3Domande a Pete Lomas – Hardware Designer @RaspberryPi

Con enorme piacere le nostre 3 domande questa volta sono per Pete Lomas, hardware designer della celebre Raspberry Pi. Le sue risposte ci permetteranno di capire la sua visione dell'embedded, i suoi progetti ed il suo lavoro. Conosciamolo meglio proprio in previsione della sua partecipazione a Better Embedded 2014 dove l'Open Source la fa da padrone.

Emanuele: I nostri lettori conoscono già lei e la sua brillante carriera, ma può darsi che alcuni di essi non siano a conoscenza del ruolo chiave che lei ha svolto nello sviluppo di Raspberry PI. Potrebbe presentarsi?

Pete: Il mio coinvolgimento in quello che stava per diventare Raspberry PI risale al 2009 quando entrai a far parte del gruppo dei fondatori: Eben Upton, Alan Mycroft, Rob Mullins, Jack Lang e Dave Braben. Durante il giorno lavoro come Direttore dell'ingegnerizzazione per la Norcott Technologies, una azienda di design e produzione che ha sede nel nord-ovest dell'Inghilterra. Col mio background nel design dell'elettronica e nella produzione è stato naturale per me assumere la responsabilità della produzione della parte hardware di Raspberry PI. Le schede alfa originali furono progettate da un team alla Broadcom sotto la direzione di Eben e di Gert Van Loo; il mio lavoro consisteva nel razionalizzare e abbassare il costo del design da una piattaforma di sviluppo che nominalmente costava 110$ a quello che è adesso Raspberry PI, con un costo di 35$.

Emanuele: Vorrei approfondire il fenomeno Raspberry PI sotto due punti di vista.
Come nacque tecnicamente l'idea, considerando che c'erano già altri computer a scheda singola sul mercato?

Pete: Reputammo due fattori come chiave per il nostro progetto: doveva essere capace di essere un computer stand-alone al quale aggiungere periferiche standard, per raggiungere il nostro obiettivo di essere adatto ad insegnare abilità computazionali. Oltre a questo doveva avere un prezzo per il quale un utente (vecchio o giovane) non avrebbe questionato troppo prima di dare una possibilità ad una nuova idea. Noi sentivamo che tenere il prezzo basso era veramente importante per far sì che il rischio di rompere la Raspberry PI non fosse un deterrente alla sperimentazione, come potrebbe essere per interfacciare il vostro computer desktop o il vostro laptop.

Emanuele: Perché avete scelto di usare una soluzione con CPU e GPU integrate?

Pete: Questo ci dava un mix brillante di funzionalità di basso e di alto livello. Da una parte si poteva sperimentare con i pin del GPIO e dall'altra si poteva mandare in streaming filmati full HD, navigare sul web ed addirittura creare applicazioni che sfruttassero la potenza della GPU e la scheda aggiuntiva con la videocamera.

Emanuele: Avete collaborato con Broadcom anche per lo sviluppo del sistema su circuito integrato?

Pete: Alla fine abbiamo avuto bisogno di un po' di tempo per trovare una soluzione al concept che avevamo per la Raspberry PI. Avevamo una lista di caratteristiche che volevamo raggiungere e che stavamo cercando attivamente: solamente una soluzione di sistema su circuito integrato sembrava riscontrare le nostre necessità di costo.
Abbiamo lavorato per qualche tempo sul predecessore del BCM2835 ma alla fine abbiamo capito che non poteva essere una soluzione efficace per via dei nostri vincoli sui costi.
Quel che è certo è che non ci fu una collaborazione formale. Ci sono voci che dicono che il processore Arm fu aggiunto dagli ingegnieri della Broadcom (dietro incoraggiamento di Eben Upton) per supportare l'idea di Raspberry PI, ma questo non è mai stato ufficialmente confermato (né negato), ed io non posso commentare ulteriormente!

Emanuele: Quanto fu cruciale la scelta dell'Open Source?

Pete: Quando realizzammo che avevamo la capacità di eseguire una variante di Linux questo aprì davanti alle persone un ricco ventaglio di possibilità per essere creative e contestualmente per portare una serie di linguaggi di programmazione educativi importanti come Scratch e Python.
Ci sono diversi sistemi operativi open source per Raspberry Pi, ma abbiamo di sicuro un debito con Mike Thompson e Peter Green, due membri della nostra community che hanno lavorato per portare alla fruizione di Raspbian, che abbiamo utilizzato come sistema operativo di base per ogni altra cosa su Raspberry Pi. Quindi in questo contesto è stata molto importante.

Emanuele: Ci sono molte iniziative che mirano ad aumentare la diffusione dei computer nelle comunità del terzo mondo con PC a basso costo: qual'è il vostro obiettivo in questo?

Pete: Raspberry Pi è stato sicuramente usato in questo senso ma il nostro obiettivo primario è l'educazione, specificatamente nella scienza del computer e nelle discipline correlate. Quindi fornire un personal computer con basso costo di produzione non era il nostro obiettivo principale, ma abbiamo notato sostanziose diffusioni di Raspberry Pi nelle aree del mondo in via di sviluppo, dove vengono usate persone come uno strumento di lavoro. Il nostro team a Cambridge lavora costantemente sul software per fare di Raspberry Pi una piattaforma di produzione in continuo sviluppo.
Una parte importante della nostra filosofia è la democratizzazione del computing. Noi crediamo che nessuno dovrebbe essere escluso a causa del prezzo dalle opportunità che presenta il fatto di possedere un computer. E questo si applica ugualmente ai ragazzi su cui ci stiamo focalizzando per l'educazione e sugli adulti che necessitano di usare i computer nel loro lavoro.

Emanuele: Ora vorremmo chiederti qualcosa riguardo al futuro: qual'è la tua visione dei prossimi anni per le schede PC? Con tutte le schede che ci sono adesso (Arduino, BeagleBone, Udoo, etc) il mercato sembrerebbe sovraccarico.

Pete: Ci sono molte piattaforme alternative ma nessuna sembra aver raggiunto l'attrattività di Raspberry Pi.
Al momento continuiamo a vedere un insaziabile desiderio di tutto ciò che è correlato a Raspberry e non vediamo segnali di saturazione. In gran parte penso che questo sia dovuto alla brillante comunità che si è costituita attorno a Raspberry Pi. Queste persone sembrano avere una creatività che non mostra soluzione di continuità nel presentare nuove idee ed usi per la scheda e per le molte periferiche che adesso esistono.
Contestualmente con gli sviluppi dei microchip ci saranno parti sempre più veloci e importanti che daranno vita a nuove opportunità in questo spazio. Come fondazione con scopi benefici  noi non abbiamo imperativi sullo sviluppo di prodotti col mero scopo di avere un ricavo, sono tutti molto legati alla nostra mission principale. L'unica eccezione potrebbe essere rappresentata dal modulo di calcolo industriale, dato che risponde a richieste ripetute per un form factor commercialmente più amichevole ed a periferiche personalizzate. Tuttavia, da conversazioni che ho avuto con utenti potenziali, ci sono anche opportunità massive per questo in ambito maker con schede di base personalizzate. Questo infatti è stato uno dei motivi che ha reso possibile tutto ciò. Imparare come creare una scheda base per il Modulo di Calcolo ha portato la nostra missione educativa in una nuova ed eccitante direzione.

Emanuele: La produzione sarà incentrata sull'industria asiatica o potremmo prevedere un trend inverso di produzione massiva in Europa?

Pete: Raspberry Pi è prodotta in Pencoed, in Galles, dalla Sony. Quindi siamo già presenti in Europa in modo incisivo. Abbiamo iniziato in Cina ma rapidamente abbiamo messo a punto dei piani per riportare la cosa a casa. La nostra abilità nel farlo è basata su un numero di fattori che includono il design della produzione, le catene di fornitori, la qualità ed infine la località del mercato di riferimento.
Non penso che vedremo molti prodotti manufatti in Asia che tornano in Europa, ma alcuni di alta tecnologia possono essere efficacemente prodotti anche in Europa grazie al vantaggio competitivo che genera la stretta interazione fra il team di progettazione e di produzione.

 

Pete sarà ospite a Better Embedded, se vuoi partecipare anche tu, questo è il momento migliore per acquistare il tuo biglietto: tra una settimana scade la tariffa Early Bird.

Sono tanti i motivi per i quali partecipare alla conferenza: contenuti di altissimo valore formativo, help desk con i professionisti dell'embedded, eventi, il tutto nello scenario incantevole del centro di Firenze.

Fai parte dell'embedded che conta, vieni a Better Embedded.

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5 Commenti

  1. Avatar photo Emanuele 23 Maggio 2014
  2. Avatar photo GinoBerto 23 Maggio 2014
  3. Avatar photo Giorgio B. 24 Maggio 2014
  4. Avatar photo gfranco78 4 Giugno 2014
  5. Avatar photo daniele.vln 2 Febbraio 2015

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