Se vi ho lasciato un po’ di curiosità, ora i vostri desideri verranno realizzati. I principi fisici del clarinetto saranno il supporto per comprendere questo affascinante strumento di pregiato ebano. Ma è sufficiente conoscere i principi fisici per spiegare tutte le sfaccettature del suono del clarinetto? Quanto è importante la parte “fisica” aggiunta dall’esecutore? E quanto influisce l’anima dell’esecutore?
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Ho sempre avuto qualche difficoltà a comprendere il concetto delle onde stazionarie: che vuol dire che la propagazione non avviene nel tempo? se non ci fosse il tempo, non ci sarebbe il suono. Giusto?
Questa seconda parte mi è piaciuta veramente molto. Quello che non è che io abbia capito benissimo è il concetto di muscolo motivato. Più che altro vorrei capire se è un termine tecnico oppure indica una particolare contrazione o stato.
Dal contesto si capisce che è quello che fa “del suo meglio” in funzione del risultato da raggiungere ma non so se ho capito bene…
Ciao,
direi che in prima approssimazione posso dirti che lo studio di questo tipo di onde viene fatto su base spaziale in quanto l’interesse è la risonanza dello strumento, che provoca un tipo di propagazione compresa nei casi descritti in un istante specifico. Sono come delle fotografie temporali, ma se si pensa ad una nota lunga, in condizioni che non variano durante la sua durata, la propagazione temporale è costante, mentre è quella spaziale che ci interessa, dato che è la sua caratterizzazione che produce quel tipo di suono. Nel tempo poi cambieranno le caratteristiche spaziali del suono, per cui la variazione delle onde nel tempo si studia comunque studiandone la variazione spaziale.
Spero di essere stato chiaro
Scusa, ho risposto a Gius_Res sotto al tuo commento…
Beh, con “muscolo motivato” intendo dire che, se siamo motivati e spinti da un’energia positiva otteniamo certamente un suono diverso rispetto al caso di un approccio spaventato, anche perché questo atteggiamento si trasmette ai nostri muscoli. Si tratta di una caratteristica che ha l’uomo di agire in base ai propri sentimenti. Sai ad esempio l’adrenalina? Oppure la paura che fa tremare le gambe (e non solo)? Le emozioni producono nell’uomo degli effetti che vengono trasmessi per varie parti del corpo. In particolare l’artista è colui che sa canalizzare le proprie emozioni per dirigerle verso la propria musica, ma in generale quante volte la paura ci chiude lo stomaco, il cuore batte più velocemente o più forte per sentimenti forti, etc. Visto che sono effetti non controllati, ogni volta che facciamo qualcosa, se interviene un sentimento, questo qualcosa subisce l’effetto dei nostri sentimenti, e cambia. Questo succede quando facciamo un colloquio di lavoro, quando parliamo davanti a molte persone ad un convegno, quando siamo sul campo da calcio/basket etc per una partita più o meno importante, o quando facciamo musica. Nell’arte in particolare c’è la componente “catalizzazione dei sentimenti verso l’opera d’arte”. In realtà in ogni ambito si può catalizzare le proprie emozioni in modo che siano positive e non negative, ma ora sto entrando in un mondo che non mi appartiene, spero di aver risposto alla tua domanda.
Sebbene l’articolo sia molto chiaro ed interessante, vorrei capire meglio come fanno tutti quei fattori ad influire sulla qualità del suono. Credo sarebbe meglio specificare i singoli effetti sul suono risultante ad esempio le condizioni climatiche possono essere, che ne so, temperatura, umidità pressione ecc quindi la temperatura influisce su questo particolare aspetto.
Spero di essere stato chiaro.
A questo livello di dettaglio, mi sembrava opportuno non scendere troppo in questo tipo di dettaglio. Considera che ogni componente necessita di uno studio approfondito, per cui per l’umidità c’è un tipo di effetto che va studiato, per la temperatura vale lo stesso discorso, e tali fattori sono anche interconnessi tra loro. Certamente, essendo lo strumento di legno, assorbe l’umidità, con il calore si espande, e questo va tutto a provocare diversi assorbimenti delle onde, per cui sarà diversa non tanto la risonanza, ma un eventuale filtro che lo strumento diventa per alcune lunghezze d’onda.
Certo è che, se c’è il desiderio di conoscere questi particolari aspetti, cercherò di approfondirli e magari in un prossimo articolo risponderò alle tue esigenze.
Tiziano sei sempre di più un Mastemind, a suo tempo avevo letto il libro di Andrea Frova “Fisica nella musica”, che di sicuro conosci già 🙂
Grazie Andres,
sempre troppo gentile 🙂
PS: A dir la verità no, però ora sono curioso e lo leggerò sicuramente!
“La musica è l’arte dei suoni per mezzo dei quali si esprimono i diversi sentimenti dell’anima“.
… ovvero, mi sembra di capire, che senza anima né sentimenti, potrebbe pur esserci propagazione del suono tramite onde e sinusoidi sovrapposte .. ma non c’è musica e non c’è arte!
Già, proprio così. Sono molti i casi di “artisti” che in realtà sono bravi ad usare le tecniche ma meno bravi a trasmettere sentimenti, e di artisti che anche con scarse qualità tecniche riescono a trasmettere molto.
Poi c’è anche la soggettività, ma qui si apre un nuovo mondo.
da ingegnere elettronico e pianista diplomato confermo quanto esposto da Tiziano. Spesso mi è capitato di sentire ottime esecuzioni e ottima tecnica… ma poca musica.
da ingegnere elettronico e chitarrista autodidatta!! .. ne sono sempre stato più che convinto!!
ottimo articolo .. e ottime conclusioni!