
Lo scorso luglio c’è stato il Better Embedded 2013; lo scopo è stato quello di far incontrare quanti più professionisti nel campo dell’elettronica e della progettazione possibile. L’occasione è stata ricca di tante iniziative ed anche noi eravamo lì ed abbiamo portato il nostro contributo per parlare dei Micro-Electro Mechanical System (altrimenti detti MEMS) e di progettazione ai tempi della globalizzazione. Ecco i nostri contributi.
ATTENZIONE: quello che hai appena letto è solo un estratto, l'Articolo Tecnico completo è composto da ben 1692 parole ed è riservato agli ABBONATI. Con l'Abbonamento avrai anche accesso a tutti gli altri Articoli Tecnici che potrai leggere in formato PDF per un anno. ABBONATI ORA, è semplice e sicuro.

Addirittura lo avete diviso in due parti questo intervento?
Ragazzi, quanto parlate…. 😀
No, dai… Scherzo: non vedo l’ora di leggere l’altro e questo mi è piaciuto molto!
Ho guardato tutto con attenzione ma non credo di aver capito tutto specialmente la parte del micromachining. Cioè, sarebbe a dire che ci sono strati che vengono eliminati e strati che restano? Ma come si fa a farli rimanere sospesi?
Puoi spiegare meglio quella figura con i condensatori? Non ho capito che c’entra…
Poi volevo chiedere un’altra cosa: visto che sono stati nominati gli aerei senza pilota, praticamente questo vuol dire che i MEMS svolgono tutte le funzioni che il pilota svolge un aereo normale?
sì, abbiamo avuto la necessità di dividerlo perché così era certamente più facile la lettura, meno pesante e comunque vedrete nella prossima puntata che il taglio pratico mal si conciliava con tutta la teoria che serviva quantomeno enunciare. 😉
Per quanto riguarda le tue domande, innanzitutto grazie.
Gli strati sacrificali sono, se mi passi la superficialità dell’espressione, elementi di “appoggio” per cui una volta che è stato creato lo strato strutturale, che è quello che davvero interessa, appena sovrapposto, la rimozione selettiva degli strati che non interessano davvero si può fare tramite acidi altamente specificati.
Non è una magia il fatto che rimanga sospeso ma dipende semplicemente dal fatto che ha raggiunto la stabilità strutturale tale per cui non subisce spostamenti o danneggiamenti (entro certi limiti).
La figura in cui sono indicati i condensatori serve a spiegare il principio di funzionamento della misura. Se da un lato è semplice, in linea del tutto teorica, calcolare la variazione di capacità dovuta allo spostamento tra le armature, perché aumenta l’estensione del dielettrico (aria), dall’altra, in realtà, questa misura è affetta da errori. Oltre al fatto che piccole variazioni rischiano di essere difficili da rilevare.
E pertanto la soluzione migliore è quella differenziale, ovvero predisporre due capacità identiche nelle quali si verifichi una variazione duale cioè sostanzialmente una aumenta esattamente della stessa quantità di cui diminuisce l’altra.
Si tratta di una configurazione esattamente identica, concettualmente, a quella di un amplificatore operazionale.
Per quanto riguarda la tua ultima domanda, la risposta è sì. I MEMS servono anche a questo, ma non sono naturalmente gli unici sistemi che vengono impiegati…
Il motivo, comunque, è facile da intuire: il solo fatto di non avere impiegato in una missione, soprattutto se ad alto rischio, del materiale umano sia per l’industria bellica sia per le economie statali rappresenta una diminuzione non soltanto dei fattori di rischio ma anche dei costi.
Sostanzialmente così si può giocare alla guerra diminuendo le perdite potenziali…
Ma, se ci pensi,non è una funzione poi così innovativa dal momento che all’interno dei velivoli la tendenza è quella di automatizzare tutto. 🙂
Un articolo ben fatto! Mi sono copiato la lista dei vari materiali e reagenti perché è comodo averli tutti su un’unica pagina per poi elevarne pregi e difetti e giustificarne gli utilizzi nei diversi casi.
Una cosa non citata nell’articolo è però la grande partecipazione italiana alla diffusione di sistemi MEMS.
Qui un video di super quark dove se ne parla: http://youtu.be/nQ1pHjiyVOA
Ora controllo se nel frattempo avete pubblicato anche la seconda parte dell’articolo. Non ho avuto internet per un mese ed ora ho un sacco di articoli da leggere prima di rimettermi alla pari 🙂
Immagino tu ti stia riferendo a Bruno Murari a cui viene attribuita l’invenzione dell’accelerometro con la ST (allora SGS) che poi è diventato famoso in tutto il mondo grazie alla WII.
Interessante il ruolo che ha avuto l’Italia con la SGS, ha lavorato su una tecnologia della Fairchild (buona parte dell’elettronica moderna parte da li) ha realizzato un componente innovativo ed è riuscita ad inserirlo in un prodotto vincente la WII tramite la quale si è fatto conoscere in tutto il mondo. Da quel punto i tutti (smartphone in testa) hanno voluto un accelerometro (o mems) all’interno.
Oggi purtroppo la ST non è più completamente italiana (mi sembra al 50% francese) e la sua leadership nei mems è seriamente contrastata da Analog Devices che in questa anni ha realizzato degli oggettivi veramente interessanti.
P.S. il prossimo articolo sui MEMS è schedulato per il 5/11 nel frattempo puoi leggere gli articoli passati:
http://it.emcelettronica.com/elettronica/etichette/mems
Ti ringrazio.
Sono contento che l’articolo sia piaciuto che possa essere utile.
No, in effetti la partecipazione dell’Italia a questa branca della scienza non era in scaletta. Perché sostanzialmente si è trattato di un intervento pubblico in cui lo parlare della tecnologia e poi fare qualcosa di più pratico cercando di indirizzarmi verso un’applicazione.
Quindi no, non ho lodato il made in Italy ma soltanto per ragioni di opportunità 🙂
Detto questo, però, visto che ci tiene, di do un’anticipazione: l’Italia sarà assolutamente presente e pervasiva nel prossimo articolo sui MEMS, in cui vedremo tutto questo applicato.
E vale la pena di dire che sarà proprio ST (che, in effetti, è italo-francese) la protagonista. 😉
Ciao sono nuovo (mi sono iscritto tipo 10 minuti fa), non mi risulta tanto quello che dici, dagli articoli che ho letto recentemente il 2012 è stato un duello tra Bosch ed St che hanno scavalcato la Texas Instruments.
Allego un paio di articoli a riguardo:
http://www.i-micronews.com/news/Top-30-MEMS-companies-STMicroelectronics-Robert-Bosch-rise,10320.html
http://press.ihs.com/press-release/design-supply-chain/its-tie-bosch-and-stm-hold-joint-honors-no-1-mems-suppliers-2012
Sono sensibile al tema, mi piacerebbe lavorare nel settore dei mems, e avere i due maggiori attori “vicino casa” mi da abbastanza speranza (Bosch Sensortech ha sede non lontano da Stoccarda se non erro).
Ciao Mr Wolf,
ti ringrazio della segnalazione 🙂
Personalmente non ho mai utilizzato (ne preso in considerazione) soluzioni Bosch, molto probabilmente perché in Italia è distribuita solo da Rutronik ed io sono stato seguito per anni principalmente dalla Silverstar/Arrow che ovviamente mi ha presentato soluzioni ST, Analog e Freescale.
Indubbiamente i grafici segnalati parlano chiaro anche se, nel settore non riesco a percepirne la veridicità…. non mi aspettavo certo di vedere Freescale, ne tantomeno Analog Devices così in basso. C’è da dire anche che il grafico si riferisce al fatturato (escludendo le “foundry revenue”) e comunque non mi sono mai fidato troppo 🙂
Considera che in (quasi) tutti i seminari sui microcontrollori ai quali ho partecipato, ogni casa ha fatto la presentazione iniziale mostrando un grafico dove è leader, semplicemente ragionando per fatturato, oppure pezzi venduti, oppure incremento di fatturato oppure incremento di pezzi venduti, oppure riferito agli 8bit etc.
Poi, nel grafico che mi segnalo vedo aziende come Canon e Denso, che sinceramente nemmeno sapevo facessero MEMS.
Ripeto, questa è la mia percezione del mercato.