Tempo di passare alle SSD?

Si parla sempre più frequentemente di SSD (Solid State Drive) e dei loro vantaggi ma questo non significa assolutamente, come si potrebbe essere portati a pensare, che tutti abbiano già sostituito i più vecchi hard disk per passare alle SSD ma più semplicemente che i produttori, con intensa azione di marketing e riduzione dei prezzi, stiano cercando di fare in modo che se ne parli il più possibile per poter incrementare al massimo le vendite delle unità a stato solido.

Vediamo allora qual è realmente la diffusione sul mercato delle SSD e i motivi che ne stanno alla base. Partiamo da un’analisi dei punti di forza e dei difetti delle SSD.

Pregi e difetti da considerare prima di passare alle SSD

Il vantaggio principale delle SSD è legato senza dubbio alla performance: essendo composte al 100% di componenti elettroniche si elimina la perdita di tempo dovuta alla trasformazione informazioni magnetiche in elettriche. Altri vantaggi includono inoltre la riduzione dei consumi e una maggiore resistenza contro gli impatti fisici (sempre grazie all’assenza di parti meccaniche).

Questi ultimi due aspetti in particolare spiegano perché il primo mercato di riferimento per le SSD è stato quello dei laptop. Il problema maggiore delle SSD invece è senza dubbio il prezzo. Il costo di queste unità infatti è indiscutibilmente molto più alto degli hard disk. Ma proprio per quanto riguarda il prezzo va anche evidenziato che di recente questo tende a diminuire notevolmente.

Questo almeno è quello che appare ad un utente generico: va invece fatta attenzione perché questo calo di prezzo è legato al lancio di nuove SSD che utilizzano un chip MLC più economico. Le unità a stato solido possono infatti essere costruite usando 2 tipi diversi di memoria flash: SLC (Single Level Cell) o MLC (Multi Level Cell). Le prime sono più veloci ed efficienti ma anche più costose. E’ cosa è dovuta strutturalmente la differenza di prezzo? I chip MLC possono immagazzinare più di un bit per cella e quindi in generale archiviare maggiore memoria ad un prezzo inferiore.

Ma questo aumenta anche inevitabilmente il rischio di errore. Questi errori non coinvolgono apparentemente l’utente perché vengono individuati e riparati da un sistema di controllo interno che però provoca perdita di tempo e rallentamento delle funzioni. Oltre alla maggiore lentezza c’è poi il discorso dell’affidabilità: in media stando ai risultati di test pratici i chip SLC sono in grado di passare per 100.000 cicli di scrittura e cancellatura mantenendo ottimale l’affidabilità mentre il numero scende addirittura a 10.000 per i chip MLC.

Una differenza quindi notevole. In ogni caso va precisato che se si considera un utilizzo medio questi numeri, anche nel caso di MLC, si traducono in una garanzia di circa 70 anni. I chip quindi, se acquistati con la consapevolezza dei limiti strutturali, possono essere una buona soluzione per un utente comune: si dimostrano invece inadeguati per soluzioni di azienda, quali ad esempio i server. Tenetelo a mente se decidete di passare alle SSD.

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