L’avanzamento continuo del progresso tecnologico ha una conseguenza che non viene sempre tenuta nel giusto conto: ogni giorno produciamo rifiuti elettronici. La frequenza con cui si cambiano cellulari, computer, tv e dispositivi tecnologici in genere è diventata spaventosa: di certo anche voi avete mantenuto per anni lo stesso televisore a tubo catodico e il primo cellulare Nokia ma di fronte ad una tv 3D e all’iPhone 5 oggi già la tecnologia LCD e lo smartphone 3G sono “roba vecchia”. Quello che oggi è nuovo domani sarà obsoleto, pronto a finire nel dimenticatoio. Senza contare che alcuni prodotti lanciati sul mercato non fanno neanche in tempo ad affermarsi che vengono già soppiantati da tecnologie più avanzate: pensiamo ad esempio ai tablet che hanno quasi oscurato i netbook, ai lettori DVD e DiVX e a tutta la gamma di elettronica dalla vita breve. Ma fisicamente dove finiscono tutti i dispositivi tecnologici passati di moda?
RAEE: rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche
Tutti i dispositivi appena descritti rientrano in una precisa categoria, quella dei RAEE, ovvero quelli che non vuole più nessuno o che sono guasti e quindi inutilizzabili. Ed è proprio intorno ad essi che si apre un nuovo mondo ed inizia una nuova necessità, quella del loro smaltimento. L'inquinamento tecnologico è, infatti, un grave problema che affligge il nuovo millennio e la situazione è destinata a peggiorare a causa della diffusione ormai enorme di dispositivi, che vengono cambiati con troppa frequenza. A rendere complesso lo smaltimento e l'eventuale riciclo dei dispositivi elettronici sono i loro componenti, costituiti di tanti materiali diversi (rame, mercurio, piombo, alluminio, oro e altri). Per questo motivo la raccolta RAEE è stata strutturata per pensare in primo luogo ad un raggruppamento, dettato dalla normativa comunitaria RoHS 2002/95. Sono quindi stabiliti 5 tipi di raggruppamenti:
- Freddo e clima
- Altri Grandi Bianchi
- TV e Monitor
- Dispositivi informatici, piccoli elettrodomestici, giocattoli e prodotti vari
- Sorgenti luminose
Inoltre c'è bisogno che sia i mezzi di trasporto sia i siti di stoccaggio siano a norma, in modo da tenere in massima sicurezza i RAEE. Questo perché alcuni prodotti elettronici, se aperti o danneggiati, possono provocare la fuoriuscita di sostanze pericolose, come i fosfori nei televisori e l'ozono nei frigoriferi. Attraverso linee di produzione inverse e appositamente pensate per i RAEE, i prodotti elettronici da riciclare vengono smembrati per recuperare i materiali originari.
Lo smaltimento dei RAEE nei paesi più poveri
Dove le condizioni di vita sono più precarie, dove il Governo è meno presente e dove è minore la possibilità di far circolare notizie, spesso si perpetrano dei danni all'ambiente e alle persone. É quanto accade nei paesi più poveri del mondo, veri e propri recettori di RAEE provenienti dalle nazioni più ricche, solitamente occidentali.
Cina, Filippine, Vietnam, Uganda , Filippine, Nigeria e India sono alcuni dei paesi maggiormente coinvolti nello smaltimento dei rifiuti elettronici, anche se il vero emblema di questo fenomeno è rappresentato da Accra, capitale del Ghana e gigantesco contenitore di RAEE tossici. I danni ambientali e sanitari sono incalcolabili, anche perché i loro effetti, in entrambi i casi, sono visibili solo nel lungo periodo. Qui si crea un vero e proprio mercato, soprattutto tra i giovanissimi, che vanno a caccia di pezzi rivendibili delle apparecchiature precedentemente bruciate (vengono smaltite così) per acquistare il "pane quotidiano".
In questo panorama è facile capire che dilaghino povertà, sfruttamento, violenza e criminalità più o meno organizzata. Tutte cose che non possiamo più tollerare!
Raccolta differenziata RAEE
I rifiuti tecnologici devono essere necessariamente raccolti in appositi contenitori che abbiano l'apparecchiatura adeguata al loro trattamento: stiamo parlando delle isole ecologiche. Secondo una procedura simile alla rottamazione, è possibile dare indietro il proprio RAEE al rivenditore all'atto dell'acquisto di un nuovo prodotto tecnologico. La sua regolamentazione è definita dal D.M 65 8 marzo 2010. Inoltre, a partire dal 1° settembre 2007, data di entrata in vigore del Decreto RAEE, i costi relativi alla raccolta, all'organizzazione e al trattamento dei RAEE sono a carico dei produttori di apparecchi elettronici. Insomma, una parte dei proventi ottenuti con la vendita di prodotti tecnologici va reinvestita nella tutela dell'ambiente, come "pegno" da pagare per l'inquinamento causato (da qui deriva anche la possibilità di impostare, in via facoltativa e da parte del produttore, una somma aggiuntiva al costo dell'apparecchiatura elettronica con il nome di eco contributo).
La tracciabilità dei RAEE
Ma una volta portati presso l'isola ecologica, i RAEE dove vanno a finire? Il nostro contributo ambientale viene ricompensato da un adeguato processo di riciclo? Insomma, se il cittadino fa il suo dovere, fanno altrettanto le strutture preposte allo smaltimento dei RAEE? Un'indagine di Altroconsumo ha tracciato il percorso compiuto dai RAEE dopo la loro consegna e ha portato alla luce degli interessanti sviluppi. Prendendo a campione le città di Napoli, Roma e Milano, hanno infatti seguito l'iter di 15 rifiuti tecnologici attraverso il processo di smaltimento. Ebbene, i risultati sono stati migliori del previsto, perché in 12 casi su 15, l'80%, il tutto si è svolto in maniera regolare.
Considerazioni finali sulla raccolta RAEE
Il meccanismo sembra quindi essere ben rodato, certo con le sue sbavature, ma è pur sempre un segnale positivo in vista di un futuro in cui il corretto smaltimento dei RAEE diventerà una necessità vitale. Dei miglioramenti sono ancora da fare, ma possiamo dire di essere sulla buona strada.
Molto materiale si potrebbe correttamnte riutilizzare.
Nel progetto Arduino c'era l'opzione recupero e trasformazione.
PC e Stampanti buttati, il più delle volte sono perfettamente funzionanti. Vi sono Organizzazioni che li recuperano e rimessi a posto posso servire a scuole, oppure ai paesi poveri. Idem per cellulari ed elettrodomestici.
Li buttiamo ol più delle volte perchè fuori moda.
Siamo la società NON dei consumi, ma dello sperpero delle risorse della terra
Non esistono i rifiuti, ma materiali… Le generazioni del futuro quando parleranno di noi lo faranno provando profondo schifo
Hai ragione in tutto.
Però se invece di avere poche iniziative positive in tal senso e mal distribuite ce ne fosse una statale diffusa forse sarebbe diverso.
Che vergogna…
ovviamente parlavo delle immagini!
Esatto.. calcolando che in media i RAEE sono riciclabili oltre il 90% del loro peso, sarebbe più corretto considerarli come materie prime secondarie anzichè rifiuti!!! E' quindi fondamantale che queste risorse eseguano una corretta raccolta e smaltimento.
Dovrebbero esserci più iniziative volte in questo senso, ad esempio:
sensibilizzare maggiormente i cittadini attraverso una più efficace informazione sul conferimento dei RAEE o aumentare i centri di raccolta comunali, possono essere dei piccoli – grandi passi verso uno sviluppo sostenibile.
Proprio alcune settimane fa è stata recepita la direttiva RAEE tramite Decreto Legislativo: “Attuazione della direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE)”
Sembra ci siano già alcune critiche, la prima è che non ci sono semplificazioni burocratiche per gli operatori del settore ed un altra è che non è stata fatta sufficiente informazione sull’obbligo di ritiro del prodotto elettronico usato (per essere smaltito) da parte del rivenditore, grande catena o piccolo negozio (se ancora ne esistono) che sia.
Da una lettura veloce mi sembra un buon passo avanti, anche se molta farina viene dal sacco europeo, ma già allinearsi è una nota positiva.
http://www.governo.it/Governo/Provvedimenti/dettaglio.asp?d=75158
Rimangono comunque ancora incompiuti decreti globali, magari rivolti a salvaguardare ex-luoghi-paradisiaci, come ad esempio l’atollo discarica delle Maldive:
http://en.wikipedia.org/wiki/Thilafushi
Una riflessione è d’obbligo, del resto se cambiamo iPhone (sempre colpa di Apple) ogni 6 mesi i rifiuti dove li smaltiamo?
Sacrifichiamo un atollo?
Li inviamo sulla luna?
Oppure lo smartphone ce lo facciamo durare almeno 3 anni?
(ovviamente con campagne di “alfabetizzazione RAEE”)
Concordo perfettamente !!
Gli aspetti da considerare sono diversi, dall'educazione di tutti noi in merito alle giuste modalità di riciclaggio alla presa in carico del problema da parte degli organi competenti sia a lavello nazionale che europeo.
Le nuove norme testimoniano come ci si sta muovendo nella giusta direzione, ma credo che un aspetto fondamentale da cui partire sia la sensibilizzazione delle aziende produttrici e di tutti noi.
Vi segnalo questo video "La storia dell'elettronica" che, a mio avviso, può offrire interessanti spunti di riflessione e di discussione.