
Il progetto Openmoko (etimologia: open mobile kommunikations) è stato avviato per permettere la creazione di smartphone con uno stack opensource. Si tratta di un progetto ambizioso ed importante, soprattutto per la comunità Open Source, che è nato nel 2006 con l'obiettivo di rendere gli utenti liberi di poter cambiare il sistema operativo sul proprio dispositivo. Inizialmente, da quest'idea, era nato un sotto progetto, chiamato Openmoko Linux, ovvero un sistema operativo per smartphone basato su Linux, che però utilizzava un software libero. E adesso, a che punto siamo?
Il progetto Openmoko e il primo smartphone
Il primo cellulare ad essere stato rilasciato è il modello Neo1973, realizzato per gli sviluppatori e funzionante con la piattaforma Openmoko. Era il 9 luglio 2007. Quasi un anno dopo, il 25 giugno 2008, è stato messo in commercio il primo smartphone opensource, figlio del progetto Openmoko: il Neo FreeRunner. La novità, rispetto agli altri dispositivi in commercio, consisteva nella possibilità, per gli utenti, di modificare il sistema operativo, o installarne uno nuovo. Lo stack era completamente Open Source. I cambiamenti possono essere applicati in modo radicale, grazie alla liberalizzazione dei file CAD sotto licenza Creative Commons, tanto che il telefonino può trasformarsi anche in un dispositivo medico, ad esempio. Ad un certo punto del suo sviluppo, il progetto GTA03, successore di Neo FreeRunner, fu bloccato a causa di problemi legati alla (all'epoca appena iniziata) crisi, che hanno portato al licenziamento di diversi dipendenti.
Cronistoria degli smartphone del progetto Openmoko
Sono passati circa sei anni dalla prima distribuzione di uno smartphone con piattaforma Openmoko; vediamo, allora, in sintesi, quali sono stati i momenti salienti.
Neo 1973

Questo smartphone è stato sviluppato per far girare la piattaforma software Openmoko Linux; il nome del codice di sviluppo è GTA01. Progettato come un hardware open source, utilizza prevalentemente componenti hardware con driver open source e gli schemi possono essere scaricati da Wikimedia Commons e Openmoko. Il Neo1973 fu venduto dal 9 luglio 2007 al febbraio 2008 al prezzo di 300 dollari. Si tratta di una versione solo per sviluppatori. Una curiosità: i numeri 1973 fanno riferimento alla data in cui Martin Cooper, l'ideatore del primo telefono cellulare, effettuò la prima chiamata.
Neo FreeRunner

Questo telefono open source, nome del codice GTA02, è il successore del Neo1973 ed è il primo dispositivo del progetto Openmoko ad essere distribuito per il commercio di massa, nel giugno del 2008. Il suo prezzo è di 250 dollari. Tra le funzionalità, ci sono delle novità rispetto al rilascio di Neo1973, come la presenza del Wi Fi 802.11b/g (e non ancora b/g/n), l'acceleratore grafico SMedia 3362, un processore più veloce a 400 MHz, due accelerometri 3D, Samsung 2442 SoC e 256 MB di memoria flash.
Dash Express

Tra i due rilasci di smartphone, il 2 gennaio 2008 è stato annunciato Dash Express, nome in codice HXD8, prodotto da Dash Navigation (acquisita nel 2009 da RIM), con hardware sviluppato da Openmoko Inc anche se poi utilizza poco o niente dell'interfaccia utente Openmoko. Si tratta di un dispositivo personale di navigazione, internet enabled, che, stando alla documentazione disponibile in rete, sarebbe utilizzabile solo negli Stati Uniti.
GTA03 e GTA04
I modelli in sviluppo, poi cancellati, promettevano nuove implementazioni, per rendere gli smartphone Openmoko molto più competitivi. In particolare, GTA03 si sarebbe basato su di un più nuovo e potente system-on-a-chip, con un connettore jack per l'audio da 3.5 mm ed una fotocamera. Non avrebbe avuto il supporto per le reti 3G, cosa che invece sarebbe stata implementata in GTA04.
Progetto Openmoko: il software
Il software Openmoko è assolutamente libero, e questa è certamente la più importante innovazione; il paragone con lo smartphone più celebre, l'iPhone, è quindi d'obbligo. La differenza tra i due, a livello di software, consiste innanzitutto nella proprietà di quest'ultimo: se compri Neo FreeRunner, diventa tuo e ci fai ciò che vuoi, se acquisti l'iPhone, resti invece sempre soggetto alle logiche di mercato della Apple, intrappolato nelle applicazioni proprietarie (a meno che non sblocchi l'iPhone per quelle di terze parti e non certificate). Entrando nello specifico, il software è stato sviluppato da Openmoko Inc, come sistema operativo per i propri smartphone opensource. Chiamato Om, o anche Openmoko Linux, usa il kernel Linux insieme ad una GUI realizzata con X.Org Server.
Om 2007
La prima versione utilizzava il toolkit GTK+ e Matchbox window manager.
Om 2008
Il rilascio successivo, avvenuto nell'agosto del 2008, presentava l'aggiunta del supporto per il toolkit Qt e Enlightenment 17. Entrambe le versioni, però, nonostante continui aggiornamenti e miglioramenti, non raggiunsero mai una versione definitivamente stabile.


Om 2009
Per rispondere a queste esigenze di stabilità, nacque il software Openmoko versione 2009; l'obiettivo di Om 2009 era, infatti, quello di offrire un ambiente stabile, basato su un progetto finanziato da Openmoko, il middleware di freesmartphone.org. Om 2009 non è stato portato a termine e Openmoko ha decretato l'interruzione dello sviluppo dopo pochi mesi.
La comunità openmoko ha comunque provato a portare avanti il progetto, tanto che sono state create versioni modificate del software originale, o sono stati portati altri sistemi a funzionare sui telefoni Openmoko, che ora supportano Android, Debian, SHR, QtMoko, Gentoo, Qt Extended Improved e altri.
Le ultime news a riguardo del progetto sono datate 2011, segno evidente che, al di là delle difficoltà, esisteva, ed era ferrea, l'intenzione di dare vita e nuovi impulsi e stimoli al progetto.
Dal canto nostro, come tutti i nostri lettori sanno, abbiamo sempre sostenuto l'Open Source in tutti i suoi aspetti non soltanto come filosofia ma anche e soprattutto come progetti e per questo riteniamo che questa idea fosse (all'epoca) e sia (tuttora) straordinariamente innovativa e di grande interesse per la comunità tutta.
E voi cosa ne pensate? Vi piace questa idea? Avete mai lavorato a nulla di simile?

Uscire dalle logiche di mercato dentro le quali viviamo sarebbe una bellissima esperienza, potendo contare su questo genere di progetti!
Io vado convinto che la perenne dicotomia tra bene e male, alpha e omega, galaxy Sx ed iphone, microsoft ed apple, adidas o nike, carne o pesce sia semplicemente ridicola.
Non c’è vantaggio (per il consumatore) in tutto questo.
Non vorrei aprire un dibattito infinito sugli equilibri economici mondiali ma mi sembra talmente chiaro che questo bipolarismo a tutti i costi serva semplicemente a stabilizzare i prezzi (a rialzo) e spartirsi la torta che onestamente faccio sempre più di tutto per non rimanerci intrappolato. 🙂
Purtroppo esiste una speciale sotto cultura, molto diffusa nei nativi digitali (non per motivi particolari se non per essersi trovati al momento giusto nel posto giusto) nella quale tutto sembra dovuto. Internet è il luogo dove questo fenomeno si è viralmente moltiplicato e quindi è passato il messaggio che qualsiasi cosa possa servire, su internet si trova, gratis.
Purtroppo c’è un rovescio della medaglia, ci sono aziende che falliscono, ci sono startup che addirittura chiudono perché hanno basato sul freemium il loro modello di business, ma ci sono anche centinaia di progetti open source che rimangono lì, appesi in un limbo dove forse nessuno mai contribuirà……
Openmoko, lo smartphone open source, purtroppo è uno di questi.
E’ un vero peccato, perché un micro pagamento aiuterebbe sicuramente l’Open Source che non solo tornerebbe a vivere, ma porterebbe innovazione, partecipazione ed un boost tecnologico dal valore inestimabile.
… e forse smetterebbe di elemosinare.
Il mondo sta lentamente cambiando, forse molti non se ne sono ancora accorti e molti, invece, fanno finta di non vedere che il germoglio del cambiamento é spuntato ormai ovunque; politica, economia, religione, cultura, tecnologia, ambientalismo.
Il processo é lento ma inesorabile, non é una decisione o una presa di posizione di qualcuno, é evoluzione. Molto probabilmente saranno transizioni oltre che lente, aimé, dolorose e sofferte ma avverranno, sta solo a noi agevolarle o meno…
Emanuele ha ragione, la cultra del tutto a gratis non ha permesso all’open source di svilupparsi veramente e rivoluzionare il mondo ma non vi é dubbio che sará comunque il futuro. E’vero, siamo ancora divisi tra la cultura Apple che ti fa pagare anche l’aria che respiri e i mondo Android, quello degli smanettoni incalliti che navigano giorni sulla rete alla ricerca di informazioni, lavorano ore sul cellulare per non pagare un software 59 centesimi… é assurdo in entrambi i casi.
Penso che ci voglia una spinta nuova sulla bese dell’esperienza degli ultimi anni. Bisogna spiegare alla gente che open source non vuol dire gratuito, che coloro che tanto lavorano e si impegnano per sviluppare progetti che poi aprono alla comunitá hanno diritto di essere ricompensati, per tutto l’impegno, per il tempo perso e per quello che alla fine donano al mondo facendolo crescere… queste persone avranno pur diritto di mangiare e mantenere la famiglia, o devono per forza essere dei martiri che si immolano sull’altare dell’open source?
Troppi progetti si sono estinti per questo, penso che sia l’ora di cambiare e riorganizzare il concetto stesso di open source, ponedo, non delle regole, ma delle chiare linee guida che ne tutelino gli attori, parlando in qualche maniera di diritto ad un guadagno onesto, e forse, (non me ne voglia il grande Richard Stallman che avrá sempre la mia stima e la mia ammirazione) rivedendo i termini della GPL.
Fino ad ora é stato il caos (che sará anche equo, come dice il Joker, ma che porta solo altro caos), molti ne hanno fatto le spese e le grandi aziende ci hanno solo guadagnato. Cosa aspettiamo a cambiare? La rivoluzione avverrá comunque, ma agevolarla puó solo darci di piú, sarebbe stupido non cogliere l’occasione…
Ciao!
PS: Io ho un Android, tutto il software che ho installato é acquistato…
Bell’articolo.
Personalmente ho acquistato il GTA02 nei primi mesi del 2009. Sono riuscito a flashare una versione di android, non mi ricordo neanche quale, e poi molto deluso ho capito che tutto il progetto era stato abbandonato.
Stessa sorte è capitata al robot pinguino tux della Khyso belga. Anche questo comprato, usato per parecchio tempo e ogni tanto gli do vita accendendo ubuntu 8,4, poi non se ne è fatto più niente.
Sarà forse perchè le cose utili, belle e dove uno ci può mettere del suo non convengono ai molti.
Perdonatemi se sbaglio ma credo che per come erano stati concepiti, questi 2 progetti sono stati i nonni di arduino, intendo pima che questo arrivasse alla ribalta nelle masse di geek e maker.
Agostino
Direi che tra Arduino e Openmoko c’è di mezzo il mare!
Nel primo caso stiamo parlando di un circuito “come da datasheet” quindi nient’altro che un microcontrollore con la sua elettronica vicino ed il connettore di espansione che qualsiasi professionista è in grado di disegnare ad occhi chiusi (non sto scherzando) semmai l’IDE molto user friendly ha portato poi il successo invece con lo smartphone open source si sarebbe potuto arrivare ad importanti livelli di tecnologia.
Per il resto concordo con te Agostino, purtroppo sempre più progetti open source sembrano destinati a scomparire…..
Si si Emanuele, non mi sono spiegato bene io. Non intendevo che sono strumenti uguali ma che il modo di pensare che li ha creati è uguale. Mente aperta, sperimentazione e voglia di scoprire cose nuove.
Purtroppo alcuni dispositivi vanno con il vento in poppa , altri arrancano o addirittura spariscono.
Ciao
Io ho il freerunner dal 2009.Peccato che quando lo comprai era già obsoleto adesso è utile solo per il fattore gps o per metterci su la distro con i giochi solamente….
Per fortuna questo blog sembra andare alla grande!
Emanuele, qual’è il segreto? 🙂
Da quando questo blog è nato sai dirmi se ci sono stati momenti in cui c’è stato il rischio che “fallisse”?
È stato sempre rigoglioso, o ci sono stati momenti bui in cui tutto sembrava svanire?
Da cosa, o meglio come è nato?
Lo chiedo perché purtroppo mi sono perso la sua nascita e i “suoi primi passi”, ma ormai da diversi mesi provo a contribuire per il suo crescere, sperando di crescere anche io, e credendo che un giorno potrò vantarmene… (lo spero :D)
Ecco la mia… piccola intervista!
Ciao
Ivan, il segreto é l’abbonamento! Non mi si fraintenda lo ritengo piú che giusto, se leggi i commenti sopra é quello che dicevamo …. basta col sinonimo opensource = gratis… non puó essere cosí… come la cultura popolare ama dire “la veritá sta nel mezzo”, é cosí anche con l’opensource, per ora siamo sempre stati divisi tra un modello aziendale che con la scusa della ricerca e degli investimenti brevetta a spron battuto e cerca di monopolizzare il mercato con l’intento di far pagare all’utente anche l’aria che si respira, e un modello di opensource che doveva essere necessariamente tutto gratis e il tutto era lasciato al buon cuore di qualche idealista che si sacrificava per la comunitá… La veritá sta nel mezzo…Bisogna pagare il giusto, gratificare chi fa per gli altri e in cambio si ha la crescita e la condivisione…niente brevetti, niente inciuci commerciali, solo una quota giusta e meritata e collaborazione….
E così mi stai estorcendo le 3 domande 🙂
http://it.emcelettronica.com/tag/3domande
Ti rispondo di seguito:
>Per fortuna questo blog sembra andare alla grande!
La vostra continua partecipazione ne è la risposta più vera!
>Emanuele, qual’è il segreto? 🙂
Nessun segreto, solo tanto amore per l’elettronica, la voglia di condivisione e tanti, tantissimi sacrifici.
>Da quando questo blog è nato sai dirmi se ci sono stati momenti in cui c’è stato il rischio che “fallisse”?
E’ una storia molto lunga, il blog è nato in inglese (Your Electronics Open Source) e subito dopo in spagnolo, francese ed italiano ma poi alla fine (te la faccio breve) ho deciso di portare avanti solo l’italiano per ovvi motivi di tempo e dispersione di energie. Gli ultimi 2 anni sono stati molto duri ma grazie al lavoro di progettista elettronico sono riuscito sempre a finanziare il Blog ed oggi sono fruibili gratuitamente +5000 articoli, il 90% dei quali scritti da Autori regolarmente retribuiti.
>È stato sempre rigoglioso, o ci sono stati momenti bui in cui tutto sembrava svanire?
Ci sono stati vari momenti bui, ma il supporto della community è sempre stato forte e fonte di energia per continuare a credere in questo progetto. La scelta di produrre alcuni contenuti a pagamento è stata proprio dettata da uno di questi. Ho preferito cercare di valorizzare il mio ed il lavoro degli autori piuttosto che elemosinare una donazione 🙂
Ovviamente puntando sul micropagamento, quindi un costo decisamente alla portata di tutti.
>Da cosa, o meglio come è nato?
E’ nato semplicemente dalla voglia di condividere i progetti che avevo nel cassetto infatti il motto è “share for life”
>Lo chiedo perché purtroppo mi sono perso la sua nascita e i “suoi primi passi”, ma ormai da diversi mesi provo a >contribuire per il suo crescere, sperando di crescere anche io, e credendo che un giorno potrò vantarmene… (lo spero >:D)
>Ecco la mia… piccola intervista!
Spero di aver risposto in modo esauriente, anche se alcune risposte sono estremamente sintetizzate, il blog copre ormai più o meno interamente le mie giornate da +6 anni e quindi potrei scriverci un libro 🙂
Sicuramente l’EOS-Book è servito a superare un brutto momento di questo blog (ma anche di crisi generale) ma il micropagamento e la costruzione di una community è stata la vera svolta.
Stiamo parlando di una forma nuova di crowdfunding e quindi è la stessa community ad essere protagonista perché in pratica ci ha assunto 🙂
Ad esempio, se un articolo NON piace, se ne può chiedere la revisione, si può discutere con l’autore, è un diritto dell’abbonato che è il vero protagonista. Non si era mai visto niente del genere, vero?
http://it.emcelettronica.com/progetto-ambizioso-eos-book
La strada è lunga ancora per essere auto-sufficienti ma le premesse ci sono tutte e l’entusiasmo sicuramente NON manca anche grazie all’aiuto di Piero e di un team fantastico!
http://it.emcelettronica.com/chi-siamo
ok… abbastanza esauriente 😀
Un progetto da ammirare, per il libro fossi in te ci penserei 🙂
Comunque un giorno, la mia intervista sará anche tra le altre (aspirazione modesta)…
D’altronde nella vita è sempre importante avere un obbiettivo, ed anche quando si raggiunge, bisogna non fermarsi, ma continuare sempre a sognare.
A presto
Sono d’accordo con te 🙂
È bello sapere che qualcuno è riuscito a comprare questi dispositivi e ad utilizzarli…
In realtà apprendo della loro esistenza E della loro diffusione solo ora…
È davvero un peccato che questi progetti siano morti…
E comunque, anche solo per l’utilizzo come GPS, a me basterebbe… 🙂
😉