Freescale ha lanciato S12XHY, una famiglia di microcontrollori a 16-bit, per riempire lo spazio tra le entry-level MCU a 16 bit, come la famiglia S12HY, e le soluzioni ad alte prestazioni a 32-bit per gli strumenti automotive.
I dispositivi S12XHY sono dei microcontrollori automotive ottimizzati che supportano i protocolli di comunicazione CAN e LIN/J2602 e sono ideali per le applicazioni automotive.
Basata sull'architettura S12, questa famiglia di microcontrollori mantiene il basso costo, il consumo energetico, la compatibilità elettromagnetica (EMC) e dei vantaggi di efficienza del code-size delle attuali famiglie di microcontrollori a 16 bit.
Alcune delle caratteristiche chiave includono: il controllo motore da 4 step con SSD (stepper stall detection), fino a 256 Kbytes on-chip flash con ECC (error correction code) e un core S12X con un driver integrato 40 x 4 LCD.
Per ridurre il tempo di sviluppo quando si progetta con i prodotti S12XHY sono disponibili strumenti hardware (demo board, progetto di riferimento e interfaccia di debug BDM) e strumenti software (CodeWarrior Development Studio, demo code, una serie di compilatori di terze parti, debugger, simulatori ed emulatori).
La famiglia di microcontrollori a 16bit S12XHY è inclusa nel programma Freescale sulla longevità dei prodotti, con minimo di 15 anni di valabilità

Interessante. Avevamo letto, non tantissimo tempo fa, tra la pagine di Elettronica Opne Source di soluzioni Freescale volte aall’efficienza energetica, anche per quanto riguarda le soluzioni di monitoraggio della carica delle batterie per i veicoli Ibridi / elettrici. Ovviamente non è una novità che una casa produttrice di IC leader nel settore dell’elettronica di controllo (la gamma di dispositivi per questo scopo spaziano dai DSP ai controllori con architettura a 32bit)non proponesse sul mercato una soluzione più economica rispetto alle architetture a 32bit ma all’incirca con le stesse prestazioni di controllo. Questa famiglia, come si legge dalla news, si colloca al centro tra le architetture a 16bit e quelle Cortex a 32bit, salvaguardando alcuni aspetti principi controllo automotive come l’Error Correction Code e i bus di comunicazione tipici di questo settore come LIN e CAN. Anche freescale, come Microchip e Atmel, fornisce i giusti strumenti software e hardware per iniziare a sperimentare e sviluppare con i suoi prodotti. Al momento, per lavoro, mi trovo a dover studiare i DSP con core della famiglia 56f8000, e tramite il CodeWarrior come ambiente di sviluppo e il QuickStart come ambiente integrato per la configurazione del DSP. Con questi strumeti, almeno la fase di inizializzazione si presta ad essere molto semplice ed intuitiva perchè si ha a che fare con un’interfaccia grafica invece che con un editor di testo su cui andare a configurare registri o file di header. La documentazione tecnica è abbastanza dettagliata, al contrario scarseggiano le application notes o gli esempi di sviluppo, almeno per quanto riguarda i DSP di cui sopra. Il core 56f8000 è a 16 bit con matamatica intera e frazionaria, che differisce dalla matematica in virgola mobile. Infatti, il concetto finale della matematica frazionaria è che varia il peso dei bit degli operandi (il meno significativo non ha peso 1 ma 2^-15, mentre il più significativo pesa 2^0) ma l’ALU del core è la stessa adoperata per i calcoli su numeri interi. La struttura hardware dell’unità matematica non varia rispetto a quanto siamo già abitutati per le architetture più semplici (tipo le ormai abbastanza superate architetture a 8 bit) e questo si riversa pari pari sulla velocità di esecuzione dei calcoli. Ora non so nello specifico se questa nuova famiglia di controllori è munita della stessa tecnologia, ma potrebbe visto che il core di un DSP dovrebbe essere maggiormente attomizzato rispetto ad una soluzione per applicazioni Automotive, fosse solo per il fatto che un DSP è dedicato al controllo e alla digitalizzazione dei sistemi di controllo in retroazione, e sappiamo quanto in queste applicazioni sia richiesta efficienza massima e ritardi nell’escuzione minimi, perché un ritardo di eleborazione si riversa pari pari sui ritardi nella catena di retroazione comportando anche delle sistuazioni di instabilità non volute (peggiore il margine di fase del circuito analogico equivalente).
La programmazione in C/Assembly diciamo che ormai è diventata obbligatoria in sistemi la cui complessità ha raggiunto dei livelli da paura. Soprattutto nelle applicazioni automotive, molte delle perifieriche si preferisce implementarle via hardware e poi configurate via software, ma solo configurate e non gestite perché uno stallo del software non deve compromettere il corretto funzionamento della periferica.
Sembra che anche questa volta Freescale abbia confermato la sua posizione primaria nel mondo del controllo digitale.