Nuovo strumento adesivo che permetterà agli uomini di camminare sui muri

Sappiamo che quella di stare in equilibrio sui muri è una prerogativa esclusiva di insetti e piccoli animali, legata sia alle loro dimensioni ridotte, sia alla leggerezza del corpo e sia alle piccole unghie ad uncino o alle minuscole ventose sotto le dita ma l’uomo ha provato, con diverse soluzioni scientifiche o tecnologiche, a superare questo limite innato e a riuscire perfino a camminare sui muri: l’ultimo tentativo arriva da un gruppo di studiosi dell’Università di Cornell.

Approcci scientifici per superare i limiti umani

Non è la prima volta che l’uomo tenta di sviluppare, con l’aiuto della scienza e della tecnologia, questa particolare capacità. Qualche tempo fa un gruppo di scienziati americani aveva brevettato una supercolla che, usando una lunghezza di appena 2,5cm di nastro adesivo, poteva sostenere fino a 100 Kg.

L'obiettivo era dunque di restare in equilibrio attaccati sui muri. Questo esperimento non cercava quindi la risposta in nuove invenzioni ma nell’uso alternativo di strumenti già a disposizione dell’uomo: i nano tubi di carbonio. L’ispirazione veniva proprio dall’osservazione della natura, in particolare dalla struttura delle zampe dei gechi.

Un nuovo strumento adesivo per camminare sui muri

Paul Steen, professore di chimica e ingegneria bio-molecolare e Michael Vogel, sono arrivati ad un nuovo risultato partendo dalle stesse premesse. Osservare la natura per imitarla. La ricerca, pubblicata sul numero del 1 Febbraio di Proceedings of the National Academy of Sciences, parte dallo studio di uno scarafaggio concentrato soprattutto in Florida e capace di aderire ad una foglia con una forza 100 volte maggiore a quella del suo peso.

Questa volta però si parla di uno strumento nuovo e di una tecnologia innovativa: un dispositivo adesivo costituito sostanzialmente su tre livelli. Una base piatta con piccoli fori, ognuno delle dimensioni di micrometri (ogni micrometro è un milionesimo di un metro). Un’altra piastra contiene un serbatoio con un liquido: nel mezzo delle due c’è un altro strato poroso. Una tensione elettrica, alimentata da una comune batteria 9 V pompa l’acqua facendo filtrare le goccioline attraverso lo strato superiore.

Questo crea adesione e attrito con la superficie, come ad esempio due vetri umidi. La ricerca si basa anche sui risultati pubblicati da altri esperimenti che hanno già in passato cercato di mettere in luce l’efficacia dell’elettroosmosi. Stando alle dichiarazione dello stesso Steen l’effetto per ora è comunque molto debole ma l’obiettivo è senza dubbio quello di riuscire a incrementarlo e a controllarlo, proprio come fa la specie di scarafaggio in analisi per ottenere un’aderenza anche notevolmente maggiore.

Ad esempio uno dei primi prototipi è stato fatto con 1000 fori da 300 micrometri e è stato in grado di sollevare un peso di circa 30 grammi. L’idea è quella di ridurre le dimensioni dei fori, aumentandone di conseguenza il numero sulla superficie disponibile. Per porre fine all’effetto basta invece invertire il campo elettrico e l’acqua è spinta indietro di nuovo attraverso gli stessi fori. Il meccanismo così ideato è in stato di sperimentazione e va senza dubbio perfezionato per poter rendere più forte anche l’effetto. Riusciremo a camminare sui muri?

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