Avatar e la tecnologia 3D

Il regista del capolavoro di fantascienza 3D Avatar in uscita a breve nelle sale, James Cameron, è di poche parole e appare imbarazzato davanti alle telecamere ma di certo è a proprio agio dietro alla cinepresa: la maestria tecnica per l’utilizzo della tecnologia 3D ha già riscosso numerosi giudizi positivi da parte della critica tanto da essere stato giudicato il miglior film mai realizzato con la tecnica del tridimensionale.

Questo articolo non vuole essere una recensione del film Avatar in tecnologia 3D a breve nelle sale ma si concentra esclusivamente sull’aspetto tecnico e di realizzazione ed in particolare sugli straordinari effetti 3D. Tecnologia 3D non significa infatti solamente effetto tridimensionale: l’utilizzo non deve infatti risultare intrusivo all’eccesso e questo concerne di sicuro la scaltrezza e abilità del regista.

Bisogna fondere insieme il racconto della storia all’uso della tecnologia 3D altrimenti il risultato è che per ottenere stupore del pubblico, molti usciranno dalla sala con un gran mal di testa. Molti registi si lasciano prendere la mano in questo senso: non è il caso di Cameron, celebre per aver diretto anche il kolossal Titanic, e della sua ultima “creatura” 3D, Avatar.

Come è stato costruito il mondo alieno in Avatar

Lo stesso regista ha definito questo mondo parallelo come “un Eden con denti e artigli”. L’idea di base era quella di creare ex novo nella grafica del pc un mondo fuori dagli schemi ma che, al tempo stesso, mantenesse alcuni elementi di contatto e di familiarità, con il nostro mondo.

Molto attento è stato anche lo studio dei personaggi: sia dal punto di vista psicologico che tecnico. Addirittura c’è stata una fase di pre-lavorazione in cui gli attori si sono recati nelle foreste delle Hawaii per assimilare i giusti movimenti da trasmettere poi ai personaggi in computer grafica.

Tecnologia di Avatar

Veniamo ora all’aspetto più prettamente attinente a questo articolo, ovvero alla tecnologia usata per Avatar. In primo luogo va osservato che Cameron ha rifiutato di usare attori opportunamente truccati per il ruolo dei Na’vi perché inadatti a rispecchiare la fisionomia dei personaggi.

La tecnologia usata è quella della “performance capture” facciale, un’evoluzione della prima versione di circa dieci anni fa.
A differenza di quanto avveniva prima, anziché una matrice luminosa, gli attori indossano un casco con micro telecamere incorporate che sono in grado di riprendere ogni movimento dei muscoli facciali, dallo sguardo al sorriso.
Queste espressioni dettagliate vengono poi trasmesse agli alter ego digitali degli attori, che assumono così un realismo impressionante.

Cameron è inoltre riuscito a riprodurre l’ambientazione realistica e voluta anche nel set in computer grafica grazie ad una particolare tecnica chiamata Virtual Camera: il risultato è che il regista e la troupe erano in grado di vedere l’ambientazione finale già durante le riprese in studio, direttamente sullo schermo del pc, in tempo reale.

Un altro espediente tecnologico fondamentale, sviluppato proprio dal regista e dai suoi collaboratori, è quello noto come Simulcam: nel monitor vengono inquadrati in tempo reale, sia l’attore che il personaggio digitale corrispondente, in modo da poter immediatamente prendere visione del risultato senza bisogno di una elaborazione in studio successiva.

La tecnologia di Panasonic nel film Avatar

Partner esclusivo della realizzazione della pellicola 3D Avatar è Panasonic: sono stati messi a disposizione dispositivi all’avanguardia e tecnologie avanzate, ad esempio la camcorder AJ-HPX3000G P2HD.

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