
Microchip Technology e Digilent hanno lanciato la prima scheda di sviluppo open source basata su un microcontrollore a 32bit che è compatibile con l'hardware e il software di Arduino. Progettata e prodotta da Digilent, partner di progetto autorizzato Microchip, la piattaforma chipKIT è la prima e l'unica soluzione a 32bit per Arduino.
La piattaforma di sviluppo chipKIT è destinata a consentire agli hobbisti e non solo un'integrazione elettronica facile nei loro progetti, anche se non hanno un background elettronico-engineering.
La piattaforma si compone di due schede di sviluppo basate su PIC32 e software open-source che è compatibile con il linguaggio di programmazione di Arduino e l'ambiente di sviluppo, grazie al lavoro svolto da Mark Sproul e Rick Anderson attraverso Fair Use Building e Research Labs.
Il hardware di chipKIT è compatibile con gli attuali shields e applicazioni a 3.3V di Arduino e può essere sviluppata utilizzando una versione modificata del IDE Arduino e delle risorse esistenti di Arduino italiano, come ad esempio esempi di codice, librerie, riferimenti e tutorial.
Le schede chipKIT basate su PIC32 consentono prestazioni a 80MHz e forniscono fino a 512KB Flash, con un massimo di 128 KB di RAM. Le schede sono provviste con periferiche di connettività, tra cui Ethernet, CAN e USB (Full-Speed host, dispositivi e OTG); più periferiche, come più timer, un ADC MSPS a 16-canali, due comparatori, e più interfacce I2C, SPI, UART.

Complice un’imminente andata negli USA, ho subito ordinato entrambe le versioni per testarne le funzionalità. Sono proprio curioso di provarle, soprattutto la versione con Ethernet sembra molto attraente.
Salve, vorrei fare una considerazione… la microchip DA SEMPRE produce schede di sviluppo, DA SEMPRE rilascia schematici, file gerbers, software, firmware, un sacco di esempi per scrivere codice per i loro controllori. Stessa cosa fanno NXP e STM con i loro ARM, per fare solo 2 esempi.
Vorrei capire perchè se Banzi con il suo arduino ha usato una parola che ora va di moda, cioè ELETTRONICA OPEN SOURCE ha avuto così successo, quando, TUTTI hanno sempre lavorato in quella direzione.
Se un azienda produce una scheda di sviluppo PER IMPARARE è ovvio e scontato che da più supporto possibile all’utente finale così vende più prodotti.
Ora invece vedo che la Microchip che è un azienda molto importante, deve andare dietro ad arduino… tra l’altro ATMEL (che produce l’atmega montato su arduino) è diretta concorrente della Microchip.
Arduino è un microcontrollore a 8 bit che non ha usb, ethernet, cose che se l’utente le volesse, dovrebbe spendere altri 50 euro per questi “SHIELD”..
Com’è possibile quindi che microchip produca una scheda basata su PIC a 32 bit che ha usb OTG (host e device) ethernet e una quantità di cose impressionatne, per essere usata come PERIFERICA di un 8 bit?
Il successo di Arduino non è tanto connesso con l’essere “open” sul punto di vista hardware, quanto piuttosto quello di aver sviluppato una comunità che fa condivisione di know-how, che nel mondo dell’elettronica non è mai stato così “aperto” e di massa, a differenza di quello che succede nel mondo del software.
Infine, aggiungiamoci un API che rende lo sviluppo molto più accessibile anche a chi ha ridotte competenze di elettronica (anche se questo punto non è tutto un gran vantaggio, secondo me).
Credo che ne proveremo uno abbastanza presto perquanto non ho capito bene la versione con ethernet a bordo quanto costa e dove si trova l’attacco per la porta fisica.
sapete se esiste qualcosa di simile con STM8?
grazie
Prendi una millefori, mettici un ftdi per la conversione usb-rs232, poi scegli il microcontroller (ti piace stm8? ok) e cabla il tutto sui connettori seguendo lo schema di Arduinz! Complimenti, hai realizzato il nuovo STMUINO!
Però non dirmi che vuoi anche debbuggare!!!
Alcune volte non capisco perchè dobbiamo sempre sminuire quello che facciamo NOI italiani!!
Banzi non ha inventato nulla?? Non mi sembra, dato il successo che ha avuto con il “semplice montaggio di un ftdi con microcontrollore su millefori”…
Per carità… per chi lavora seriamente nel campo dell’elettronica (digitale e dei microcontroller) Arduino risulta essere poco più di un giocattolo, e tra l’altro scomodo dati i connettori non allineati allo standard DIP.
Arduino è qualcosa di nuovo ed innovativo, non tanto per l’hardware di per se… ma per quanto riguarda la chiarezza dell’IDE, i comandi spiegati in modo semplice, la grande comunità che si è creata in supporto anche al più scellerato dei progettisti… ed il prezzo!!
Oi, con 30€ hai programmatore, scheda “user-friendly”, IDE e compilatore SENZA LIMITI!!
Non è una cosa da nulla, significa portare l’elettronica digitale nelle case di chi non vuole spendere un patrimonio in attrezzatura…
Consideriamo anche che arduino ha steso uno standard per tutti, e che chi si è messo a fare schede arduino-compatibili… le ha dovute VERAMENTE fare arduino-compatibili… niente scelta dei quarzi se non 8 o 16 MHz… interfaccia di programmazione NECESSARIAMENTE seriale… alimentazione di 3.3V o 5V…e se ti compri il seeeduino cinese, funziona come l’arduino italiano.
Sinceramente, secondo me, arduino si è preso una fetta di mercato che gli altri produttori non hanno neanche considerato… ed ora si sono svegliati!!
Il bello di Arduino è proprio questo!!!
La piattaforma di sviluppo chipKIT è un concorrente della scheda Arduino che almeno lato software concorre ad armi pari, in quanto l’ambiente di sviluppo, il compilatore e la libc sono le stesse usate da Arduino. Tutto ciò è stato possibile perchè il compilatore GNU/gcc è un progetto aperto che si presta bene ad essere ampliato per supportare nuove architetture hardware. Stesse considerazioni possono essere fatte per L’IDE Arduino scritto in java, per la libc e per il Cores di Arduino che imita il linguaggio Processing.
Il successo di Arduino risiede nella limitate possibilità offerte dall’IDE, poche funzioni dirette ed essenziali per gente che di microcontrollori vuole sapere il minimo indispensabile per realizzare i proprio progetti.
Questa limitazione si fà sentire quando si devono modificare ad es i “FUSES”, ciò accade quando si vuole fare di testa propria e per necessità si vuole ridurre il consumo elettrico, in questi casi gli ambienti di sviluppo delle case produttrici di microcontrollori fanno la differenza offrendo al contempo strumenti per il Debug.