Cos’è l’Internet of Musical Things

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L'Internet of Musical Things è un campo di ricerca emergente che studia i dispositivi IoT dedicati all'esecuzione di performance musicali e che possono permettere un nuovo tipo d'interazione tra musicisti e pubblico o tra musicisti e altri musicisti. Gli oggetti musicali (Musical Things) possono essere strumenti musicali smart oppure dispositivi indossabili che permettono di ottenere esibizioni più coinvolgenti per il pubblico e per gli artisti stessi. In questo articolo parleremo di come l'IoMusT possa apportare delle significative innovazioni in ambito musicale sia da parte di chi produce musica, sia per chi l'apprezza. 

Introduzione

Il concetto di Internet of Things (IoT o Internet delle Cose) è ormai noto alla maggior parte di noi. Le sue applicazioni spaziano dalla domotica all'industria automobilistica. In breve, il concetto dell'IoT è che qualsiasi oggetto può essere potenzialmente collegato alla rete Internet sviluppando la capacità di comunicare informazioni su sè stesso e ad accedere alle informazioni fornite da altri dispositivi. E se vi dicessi che ora possiamo parlare anche di oggetti musicali (Musical Things)? Immaginate di andare al concerto del vostro artista preferito e che all'ingresso vi propongano degli occhiali, un braccialetto o addirittura una felpa "smart". In un primo momento sareste confusi e scegliereste uno dei tre senza pensarci troppo e senza sapere che la vostra scelta determinerà l'assistere a una performance musicale completamente diversa!

Lo so, questa introduzione è ancora molto vaga, ma abbiate un attimo di pazienza. Supponiamo che abbiate scelto di indossare gli smart glasses, una volta iniziato il concerto vi accorgerete del fatto che alcuni elementi del palco cambiano colore a tempo di musica sotto il "controllo" del tastierista. Se invece state indossando il braccialetto sarete in grado di percepire sulla vostra pelle il vibrato prodotto da un violino o i ritmi della batteria. L'ultima ipotesi rimasta è la felpa, cosa avrà di speciale? Questa nasconde nel cappuccio una coppia di altoparlanti che all'arrivo del tanto atteso assolo di chitarra saranno in grado di elaborare la musica che state ascoltando in tempo reale con l'aggiunta di effetti audio in altissima qualità. Non siete ancora sorpresi? Quando inizierete a ballare insieme al resto della folla, tutti i dispositivi smart indossati comunicheranno le informazioni relative ai vostri movimenti per attivare le macchine del fumo e le luci sul palco.

Questo è solo uno dei possibili scenari ipotizzabili quando si parla di Internet of Musical Things (IoMusT), un campo di ricerca emergente che sfrutta l'IoT, nuove interfacce per l'espressione musicale, Ubiquitous Music, interfacce uomo-macchina, arte partecipativa e Intelligenza Artificiale applicata alla musica. Per ritornare al nostro esempio precedente, tutti i dispositivi coinvolti nell'esibizione a cui avete assistito, vengono chiamati Musical Things che dal punto di vista informatico sono definiti come "dispositivi informatici capaci di rilevare, acquisire, elaborare, attuare e scambiare dati a scopo musicale." Tutti gli strumenti musicali del nostro ipotetico concerto erano di fatto strumenti musicali smart, e i gadget che avete indossato sono degli haptic wearables, approfondiremo la natura di questi dispositivi nel corso di questo articolo.

L'ecosistema IoMusT

Come potete immaginare, offrire un'esperienza come quella del concerto a cui avete assistito nell'esempio non è un'impresa facile, richiede l'intervento congiunto di numerose tecnologie che formano l'ecosistema dell'Internet of Musical Things. Uno dei punti focali di questo progetto è proprio quello di permettere ai musicisti di comunicare e condividere la loro musica in qualsiasi momento e ovunque, come gli utenti di altre categorie di IoT. I ricercatori si pongono un'importante domanda: per quale motivo le esperienze smart sono, a oggi, molto limitate per i musicisti?

Dal punto di vista tecnologico, una delle possibili ragioni risiede nell'assenza di un'infrastruttura IoT che sia capace di supportare le interazioni tra musicisti. Mancano strumenti in grado di connettersi a Internet e capaci di comunicare tra di loro e con altri dispositivi smart. Un altro motivo è la mancanza di un'infrastruttura di connettività appropriata per supportare le interazioni a livello musicale. Tutto ciò è realizzabile solo con la presenza di alcuni requisiti fondamentali rispetto al dominio IoT. Quali?

  • Comunicazioni a bassissima latenza e ad alta qualità per ottenere esperienze multimediali realistiche online
  • Meccanismi di sincronizzazione fondamentali per i musicisti al fine di comunicare tra loro e che non sono ancora realmente presenti nelle tecnologie IoT a oggi

L'ecosistema IoMusT coinvolge un certo numero di utenti che partecipano all'esperienza musicale (sia musicisti che spettatori), provider di servizi e informazioni e piattaforme IoMusT progettate ad hoc.

Possiamo distinguere tre componenti principali di questo ecosistema:

  • Musical Things: gli oggetti musicali vengono considerati in tutto e per tutto una sottocategoria degli oggetti dell'IoT perchè ne possiedono di fatto tutte le principali caratteristiche. Si tratta di dispositivi dotati di sensori, attuatori e software per raccogliere , analizzare, ricevere e trasmettere dati. Gli oggetti musicali vengono utilizzati per produrre contenuti musicali o per osservare fenomeni associati all'esperienza musicale. Possono essere connessi attraverso reti locali o remote e operare come sorgenti o ricevitori di informazioni. Nella categoria dei Musical Things rientrano gli strumenti musicali smart, gli haptic wearables (dispositivi indossabili "tattili") o qualsiasi altro dispositivo collegabile alla rete in grado di controllare, generare o tracciare le risposte ai contenuti musicali.
Figura 1: esempi di componenti di un ecosistema IoMusT

Figura 1: esempi di componenti di un ecosistema IoMusT

  • Connettività: l'IoMusT necessita di un'infrastruttura di connettività che supporti comunicazioni wireless multidirezionali tra Oggetti Musicali, sia remote che locali. Ricordiamoci che desideriamo che questo scambio di informazioni avvenga in tempo reale quindi questa infrastruttura deve assicurare comunicazioni a bassissima latenza, alta affidabilità e sincronizzazione tra i dispositivi connessi.
  • Servizi e applicazioni: questo aspetto è estremamente importante per quanto riguarda i musicisti, gli ingegneri del suono e il pubblico. Le applicazioni permettono agli utenti di interagire in modo diretto con gli Oggetti Musicali. Per esempio, i servizi di supporto possono permettere agli utenti di connettersi agli strumenti musicali smart via web. Questo potrebbe aiutare i fan a restare aggiornati su cosa e dove un musicista stia suonando. Potrebbe anche aiutare chi studia musica fornendo un'analisi in tempo reale sugli errori commessi. Gli strumenti musicali potrebbero connettersi a social media come Facebook o Twitter in modo da permettere ai musicisti di condividere la propria musica.
Figura 1: possobili interazioni tra musicisti, pubblico e dispositivi

Figura 2: possibili interazioni tra musicisti, pubblico e dispositivi

Strumenti musicali smart

Arriviamo ora nel vivo di questo articolo e parliamo di uno dei protagonisti dell'IoMusT: gli strumenti musicali smart. Sono una famiglia di strumenti musicali proposta da Luca Turchet, informatico con competenze di sound design, nell'interazione uomo-macchina, tecnologie musicali, compositore professionista e fondatore dei Mind Music Labs, compagnia con base a Stoccolma che si occupa di sviluppare tecnologie di comunicazione applicate a strumenti musicali e processori audio. Il suo obiettivo è quello di creare nuovi modi per colmare il divario tra musicisti e tecnologia, cambiando il modo di imparare, creare, registrare musica. Questi dispositivi sono capaci di scambiare direttamente informazioni di carattere musicale tra di loro e comunicare con una vasta rete di dispositivi esterni come smartphones, dispositivi tattili, visori per la realtà virtuale o le attrezzature presenti sul palcoscenico. [...]

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Una risposta

  1. Avatar photo Filippo Graziani 5 Gennaio 2022

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