Riuscirà la robotica a migliorare l’assistenza ad anziani e disabili?

Al giorno d'oggi i robot sono comunemente considerati poco più intelligenti di un'aspirapolvere. Ma ben presto questa convinzione potrebbe cambiare. Sono molti infatti gli investimenti da parte delle maggiori multinazionali per la realizzazione di prototipi da portare nelle case di tutti, ma soprattutto anziani e disabili.

“I robot potrebbero aiutare persone con difficoltà motorie a svolgere lavori quotidiani, e ciò permetterebbe loro di rimanere nelle proprie abitazioni più a lungo” è questo il pensiero di Karen Robinson direttore del programma “Assistenza Volontaria” della scuola per infermieri dell'Univeristà di Louisville.
Inoltre i robot impiegati nell'assistenza dovranno avere interfacce semplice, fare intensivo uso di schermi sensibili al tatto non solo per ricevere i comandi a cui ubbidire ma anche per mettere in contatto le persone assistite con i loro familiari utilizzando o software dedicati per la tele-assistenza o (perchè no) i social network.

Un esempio pratico di queste tendenze è Kompai un prototipo realizzato da Robosoft, azienda che si occupa di innovazione in robotica, per il momento ha una forma “umanoide statica” ovvero non è in grado di cambiare il suo aspetto in risposta a stimoli dell'utente ma possiede già un comodo schermo touch ed in futuro l'azienda ha comunicato che rilascerà un prototipo in grado di cambiare la sua espressione del volto in base al pensiero che vuole comunicare.
Kompai è già dotato di una connessione alla rete che lo rende capace di ospitare Skype e di sensori di prossimità che gli permettono ad esempio di seguire una persona mentre parla con i suoi familiari attraverso questo software. Per il momento Kompai è in sperimentazione presso alcune case di cura e abitazioni private in Francia ed Austria ma se le aspettative saranno confermate l'azienda produttrice si aspetta di poterlo commercializzare entro due anni.

L'aspetto più interessante di questo progetto, a mio avviso,  è però l'intenzione di Robosoft di correlare al robot tutta una serie di sensori biometrici per il monitoraggio di buona parte dei parametri vitali dell'assistito che verrebbero elaborati da Kompai via wireless e messi a disposizione dei clinici. L'architettura software del robot è inoltre open source ed è basata sulla piattaforma Microsoft Robotic Developer Studio. La sfida principale di Kompai è quella di essere una piattaforma hardware robusta per permettere uno sviluppo standard di applicazioni customizzate.

fonte:scientificamerican.com

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