
Su queste pagine abbiamo discusso diverse volte la questione della privacy, del monitoraggio in rete, della riservatezza dei dati che inseriamo su Internet e della sicurezza delle nostre password, dei satelliti spia e tanti altri aspetti della questione. Una notizia di pochissimo tempo fa riapre il dibattito e ci costringe ad interrogarci nuovamente su cosa facciamo tutti i giorni: Facebook ha comprato Whatsapp. Questo è un problema?
Quello che facciamo durante il giorno, le nostre preferenze in fatto di musica, cibo, politica, arredamento, tutto può essere commercializzato e tutto è rilevante.
Il meccanismo con il quale la pubblicità viene proposta tramite Facebook prevede l'analisi dei nostri interessi, delle pagine per cui abbiamo manifestato esplicita approvazione (con il "Mi piace").
Ciò serve a vendere spazi pubblicitari che vengano visualizzati in maniera mirata e cercando di ottimizzare l'investimento proponendo la pubblicità giusta alle persone giuste che è più probabile che comprino, se indirizzate verso cose che già hanno mostrato di gradire.
Tutto questo viene condito da ciò che noi diciamo esplicitamente a Facebook ma anche ad altre piattaforme di tipo social, ovvero alla nostra età, dove abitiamo, quali sono le mansioni lavorative che abbiamo svolto e quelle che vorremmo ricoprire, dove siamo durante la giornata, dove facciamo la spesa e così via dicendo.
E queste informazioni sono davvero preziose se Facebook vive di pubblicità ed è così ben quotata in borsa.
Se da un lato è vero che l'esigenza di comunicare rimane centrale è fondamentale per tutti noi, è anche vero che di questi mezzi stiamo abusando abbondantemente.
E naturalmente il meccanismo con il quale ci viene proposto lo spot pubblicitario ha a che fare proprio col fatto che ormai non siamo più capaci di vivere senza questa ed alta tecnologia.
Ma è davvero tutto qui? Come possono fare queste aziende a raggiungere un maggior livello di informazione?
Facile: espandendo il loro raggio d'azione.
Questa è una chiave di lettura della recente operazione commerciale che vede Whatsapp al centro di una mirabolante offerta d'acquisto da parte di Facebook per la bellezza di 19 miliardi di dollari, dei quali 15 in azioni del social network.
Il più terrificante scenario dal punto di vista della privacy riguarda proprio l'incrocio di queste due banche dati.
Finché queste restano staccate ancora non c'è la possibilità di accedere in maniera invasiva alla vita di ciascuno di noi perché scegliamo quali informazioni condividere.
E se la licenza di utilizzo di Facebook recita, ad esempio:
"Informazioni sulla pubblicità e altri contenuti commerciali pubblicati o supportati da Facebook
Il nostro obiettivo è fornire pubblicità e altri contenuti commerciali o sponsorizzati di valore a utenti e inserzionisti. A tal fine, gli utenti accettano quanto segue:
-
Gli utenti forniscono a Facebook l'autorizzazione a utilizzare il loro nome, l'immagine del profilo, i contenuti e le informazioni in relazione a contenuti commerciali, sponsorizzati o correlati (ad esempio i marchi preferiti) pubblicati o supportati da Facebook. Tale affermazione implica, ad esempio, che l'utente consenta un'azienda o a un'altra entità di offrire un compenso in denaro a Facebook per mostrare il nome e/o l'immagine del profilo di Facebook dell'utente con i suoi contenuti o informazioni senza il ricevimento di nessuna compensazione. Se l'utente ha selezionato un pubblico specifico per i propri contenuti o informazioni, Facebook rispetterà la sua scelta nell'utilizzarli."
da nessuna parte c'è esplicitamente scritto qualcosa del tipo:
"per qualunque uso futuro, le banche dati potranno essere incrociate al fine di realizzare profili degli utenti completi e globali".
Soltanto Whatsapp conta 450 milioni di utenti, ovvero poco meno della metà dell'intera popolazione cinese.
Gli utenti, però, non sono soltanto cinesi: sono sparsi in tutto il mondo, divisi e diversi per genere, lingua, cultura, estrazione sociale, ideologia politica di riferimento ed appartenenza, preferenze e gusti in ogni genere ed ambito. In pratica, il più grande campione statisticamente rilevante per fare qualunque tipo di indagine di mercato.
E la bellezza dell'operazione appena conclusasi è che effettivamente esiste la possibilità concreta di disporre di questo livello di informazione a sforzo praticamente nullo.
È davvero questo che volevamo quando abbiamo scelto di utilizzare questi servizi?
Possibile che queste condizioni siano davvero da accettare così come sono?
La nostra privacy non ci sarà stata tolta senza che nemmeno ce ne accorgessimo?
E questi dati a chi servono? Chi li userà? Ma soprattuto, lo sapremo mai?

Quindi tu sei un difensore della privacy su internet? 🙂
Di sicuro noi non avremmo acconsentito se all'iscrizione ce lo avessero spiegato ma ora che lo sappiamo che dici che è il caso di fare? Farne a meno? Non si può. Almeno io non ci riesco e a giudicare da quel post sulle 24 ore da primitivo che hai fatto, manco tu.
Cos’è whatsapp? 😉
Ahahahah.
Tu magari non l’hai mai usata ma 450 milioni di utenti sono un gran bella cifra… Uno non fa la differenza in questo mare magnum, credo.
E comunque il tema è la questione “di principio”, se vogliamo una provocazione: visto che i dati sono i miei non sarebbe etico che io sapessi dove vanno a finire?
La formula “for any further use” a me sta un po’ stretta, sinceramente.
Specie perchè se si possono vendere questi dati per 19 MILIARDI (dico… MILIARDI!!! Io non ci potevo credere….)di dollari…
Con una cifra del genere ci si costruiscono infrastrutture e locali a scopo sanitario in tutta l’africa, n’altro po’…
E stiamo parlando di scopi decisamente molto poco umanitari, in questo caso. Per non dire chiaramente che questi servizi sono tutt’altro che indispensabili.
Specie perchè app come whatsapp, viber, chatON ecc ecc ecc non hanno fatto altro che reinventare l’acqua calda: ci mandi SMS e ci fai chiamate…
Della serie: oh, ma ci prendete in giro?
E 450 milioni di utenti per un’app che ha reinventato l’acqua calda sono un dato sociologico abbastanza rilevante, credo.
Voi no? 😀
Sei il solito ideologico…
Si fa per ridere, ovviamente. Non te la prendere.
La battaglia sulla privacy è ormai persa, c'è una legge, ma in tutto quello che facciamo siamo comunque tracciati. Hanno già superato il problema, se persino in una raccolta a punti dobbiamo dare il consenso (e lo diamo) si capisce che ci sono dei tizi in questo mondo, pure al di la dei confini nazionali e del rispetto delle leggi che di noi possono sapere tutto. E a loro interessa per piegare le nostre decisioni. Ci inducono a scegliere da brave scimmie come siamo. Comunque questo è solo il minimo di cui aspettarsi.
C'è da preoccuparsi, ma il problema è che non ci rendiamo conto del perchè di tutta questa gratuità di servizi, non ci interessa nemmeno, siamo completamente soggiogati dalla banana che ci hanno messo in mano.
Vorrebbero un microchip sottopelle per ciascuno, vogliono togliere il denaro dalla circolazione, così alla faccia della democrazia che già adesso è solo una parola, possono tenerci al guinzaglio per benino. Spero di non arrivare a vedere quello che penso ma ho molta paura per i miei figli. Lo so di sembrare catastrofista, ma i guai di questo tempo finiremo per pagarli noi.
No vabbè, tanto lo so… è vero 😀
Ma se in massa volgessimo lo sguardo alle alternative??? Che ne so, Telegram, Line, WeChat, …???
Visto che le alternative sono tra l’altro gratuite, al momento l’unico ostacolo è che non tutti usano le alternative, ma tutti usano Whatsapp.
Soluzione: cambiamo tutti!!! 🙂
Quando poi FB comprerà l’alternativa… cambieremo con un’altra alternativa… prima o poi si stancherà il giovane Zuck!!!
Una soluzione è qui: http://it.emcelettronica.com/20-app-gratuite-su-android-di-cui-avete-davvero-bisogno
Propongo Viber 🙂
PS: in verità, devo ammettere che Battery doctor segnala whatsapp come app di livello 2 (come consumo della batteria) mentre Viber di livello 3. Sempre meglio di facebook Messenger, comunque.
PPS: ma se invece di usare app che hanno inventato l’acqua calda tornassimo ad usare gli sms che, peraltro, tutti ormai abbiamo inclusi nel piano tariffario? 😀
Beh, con gli sms non possiamo mandare foto, video, voce, etc… Gli mms costano 0,60 euro. Direi di no, non si può proprio, oramai non si può tornare indietro!!!!
Ok, toglimi un dubbio: quanti video, quante foto e quante registrazioni vocali hai la “necessità” di mandare?
Onestamente… Fatto 100 il numero di cose di questo tipo che hai mai mandato, io ti dico che, a spanne, solo il 5% è stato “indispensabile” in quel momento e che comunque non sarebbe stato impossibile aspettare.
Con me la percentuale è incredibilmente più bassa, siamo intorno allo 0%. E non scherzo.
Tu mi dirai “troppo facile, non usi queste cose”, ed in effetti è vero! 😀
Ecco perchè mi ritengo il miglior testimonial di questa teoria…. :D:D:D
Il guaio è che, come diceva Oscar Wilde, “nulla è più necessario del superfluo.”
Assolutamente d’accordo e non d’accordo!!! D’accordo nella teoria, per nulla d’accordo per la realtà delle cose.
E’ vero, potremmo farne a meno, ma potremmo fare a meno dello smartphone, prima non c’era. Ma potremmo fare a meno del computer, i nostri avi non ce l’avevano. Ma potremmo fare a meno della macchina….
Io uso moltissimo gli allegati di Whatsapp. Ad esempio una volta una collega mi ha telefonato per un problema che aveva con il pc. A voce non riusciva a spiegarmi bene ciò che le succedeva. Le ho detto: fai una foto e inviamela sul telefonino. In quattro e quattr’otto problema risolto.
A volte mia moglie è andata a comprare dei regali, e per chiedermi consiglio: Whatsapp.
Quando qualche amica partorisce, la diffusione della foto del neonato a tutti gli amici è semplice con Whatsapp.
Ho scritto pensato una melodia musicale e vorrei inviarla a una persona per sapere cosa ne pensa e se può funzionare: registrazione vocale, fischio e Whatsapp.
Sono solo alcuni esempi.
Io penso che sia un valore aggiunto alla comunicazione, e non riuscirei a tornare indietro. Posso valutare valide alternative.
Sarai contento di leggere questo http://mobile.fanpage.it/whatsapp-su-android-le-conversazioni-sono-accessibili-e-si-possono-rubare/
Sono daccordo con te. devo ammettere che hai ragione. e io non ci rinuncio. 😀
Ahahahah… Non molto in effetti 😉
Ma is può sapere cosa avete da nascondere che siete così preoccupati della vostra privacy?
Dimmi un po’: quando vai in bagno chiudi la porta? Quando sei in casa la porta d’ingresso è chiusa? Nei momenti di intimità, quando parli di qualcosa di delicato oppure di molto doloroso non preferisci il silenzio, la calma, l’isolamento, la riservatezza?
Non è polemica, sono domande vere.
Ecco, se le cose stanno come penso io, queste sono le risposte alle tue domande 🙂
Non capisco quale sarebbe il vantaggio. Mi ca puoi cancellare tutte le info già date… tutt’al più limiti i danni per il futuro ma non è proprio un rimedio, no?
Indovinate un po’?
http://tech.fanpage.it/in-italia-la-telefonia-e-sempre-piu-mobile-addio-agli-sms/
🙂
Gli SMS sono uno strumento che prima di questa nuova era di comunicazione è stato, oserei dire, fondamentale, ma su cui gli operatori hanno speculato molto. Se si considera che un SMS, in termini di banda utilizzata, non creano alcuna spesa all’operatore, dato che vanno a riempire una parte del pacchetto inviato durante le normali comunicazioni che altrimenti resterebbe vuoto, allora ancor di più i costi che venivano assegnati agli SMS in passato erano senz’altro eccessivi.
Per cui ben venga la concorrenza agli SMS!!! Attualmente, nei vari contratti, gli SMS sono affiancati ai minuti quasi come un “regalo” aggiunto, quindi ora hanno davvero il loro giusto prezzo.
Ora bisogna trovare anche la concorrenza per Whatsapp, che è l’unica app a pagamento tra tutte, senza parlare di ciò che già dice l’articolo e i commenti precedenti.
Vi farà pèiacere sapere che http://www.corriere.it/tecnologia/14_aprile_02/nuovo-blocco-whatsapp-340b5974-ba67-11e3-9050-e3afdc8ffa42.shtml