
15Total shares Facebook LinkedIn TW Email WApp Telegram AbbonatiConvertire un valore di tensione è un’esigenza abbastanza particolare che viene a valle della progettazione di un sistema più o meno complesso. Come abbiamo visto diverse volte, l’alimentazione è una sezione cruciale del circuito, il cui funzionamento può inficiare o determinare praticamente ogni aspetto della vita di una scheda. È fondamentale scegliere il convertitore corretto e non soltanto per il valore di tensione che deve erogare; è indispensabile sceglierlo in relazione al suo principio di funzionamento perché comprendere profondamente l’elettronica analogica all’interno di un convertitore consente di fare la migliore delle scelte possibili. Ecco i convertitori a confronto. Come dicevamo in apertura, e come tutti gli ingegneri sanno bene, comprendere l’elettronica analogica […]
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Caspita se siete diventati svelti a soddisfare le richieste… Complimenti. Grazie.
Però se parlate di magnetizzazione e demagnetizzazione dovreste far vedere qualcosa sui materiali ferro/dia/paramagnetici e spiegare quali sono in uso in questi casi se no ci si confonde, o si rischia di…
Grandissimo articolo Piero! L’argomento cade proprio a pennello per un progetto che ho in mente! 😀
Anche a me è molto utile in questo periodo. Ottimo tempismo.
Buongiorno pur essendo un utente platinum non riesco ad accedere all’archivio EOS-Book con tutti gli arretrati tanto meno agli articoli completi online. Invece una volta loggato riesco a commentare gli articoli anche se parziali.
Grazie
Antonio Bertoldi
Salve Antonio,
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Ringrazio PIero per questo bel articolo sui convertitori, vorrei aggiungere per completezza che vi sono altri convertitori , a cui avrei dato un pochino di spazio, che vengono usati tuttora che sono il buck-boost converter e il Cuk converter. Entrambi possono essere derivati come l’unione del buck e del boost in modo appropriato. Mentre il buck-boost trova largo impiego in quanto può generare tensioni non vincolate dalla tensione di ingresso Vin, il secondo è meno comune, questo è dovuto al fatto che in passato vi fosse meno documentazione riguardo il Cuk.
Il “buck boost” è stato trattato, sia nella versione base (non isolato), sia nella versione isolata (il flyback).
Il Cuk forse non è stato trattato perché è un convertitore a due stadi, mentre qui sono presenti solo le tre configurazioni base (o a singolo stadio). Sicuramente Piero può darci delucidazioni in merito.
Magari sta preparando qualche qualche articolo sui convertori a più stadii o comunque con configurazioni particolari, tipo Cuk, Zeta, Sepic, i risonanti, ecc.
Interessante mi porta a riconsiderare un opinione sbagliato su una certa circuiteria per alimentatori….grazie
ah scusa volevo vedere l’alimentatore da 150w ma il link non funzia…..grazie
Credo ci sia un errore: nel converitore buck (o forward), la tensione di uscita è inferiore a quella di ingresso e non superiore come invece scritto!. La formula è corretta, e se si considera che il tempo di accensione dello switch (ton) non può superare il periodo di ripetizione degli impulsi (T) è ancora più evidente l’errore nella frase descrittiva che la precede. Non credo sia un errore tipografico perché quando si parla del boost (topologia usata appunto per ottenere una tensione di uscita maggiore dell’ingresso) si dice proprio “questa topologia propone, come la precedente, un valore di tensione in uscita superiore a quello in ingresso.”
Sarebbe stato utile poi, per completezza, mettere anche lo schema del boost e non solo la descrizione, per poter meglio capire le differenze con le altre topologie.
Va comunque detto che non è semplice riassumere in poche righe la trattazione dei convertitori quindi complimenti comunque.
Avrei anche una richiesta: perché non scrivi un articolo sul progetto di un flyback? Si potrebbero così approfondire le problematiche legate al progetto del trasformatore e le limitazioni sulla scelta dello switch cui accennavi.
Confermo le osservazioni sul buck converter fatte da Gianluca. Per quanto riguarda il flyback veramente sarebbe interessante osservare le problematica di progetto. Qualche volta ho avuto la possibilità di lavorarci su e dover dimensionare uno snubber, ma sta di fatto che più si sale in potenza con uno stadio flyback e più il rumore che si genera diventa difficilmente gestibile. Complimenti per il resto come sempre!