Un Motore Scacchistico (o Chess Engine) è un programma in grado di giocare (molto bene) a scacchi. Con l’evoluzione della tecnologia, dell’hardware, dei linguaggi di programmazione e, perché no, della mente umana, i software che sanno giocare a questo nobile gioco sono diventati sempre più forti ed imbattibili, fino a superare l’uomo. Qual è il Chess Engine più forte al mondo? Lo scopriremo in questo articolo.
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Prima di dire quello che voglio mi urge fare una premessa che è fondamentale: questo articolo è stupendo.
Ritengo sia interessante, approfondito ma soprattutto tratta un argomento che non conoscevo e che mi fa molto piacere leggere.
Detto questo, però, non capisco una cosa: non sembra anche a voi che il gioco degli scacchi non c’entri più molto?
Voglio dire, trasformare un gioco di logica, di riflessione, di matematica ma soprattutto di metodo, un gioco di inventiva ma anche di conoscenza e di esperienza in un esercizio di programmazione non è un po’ riduttivo?
Io ho sempre pensato che il gioco degli scacchi, per quanto difficile e per quanto rappresenti una sfida, sia un gioco molto limitato. Mi spiego meglio: il numero di caselle è fissato, il tipo di mossa che ciascun pezzo può fare è sempre uguale. Questo vuol dire che matematicamente esiste soltanto un certo numero di mosse possibili. Chiaramente si tratta di un numero di mosse molto grande perché in effetti le possibilità sono tante ma comunque limitate.
Se i matematici me lo consentono, direi che si tratta di un’infinità numerabile.
Ecco, allora la mia riflessione si basa sul fatto che forse trasformare il gioco degli scacchi in un esercizio di programmazione del motore più veloce e più efficiente nella risoluzione potrebbe essere la risposta al fatto che il gioco in sé si è esaurito.
Nella storia delle competizioni, soprattutto per il numero di anni che questo gioco si è giocato in tutto il mondo, probabilmente, forse, tutte le possibilità sono state esaurite.
E allora, questo esercizio di programmazione, può essere considerato un modo per rivitalizzare un’attività “morta”?
Io non sono un grande giocatore di scacchi e per me rappresenta sempre una grande sfida ogni partita e sono sicuro che questo gioco continuerà ad insegnare concentrazione, metodo e strategia a tutte le generazioni umane a venire.
Ciò nondimeno, i professionisti di questo gioco forse avevano bisogno di una sfida diversa.
Non trovate anche voi?
Concordo con Piero
Ma non bisogna dimenticare che per secoli il gioco degli scacchi ha rappresentato il simbolo delle capacità computazionali della mente umana.
Sapere che ora un insulso insieme di transistor risulta vincitore, anche se l’ingegno dell’uomo si è trasferito nel SW che li fa “vivere” rende la bocca un po’ amara.
Però fa anche capire che l’uomo non è sempre e comunque al centro dell’Universo. Un bagno in una vasca di modestia non può che fare del bene.
Complimenti all’autore dell’articolo.
I giornalisti esagerano, se no non vendono copie. Lo sappiamo.
Ma definire gli scacchi morti mi pare assurdo.
http://www.scacchierando.it/notizie/rassegna-stampa-su-caruana-alla-sinquefield-cup
Si può stupire ancora dopo tanto tempo.
La penso come te.
Gran bell’articolo, complimenti all’autore.
Avete letto questo articolo?
http://cattaneo-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/06/16/e-se-il-problema-fosse-proprio-il-test-di-turing/
Sono d’accordo con Piero.
Ma certamente ancora di più con Boris!
Da scacchista dilettante posso dire che nel gioco fra “esseri Umani”, entrano in gioco molte variabili che non sono la sola computazione delle mosse ma nel modo di giocare lo scacchista trasferisce la sua personalità.
Ecco allora che nel gioco entrano in ballo caratteristiche “Umane” e quindi fuori dalla computazione.
Una mossa che a successive analisi si dimostrerà scorretta può indurre l’avversario ad accettare uno scontro che può portarlo alla perdita della partita.
Questo si vede ancor più fra campioni che si conoscono o che conoscono la personalità dell’avversario.
C’è poi l’effetto tempo che per un computer è trascurabile ma per un “Umano” influisce in modo determinante.
Per uno scacchista poi giocare contro un computer è di una noia senza fine….
Quindi scacchi SI ma senza PC.
Sergio