
Non è raro che un omicida esca di prigione dopo aver scontato la sua pena e uccida di nuovo togliendo la vita a persone innocenti.
Nel 2008 un uomo appena rilasciato dopo aver scontato la pena minima di quindici anni uccise due poliziotti di Philadelphia, l’anno scorso è toccato ad un ufficiale di polizia di Pittsburgh e pochi giorni fa un uomo appena scarcerato ha ucciso quattro persone.
Un professore dell’università della Pennsylvania, Richard Berk, è convinto di poter prevedere, grazie al suo computer e ad un programma, chi uscito ucciderà di nuovo. A Berk, professore di criminologia e statistiche, è stata data una sovvenzione di 228.000 dollari per mettere a punto il suo sistema e fornirne versione pilota entro il 2011.
Il programma sarà in grado di incrociare i dati e di identificare l’80% dei casi che uscendo tornerebbero a uccidere, che rappresentano l’1,7% delle persone scarcerate e poste in libertà vigilata. Grazie a questo si sarà in grado si sapere a chi poter dare la libertà vigilata e a chi no, impedendo l’uccisione di persone innocenti.
Berk con il suo programma è stato in grado di fornire un identikit dell’omicida che una volta uscito di prigione ci riproverà: ha meno di trent’anni, molti precedenti di violenza, ha commesso il suo primo crimine attorno ai tredici anni e con l’uso di pistola.

Dubito che questo progetto possa decollare. Come fa una macchina a capire l’intricata e contorta mente umana?
Mi ricorda Minority Report.
Gianni Cristallo @Facebook
Un computer dice se il criminale ucciderà di nuovo?!?!? Ci credo poco!