Autore:
Attenzione, laureata in Filologia, inizia la sua avventura nell'Elettronica Open Source nel luglio del 2007 quando Emanuele decide di cambiare la piattaforma (da WordPress a Drupal) e quando il sito era ancora offline con solo 3 utenti! Piano piano, con tanta voglia di crescere, di imparare e scoprire siamo arrivati qui e sono arrivata qui - da traduttrice e Web Master Assistent a Web Project Manager & Social Media Optimization (SMO) (che per me non è poco vista la mia laurea).
It is quite difficult to speak about me... I am not strange, I am just not normal.
Video molto interessante, ma andrebbe ricordato che l’open source si estende anche aldilà della programmazione ma anche all’editoria con le Creative commons di Lessing e con collettivi situazionisti come Wu ming. Mi ricordo ancora quando Wu Ming era il Luther Blisset project e lottava contro il copyright..
Quando il copyright fu introdotto, tre secoli fa se non sbaglio , non esisteva alcuna possibilità di “copia privata” o di “riproduzione non a fini di lucro”, perché solo un editore concorrente poteva avere i mezzi per duplicare .
Il copyright non era percepito come anti-sociale, era l’arma di un imprenditore contro un altro, non di un imprenditore contro il pubblico.
Oggi la situazione è cambiata, ognuno di noi possiede in casa il proprio elaboratore del pensiero (P.C.) ed ha libero accesso a masterizzatori, fotocopiatrici e software OCR etc.
Nessun tempo è stato cosi’ veloce nel costruire miti come il nostro, che volendo distruggere tutti i miti, ne crea esso stesso di nuovi: “il Copyright”.
Con la nascita della stampa viene introdotto il fondamentale concetto di autore. Prima della stampa, i manoscritti spesso erano anonimi, frutto di diversi copisti. Pensiamo alla Bibbia era un lavoro di Brainstorming secolare.
Credi che l’idea di un autore vada di pari passo con il concetto di proprietà delle parole.
Il concetto di autore ha elevato il singolo a uno status unico, separandolo dalla voce collettiva della comunità.Questa visione del singolo di derivazione Hegeliana è quella contro cui collettivi come Wu Ming lottano da tempo.. Se non sbaglio il primo collettivo “Luther Blissett” era del 95 di cui si dicesse facesse parte anche Umberto Eco per la qualità delle opere come “Q” e “54”
Per la prima volta nella storia, le leggi sul copyright hanno trasformano in merce la comunicazione fra individui. Chissa fischiettando sotto la doccia quanti brevetti non violiamo..ahha
Sono del parere che le invenzioni vadano pagate ma non strapagate essendo il frutto di un lavoro e della genialità di un essere umano, quindi è giusto che vi sia un copyright per l’ingegno di alcuni come costo del lavoro di altri, ma trovo assurdo il meccanismo sviluppato da aziende che tutelano il copyright dove per esempio ad un artista che scrive un pezzo va solo il 5% degli introiti di quella canzone, e ancora meno se è una persona diversa a cantare quella canzone. Inoltre, i meccanismi per avere i diritti su una propria invenzione, qui in Italia, sono assurdi e complicatissimi per cui molte idee realizzate finiscono nel cassetto degli inventori, tutto ciò favorisce le grandi case produttrici che hanno i mezzi e le possibilità di acquistare e/o rubare a basso costo le idee degli altri ricavandoci lauti guadagni. Come non trovo giusto i ricavi della Microsoft e di Bill Gates in confronto a milioni di persone che non hanno di che vivere o che vivono in profonda miseria. Ovviamente l’Open source è importantissimo ma limitato alla mancanza di pubblicità dei prodotti che riesco ad imporsi nel mercato sottostimando il valore di applicazioni open source considerate minori proprio perché gratuite. Speriamo che vi sia una maggiore etica del valore altrui e un minore arricchimento di persone rispetto ad altre in modo spropositato. Ancor oggi, ricordo la storia di Diesel, quello che inventò il motore che oggi tante automobili e mezzi di trasporto utilizzano che morì a soli 55 anni gettandosi da una nave forse perché pieno di debiti con alcune banche.
Io sono completamente contrario al copyright.
Prima di tutto per i motivi elencati nei commenti sopra e poi perche trovo assurdo che nell’era di Youtube, mp3, P2P… etc ancora si parli di diritti d’autore!
Si, è vero chi crea un opera ha il sacrosanto diretto di guadagnarci, ma il suo diritto al guadagno (o meglio quello delle major) non deve ledere i diritti degli utenti!
L’economia è cambiata! Ci sono mille modi di far guadagnare un autore senza gravare sul consumatore. E questo purtroppo alcune grandi aziende ancora non lo comprendono, oppure non vogliono….
Un esempio su tutti: perche pagare MS Office quando posso avere OpenOffice che, oltre ad essere completamente compatibile è anche meglio supportato, perche la comunità open source è sicuramente piu ampia del team di MS.
Perchè devo pagare un cd musicale 20 euro se posso averlo con un click dalla rete scaricandolo in 30 secondi? Invece sono ben felice di pagare 9 euro un cd digitale da iTunes completo di copertina e contenuti speciali….
Concordo appieno con il commento di Emanuele, per quanto le multinazionali dell’entertainment tentino di imporre leggi piu’ ferree, mobilitando stati e polizia contro la pirateria finiscono solo per alimentare il fenomeno come il fobico che tenta di evitare lo stato d’ansia, ma che inavvertitamente finisce per provocarlo.
Come il serpente che si morde da solo la coda. La pirateria è un processo sociale, non è soltanto violazione, ma sintomo del decadimento della proprietà individuale- intellettuale e superamento della cultura di massa.
Non ho mai sopportato l’idea stessa di massa, è di uno snobbismo intellettuale tipica del 900, Adorno (filosofo marrxista) non a caso coniò il termine industria culturale per indicare la produzione in catena della cultura non capendo che era l’avvento di una società basata sul potere dell’individuo.
Il problema sostanzialmente è che l’industria culturale ( vedi Theodor Adorno,filofo Marxsista,Scuola di Francoforte) si è fottuta da sola! E’ uno dei tanti meccanismo del capitalismo attuale. Mi spiego meglio: non puoi vendermi il masterizzatore poi venire a dirmi persino come usarlo, oggi vendere un masterizzatore corrisponde a vendere la fabbrica e la macchina assieme.
Con pirateria non intendo il capitalismo extralegale gestito dalla criminalità, ma la reazione consapevole e non dei consumatori esasperati dai prezzi che violano il copyright.
Come sostenuto anche da Walter Benjamin nel” L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” dal momento in cui viene meno la distinzione fra unico e copia finisce il diritto d’autore. Qui nessuno di noi è contro la proprietà intellettuale intesa come il riconoscimento della tua creatività, ma ricordiamo anche che il copyright era nato per tutelare l’autore ed incentivare la sua creatività non per mantenerlo a vita insieme alla famiglia.
Per chi fosse interessato all’argomento consiglio alcuni libri che ho tirato fuori dalla mia libreria:
– “Giap” di Wu Ming (Ed Einaudi)
– “Toto’, Peppino e la guerra Psichica” Luther Blissett come dicevo era un collettivo nato all’università di Bologna nel 95 se non sbaglio che fra gli scopi aveva anche quello di mostrare i limiti del copyright e del concetto che implica di individuo.
Diventando successivamente dopo un seppuku rituale l’attuale collettivo di autori WuMing.
– “Il sapere liberato, il movimento dell’open source e la ricerca scientifica”, Gruppo Laser (Ed Feltrinelli)..collettivo studentesco nato alla sapienza di Roma.
– “No copyright” di Raf valvola Scelsi,(Ed Shake) un’antologia sui nuovi diritti d’autore.
Per chi come cresciuto con la letteratura cyberpunk etc è un saggio molto interessante perché critica il copyright dal punto di vista giuridico, economico, filo-epistemologico.
L’open source dal mio punto di vista può diventare il paradigma di una nuova economia che parte dal basso, nei suoi saggi l’economista Rifkin ne parla spesso ( vedi anche “L’era dell’accesso”.
Parlando di copyright e tassazione trovo assurda l’imposizione da parte dello stato di una tassa sui supporti audio analogici e digitali, e persino nelle flash memory e anche negli apparecchi di riproduzione per combattere la pirateria, perché iniqua e presume che l’utente utilizzerà quel supporto per copiare del software o della musica coperta da copyright. Sarebbe come dire, che io legislatore, penso che tu commetta azioni illegali, quindi condanno tutti indistintamente, sia che abbiano commesso qualche azione illegale che non l’abbiano commessa. Violando così la Costituzione italiana, in particolare l’art. 27,comma 2 che recita : «l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva».
Non solo assurda, ma anche controproducente.
CD e DVD stanno scomparendo, ormai per vedere un film (da quello mitico di 30 anni fa a quello che in Italia deve ancora uscire ma è già disponibile sottotitolato)
basta farsi un giro in rete, scaricarlo sulla chiavetta e vederlo sull’hard disk multimediale. Oppure vederlo direttamente in streaming….
(forse è per questo che ancora non fanno la banda larga?)
Consiglio una lettura, soprattutto a chi si inventa queste “furbate”
FREE di Chris Anderson, il fondatore di Wired (quello vero, wired.com) ed inventore della coda lunga.
Ci pensavo ora, che neanche a me piace molto il Wired italiano, seguo i feed ma per me non ha mordente. Sarà che spendo già abbastanza soldi dietro alle Scienze, Mente Cervello e il Limes..
Anche se seguo sempre con gusto la rubrica di Paolo Attivissimo, grande stima e considerazione.
Avete tutti parlato di un aspetto strettamente giuridico ed economico con la relazione dei diritti d’autore e Open Source .
io vorrei portare un altro punto di vista del Open Source ,
Incominciamo da quello molto importante della sicurezza ,
nell’ambiente sicurezza di solito si preferisce mantenere il segreto più totale ,
quindi all’opposto del Open Source in realtà non è così vero visto che si può benissimo mostrare tutta il funzionamento di un programma con i suoi algoritmi e rimanere perfettamente sicuri sia dal punto di vista degli attacchi dei pirati sia dal punto di vista di mantenere la privacy dei dati di qualunque tipo siano .
un altro aspetto molto importante dal mio punto di vista e per cosa riguarda i formati dei data quelli prodotti dal software Open Source a differenza di quelli proprietari dove la memorizzazione dei dati in una certa maniera con un certo ordine rimane piuttosto segreto e difficilmente dal codificare , i dati prodotti dal programma Open Source hanno il grosso vantaggio di potere essere utilizzati codificata anche a lungo termine ,
Visto che i programmi che hanno permesso che hanno permesso scegliere tale file i loro codici sorgenti sono disponibili in conseguenza si possono scrivere nuovi programmi per leggere questi file senza nessuna difficoltà .
Io come agricoltore biologico/biodinamico voglio portare avanti un altro aspetto dell’open source che è quello del open hardware (rivolto alle macchine agricole) e vi propongo questo interessante articolo dedicato all’open source ecology.
http://www.ossblog.it/post/7660/lopen-source-come-base-dello-sviluppo-rurale?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+Ossblog%2Fit+%28ossblog%29&utm_content=Google+Reader
Riflettevo che sono progetti interessanti, ma non so quanto reale sia il risparmio a lungo termine e che credo siano pur sempre prototipi. Sarebbe interessante poi vederne un uso sul campo, cioè ad un contadino normale.. vedremo.
Io sono del parere che i progetti aperti hanno molti più aspetti positivi che negativi. Li hai citati tu e altri si ritrovano in qualche articolo fa..
Sicuramente sono da favorire, ma al mondo di oggi sono spesso ostacolati dal tipo di economia e di politica che ci domina.
Nell’ambito della sicurezza vorrei evidenziare un paio di cose.
Prendiamo un esempio pratico. Molto comune in questi giorni.
Apple vs Android [tengo a sottolineare che comunque non tutto il sorgente di android è disponibile 😉 ]
Apple: ha dalla sua parte degli ingegneri di tutto rispetto. Son stati in grado di dar vita ai sistemi mac e al sistema ios. Il sistema è chiuso, nessuno può avere il sorgente. Da questo punto di vista è sicuro, perch nessuno può spulciare le sue righe di codice. Ma con complicatissime tecniche di reversing si può tutto sommato trascriverne uno abbastanza simile. Quindi interpretabile e comprensibile dai guru del settore e dai malintenzionati che possono utilizzarlo a scopi malvagi.
Queste protezioni sul codice ci impediscono comunque lo sviluppo libero [installazioni di programmi esterni ecc..] e ci impediscono di sapere che cosa realmente fa il dispositivo.
Android: codice sorgente libero. Visibile e comprensibili a tutti quelli che sono in grado di comprenderlo ;). Può essere studiato e anali8zzato da qualcuno che vuole migliorarne la sicurezza così come da qualcuno che vuole violare la sua sicurezza. Essendo aperto a tutti ci sono più rischi, perchè non c’è l’ostacolo del “reversing”. D’altro lato però, una volta trovata e annunciato la falla di sicurezza basta poco per sistemarla, perchè coloro che lavorano sul codice sono molti di più dei dipendenti apple. Infine, bè, io posso sapere esattamente come è strutturato e cosa fa nel dettaglio ciò che ho in mano.
Ormai in agricoltura sono i problemi diritti di autore ,
basta pensare i semi che si usano e che uno non ha il diritto di ripiantarle l’anno successivo , ma deve ricomprarli nuovi e pagare le licenze di chi ha prodotto questi segni , basta pensare ai semi di Monte Santo ci sono venduti senza diritto di potere ripiantarmi , o peggio ancora piante che danno semi sterili
ahaha Fabrizio hai colto un tasto molto dolente!!!Non farmici pensare!