
Nati come controverso strumento militare, oggi i droni sono tra gli strumenti di lavoro più trasversali nei settori tecnici, e sono sottoposti a continue implementazioni e sofisticazioni proprio per venire incontro alle crescente e sempre più specifica richiesta del mercato. I campi applicativi della dronotica toccano praticamente quasi ogni ambito del sapere e sono ormai quasi indispensabili in campi come l’edilizia, l’agricoltura (soprattutto green), la difesa della sicurezza e del patrimonio ambientale e culturale, ma anche nei campi artistici di cinema e fotografia oltre che nella vendita e promozione.
Introduzione
Oggi scopriamo insieme qualcosa in più sull’utilizzo dei droni per uso ricreativo e per uso professionale, vedendo anche come cambiano le regole di utilizzo a seconda dello scopo finale. Vedremo insieme anche quali sono gli ambiti e i settori più bizzarri della dronotica che, pur nascendo per scopo ludico ricreativo, stanno generando un indotto notevole e crescenti grappoli di nuovissime professionalità.
Uso del drone per hobby e per lavoro: le differenze normative
- Partiamo da uno spaccato preliminare e propedeutico: qual è la normativa italiana che stabilisce chi (e come) può utilizzare un drone?
- Quali sono le limitazioni relative all’utilizzo per fini ludici?
- Quali gli oneri per chi ne fa uno strumento professionale?
Prima di tutto, diciamo che chi stabilisce le norme in materia di utilizzo dei droni è l’ENAC (Ente Nazionale dell’Aviazione Civile). Bene anche è sapere che la normativa attuale è in fieri, ovvero tutt'ora sottoposta a frequenti modifiche ed emendamenti che cambiano anche sulla base del numero di utenti e soggetti interessati alla materia, il cui numero cresce esponenzialmente soprattutto in ambito professionale (come vedremo più nel dettaglio al paragrafo successivo).
Prima regola importante: per lavorare con un drone, ossia per stringere accordi commerciali, per vendere un servizio o un reportage, insomma per fatturare, è necessario avere un riconoscimento da parte di ENAC, sia per il drone che per il pilota (figura 1).
Questi riconoscimenti sono rilasciati da enti e scuole a loro volta riconosciute da ENAC e che dall'Ente per l'Aviazione Civile hanno avuto una sorta di delega a attestato di fiducia - a seguito di lunghe pratiche certificative.
In Italia gli enti che rilasciano riconoscimenti e patentini non sono tantissimi, ci sono scuole in tutta Italia e aziende (quasi sempre produttori) che svolgono tutto l'iter burocratico per lavorare nel pieno rispetto delle regole. Ad esempio la salentina Aerialclick non solo svolge [...]
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A Natale mio nipote ha ricevuto in regalo un piccollissimo drone… ho provato a pilotarlo, ma non credevo fosse cosi difficile, o forse è il drone di mio nipote diciamo cosi ad essere un pò troppo “giocattolo”.
Fortunatamente, molti, come il Parrot AR.Drone (per citare il meno recente) o il Bebop (il non più nuovo della famiglia), anche dispositivi come il DJI Phantom 4, integrano un sistemi di controllo volo che consentono un pilotaggio decisamente più easy. Difatti, tutti i velivoli citati, sono equipaggiati di un Mission Managment Tool (Sistema di Gestione della Missione, per dirla all’italiana maniera) che consente di definire una traiettoria sulla base di waypoint senza poi pensare a niente: il tool, sulla base dei waypoint, genererà i segnali di comando (quattro, qualunque sia il numero di rotori) che saranno poi inviati al sistema di controllo volo a basso livello per variare le velocità delle eliche.
Anche io ho solo esperienze “ludiche”, con piccolissimi droni, regalati a mio figlio.
Ancora non siamo riusciti a pilotarne correttamente uno, e’ veramente difficile. Piu’ che altro occorre eseguire una calibrazione iniziale.
Spero prossimamente di acquistare un drone piu’ importante.
Ma il problema e’ sempre quello: le pale, quando collidono con oggetti, si spezzano in mille pezzi.
Per la calibrazione, è un’attività consigliata..e non sempre obbligatoria, soprattutto se fatta di recente. Invece, per quanto riguarda le pale, per voli indoor, c’è il rischio che possano spezzarsi, soprattutto per MAV di piccole dimensioni ed economici come il Mambo oppure l’AR.Drone. Ciononostante, credo che siano una delle tecnologie più belle, che possono trovare spazio anche in campo education, grazie a progetti open-source and open-hardware come il Bitcraze Crazyflie 2.0. Si tratta di un nano-quadricottero, che sta nel palmo di una mano, una piccola autonomia, ma che non ha nulla da recriminare rispetto a velivoli di dimensioni maggiori. Provare per credere 😉
Grazie Giuseppe. infatti, dentro casa non conviene usarli. Occorro spazi grandi.
Presto faro’ il salto di qualità.