La sempre più pervasiva presenza di dispositivi informatici ed elettronici nelle nostre case, auto, luoghi di lavoro, commercio, turismo e praticamente in ogni area delle attività umane, richiede una progettazione che sappia tenere conto dei possibili contesti d’uso e degli obiettivi degli utenti. La tecnologia, perciò, deve essere sempre più interattiva e in grado di garantire una comunicazione efficace tra gli utenti e i diversi devices. Vediamo, allora, come si sia evoluta negli anni l’interazione tra uomo e computer.
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Ho sempre pensato che la user-experience sia un elemento fondamentale di ogni progetto/prodotto. Dalla classica teoria del KISS fino alle conversioni commerciali con relativo ROI. Molto dipende da come l’utente percepisce l’applicazione, condizionandone quindi l’utilizzo.
Per quanto riguarda l’evoluzione CLI -> GUI -> NUI penso invece che non si possa parlare di una evoluzione esclusiva, ma piuttosto di un miglioramento, un allargamento delle possibilità e quindi della risposta al moderno fabbisogno. Per i programmatori la CLI rimarrà sempre l’interfaccia migliore, più sicura, solida e… nativa (per chi non è nativo digitale ovviamente) ed il non-successo di Eclipse (non si può certo dire sia stato un fallimento, ma ha sicuramente mancato le aspettative) in questo campo lo dimostra.
ciao complimenti articolo molto interessante su un tema che mi attrae molto anche perché a chi non attrae la possibilità di interagire con il mondo che ci circonda solo con la mente? molto in questo senso hanno fatto i film di fantascienza (come da te sottolineato) che fin da piccoli ci hanno fatto sognare tale possibilità.
Ritornando all’elettronica,io penso che il successo di un sistema sia per almeno il 60-70% dovuto all’interfaccia, un esempio lampante di questo sono gli smartphone che nel giro di 1-2 anni hanno mangiato tutto il mercato dei classici cellulari quasi sono grazie all’introduzione del touch screen.
Complimenti ancora per l’articolo.
anche io sono d’accordo con la frase:
“Per quanto riguarda l’evoluzione CLI -> GUI -> NUI penso invece che non si possa parlare di una evoluzione esclusiva, ma piuttosto di un miglioramento, un allargamento delle possibilità e quindi della risposta al moderno fabbisogno. ”
Soprattutto perché ogni interfaccia a un suo utilizzo infatti esse coesistono in tutti i sistemi con una complessità tale da giustificare tale coesistenza.
Ad esempio le prestazioni della CLI non sono paragonabili con la GUI o NUI perché è un interfaccia ottimizzata in tal senso naturalmente questo le fa perdere in facilità d’uso che non è neanche comparabile con le altre due (lo stesso si ha tra GUI e NUI).
Complimenti per l’articolo, é stata una bella lettura.
Un paio di domande… come si colloca il mondo open source nei confronzi di questo argomento?
Esistono giá progetti in merito (a parte lo shield per arduino che dovrebbe esserlo per forza)?
Data la complessitá della cosa mi chiedo se sará destinata ad essere proprietaria e solo piú tardi open, come spesso é accaduto fino ad oggi, o esiste la speranza che il mondo Open-Source faccia “scuola” e faccia vera innovazione?
Grazie per l’articolo.
Ciao
PS: Come é andata a finire con il concorso?
La cosa più importante che devi sapere del concorso è che stiamo aspettando la tua applicazione (progetto completo) con stm32f4 😀
Per il resto, ti basterà aspettare sabato 😉
Ciao Piero, intendevo il suo di concorso… non il quello di EOS! Per quello é chiaro, basta guardare la classifica…. illupo89 ha incassato il premio,Ivan prosegue per l’oscilloscopio e tutti gli altri a seguire… :):):) e sabato scriverai un articolo di aggiornamento… Per quanto riguarda i mie progetti… :):):) ti ricordo che io non sono iscritto al contest :D:D:D lascio quindi la precedenza a chi concorre per i premi…:):):)
E perchè non ti iscrivi?
Il primo premio come saprai è un oscilloscopio digitale Agilent, ma non solo, ci sono molti altri premi ed a settembre ne abbiamo altri da aggiungere…. poi se ti interessa qualcosa (come credo sicuramente) ti troverai troppo indietro….
Ciao Alex, grazie per i complimenti 😀
– “come si colloca il mondo open source nei confronti di questo argomento? ”
Personalmente credo che l’open source abbia un ruolo di primaria importanza in questo campo, se non altro perchè è un settore relativamente recente (parlo delle bioelctrical NUI ovviamente) e che può crescere di pari passo con l’espansione dell’Hardware Open Source, con il quale si adatta benissimo.
– “Esistono giá progetti in merito (a parte lo shield per arduino che dovrebbe esserlo per forza)? ”
Dal punto di vista Software direi che l’ open source è molto avanti:
per esempio OpenVibe è un software di neurofeedback (ma può processare anche altri tipi di segnali biologici) molto valido: è modulare, scalabile, multi piattaforma, compatibile con i più diffusi hardware di acquisizione del segnale, user friendly, ha ampia documentazione,una community molto attiva e disponibile, etc.. ed è completamente open source.
Qui si può trovare una lista dei più usati softwares di neurofeedback http://en.wikipedia.org/wiki/Comparison_of_neurofeedback_software
Si può vedere che quelli open ne rappresentano una buona percentuale.
Anche dal punto di vista hardware c’è una buona concorrenza tra open e closed:
http://en.wikipedia.org/wiki/Comparison_of_consumer_brain%E2%80%93computer_interfaces
Dall’OpenEEG Project sono nati numerosi progetti: MonolithEEG, OpenEXG e MOD-EEG SMT della Olimex (una azienda Bulgara molto attiva) da cui poi deriva lo shield EMG per arduino che si vede nel video, e che viene citato anche qui http://www.youtube.com/watch?v=2VSBLuXbEC0
Qualcosa comincia a muoversi anche in Italia, questi progetti ne sono la dimostrazione:
http://blog.arduino.cc/2013/07/24/open-baby-monitor-goes-opensource-in-kenya/
http://www.fablabpisa.org/?p=608
– “Data la complessitá della cosa mi chiedo se sará destinata ad essere proprietaria e solo piú tardi open, come spesso é accaduto fino ad oggi, o esiste la speranza che il mondo Open-Source faccia “scuola” e faccia vera innovazione?”
Il fatto che il progetto open sviluppato dal “maker” Brasiliano sia comparabile (almeno da quello che ci è dato vedere) con il progetto della microsoft la dice lunga sul fatto che il lato tecnologico non è il collo di bottiglia che potrebbe limitare il successo del progetto open. Come spesso accade, il limite è quello organizzativo/burocratico. Non dimentichiamoci infatti che questi tipi di devices entrano in contatto diretto con il corpo umano e ciò può essere molto pericoloso (affinchè il cuore entri in fibrillazione ventricolare possono bastare anche pochi microampere http://en.wikipedia.org/wiki/Microshock). Nonostante anche i dispositivi open siano progettati in modo da ridurre al minimo il rischio di incidenti, è molto difficile che tali progetti abbiano certificazioni di sicurezza tipici dei dispositivi medici (IEC 60601, CEE 93/42), perchè la procedura è lunga e costosa.
Il progetto OpenEEG , per esempio, mette ben in risalto questo fatto http://openeeg.sourceforge.net/doc/WARNING.html
Esiste poi una versione con certificazione IEC 60601 dello stesso progetto ma costa 30 volte quello senza certificazione (circa 100 euro contro circa 3000 euro)
http://openeeg.sourceforge.net/doc/hw/Mindfield.html
D’altronde neanche i dispositivi closed attualmente in commercio (neurosky, Eomotiv Epoc, mindflex,etc..) hanno tali tipi di certificazioni e sono venduti alla stregua di “giocattoli”, anche se ci sono dei sentori che indicano che si stia andando nella direzione di BCI certificate.
Questo significherebbe tagliare le ali ai dispositivi open (prodotti con low-budget) che potrebbero essere venduti solo come prototipi e quindi destinati “a fare scuola”, nel senso più letterale del termine, cioè sarebbero usati come strumenti educativi e per la ricerca (scientifica e/o personale). Anche in questa eventualità cmq la fetta di mercato (ricercatori + maker) rimarrebbe importante.
P.S. Con il concorso è andata a finire che sono arrivato terzo nella mia categoria ma non ho vinto il premio in denaro (lo vinceva solo il primo classifacato per ogni categoria). Comunque essendomi classificato tra i finalisti ho vinto il corso di Business Plan, che mi è stato molto utile.
Il progetto (besos – Bio Engineering Systems for Open Society) è quasi terminato , e ad ottobre sarò al Maker Faire Rome con il mio “banchetto” insieme al FabLAb Pisa … 😀 😀 😀 …
Hai dimenticato di scrivere SPOILER all’inizio del post… 😀
Ecco, adesso devo scrivere un altro articolo per sabato… 🙁
Uff… 🙂
Ciao lupo, grazie per i complimenti 😀
Credo che che la letteratura Sci-fi abbia un ruolo importante nello sviluppo di tecnologie che sono ancora allo stato embrionale. Questo perchè il regista, lo sceneggiatore, lo scrittore e in generale l’artista che fa opere Sci-fi, ha mediamente una sensibilità e una creatività maggiore rispetto all’ingegnere che poi effettivamente progetta i dispositivi. L’artista ha quindi una capacità maggiore di contestualizzare la tecnologia con la società in cui essa opera, facendo da apripista e da guida per la ricerca scientifica. Ovviamente il rapporto è bilaterale e l’influenza è reciproca: spesso gli artisti partono da news del mondo della ricerca e ci “ricamano” sopra una storia che poi comunicano attraverso la scrittura, il cinema, la televisione o i fumetti. Questo ha anche uno scopo “educativo”, nel senso che la diffusione massiva di tali opere può “educare” e preparare l’utente finale a tecnologie ancora avveniristiche,ma che prima o poi avranno una diffusione nel mondo reale.
Segnalo questi interessanti link in cui viene spiegato il rapporto tra UX e Sci-fi:
– Interaction design lessons from sci-fi: Visual interfaces ( with a focus on typography )
http://www.netmagazine.com/features/interaction-design-lessons-sci-fi-visual-interfaces
– Interesting user interfaces from sci-fi movies & tv
http://ux.stackexchange.com/questions/998/interesting-user-interfaces-from-sci-fi-movies-tv
– What Sci-Fi Tells Interaction Designers About Gestural Interfaces
http://uxdesign.smashingmagazine.com/2013/03/01/sci-fi-interaction-designers-gestural-interfaces/
Scrivilo e non lagnarti 😀
Sai che i tuoi articoli qualunque argomento trattino piacciono a tutti…
Quindi buon Lavoro 🙂
An OPEN SOURCE (!!) project that allows people to create their own SixthSense Device and augment the current codebase with their own apps.
http://code.google.com/p/sixthsense/
http://www.youtube.com/watch?v=ZfV4R4x2SK0&feature=player_embedded#at=14
Un altro passo verso il futuro …
Concordo con Emanuele per quanto riguarda la preferenza per la CLI (o si-el-ai, come dicono gli anglosassoni). Dal punto di vista dell’utente che sviluppa, configura, e se necessario esegue del troubleshooting su un’applicazione o su un dispositivo, ritengo che questa sia l’interfaccia più comoda ed efficiente. Per chi poi per lavoro deve interagire con sistemi remoti, l’interfaccia CLI è quasi obbligatoria ed è sempre presente. Questo vale, come detto, dal punto di vista dell’utente professionale. Dal punto di vista invece di chi deve proporre delle soluzioni o dei prodotti (quindi il punto di vista di chi deve vendere o far vendere un prodott a un’azienda), sicuramente un’interfaccia evoluta e moderna è preferibile. Una grafica accattivante e intuitiva vale moltpo più di tante parole e presentazioni. Secondo me, comunque, le due realtà possono coesistere.
A proposito dell’immagine di copertina …
http://www.businessinsider.com/elon-musk-video-designing-rocket-parts-with-hand-gestures-2013-8
“design by hand-manipulated hologram is actually useful.”
“like in Iron Man?”
“Yup. We saw it in the movie and made it real. Good idea!”
From sci-fi to reality !!
http://www.theverge.com/2013/8/24/4653878/elon-musk-will-reveal-gesture-based-rocket-design