano state vissute direttamente (false esperienze o falsi ricordi).
Considerazioni
L’idea di impiantare falsi ricordi è stata, e forse lo sarà ancora, una questione tra fantascienza e realtà. Abbiamo visto film, letto romanzi, con la sola idea che impiantare qualcosa nella memoria forse è da ingenui o da “lavaggio del cervello”. In ogni caso, indirettamente forse oggigiorno subiamo impiantazioni di esperienze nel nostro cervello, modificando o meno poi la nostra attività. In ogni caso, quali potrebbero essere le implicazioni scientifiche di questi studi ? Tutti i risultati potrebbero aprire molte strade per comprendere al meglio i disturbi neurologici con deficit di memoria e nello stesso tempo valutare le problematiche dei pazienti affetti da Alzheimer. Ma se tutta la tecnologia finisse in mani sbagliate, si potrebbero creare problemi sociali di notevole rilevanza.
I ricordi potrebbero essere distrutti e altri impiantati.
Un approccio per capire come la memoria di un individuo sia abbastanza fragile, come i ricordi possono essere modificati, e nello stesso tempo anche le esperienze di vita tale da modificarne il pensiero. Un problema che potrebbe riguardare i casi giudiziari con l’attendibilità di un testimone nei processi dove la testimonianza potrebbe decidere sulle sorti del colpevole. I meccanismi precisi con cui sono costruiti questi falsi ricordi attendono ulteriori ricerche. Abbiamo ancora molto da imparare circa il grado di fiducia e le caratteristiche dei falsi ricordi/esperienze, e abbiamo bisogno di scoprire quali tipi di individui sono particolarmente sensibili o meno a queste “forme di suggestione”. La cautela di utilizzare questi risultati è ovviamente d'obbligo, non si sa ancora quali potrebbero essere gli effetti nel creare esperienze/ricordi artificiali.

Agire sulla memoria a breve termine è un conto, agire su quella a lungo termine potrebbe essere pericoloso ma anche molto molto utile. Molte persone che hanno subito traumi in passato, durante l’infanzia ad esempio, oggi vivono malissimo. Riuscire a distruggere queste brutte esperienze sicuramente darà loro la possibilità di ricostruire una vita magari ormai già persa. Sono dell’idea che non sia vero il fatto che ogni nostra esperienza ci rende sempre più maturi, ce ne sono alcune che invece bloccano la voglia di vivere e creano depressione che a volte cade nell’irreversibilità. Spero che manipolare in modo positivo la mente delle persone venga usato in questo senso e basta. Come sempre dipende dall’uso intelligente che l’uomo ne vorrà fare. In vista di un mio prossimo articolo sulla Teoria delle Stringhe esiste un legame tra la realtà materiale o immateriale del nostro pensiero con il conetto olografico multidimensionale che sembra possa generare tutto; quindi anche un’azione di manipolazione potrebbe essere attuata. Stiamo ancora agli inizi, un po’ come su tutte le cose, ma sempre con quell’indizio che ne verifica la credibilità.
Il solo pensiero di manipolare la mente umana mette a disagio, ovviamente ci sono i lati positivi ma se la cosa “prende di mano” può portare ad una sorta di catastrofe umanitaria, non trovi ? Il fatto di manipolare qualcosa è senza dubbio una fragilità intrinseca da tenerne bene in considerazione.
Riguardo la possibilità di impiantare falsi ricordi a livello mnemonico esiste ormai letteratura da alcuni decenni. In particolare Milton Erickson, noto antesignano dell’ipnosi usava la tecnica di inserire falsi ricordi, in particolare riguardo età infantili, per cercare di migliorare le condizioni di vita adulte (banalmente, se una persona ha avuto un’infanzia infelice perché priva di affetto, si può inserire il ricordo di una persona con cui invece viveva bei momenti e ciò ovviamente ha un’influenza positiva attuale). Analogamente se ci sono traumi passati importanti si può tentare di modificarne il ricordo, e con tecniche di ipnosi, ma non solo, si ottengono risultati utili ed affidabili. Diverso è, come si sta cercando di fare ora, manipolare geneticamente le struttura della memoria come l’ippocampo creando vere e proprie reti neurali stabili con infinite e potenzialmente terrificanti possibilità ….
La prima volta che ho letto l’articolo ho pensato anche io subito all’ipnosi.
Una possibile evoluzione potrebbe essere l’utilizzo combinato della tecnica descritta con farmaci ipnotici. Tra l’altro l’esperimento sopra utilizza un videogame che di fatto è un ipnotico.