
Nuova Elettronica è la più famosa rivista elettronica d'Italia. Ormai rivista storica, Nuova Elettronica è in edicola dal 1969. Ma è ancora "nuova"?
Alcuni "rumors" su Nuova Elettronica
Da buon progettista elettronico e blogger, sono molto attento a quello che accade nel mondo dell'elettronica, certo in inglese, ma frequento anche newsgroup e forum italiani.
Proprio da questi mi è capitato di leggere commenti decisamente contro alla rivista Nuova Elettronica.
Le critiche erano rivolte soprattutto al fatto che è una rivista statica, che NON si rinnova da parecchi anni, che ripropone ciclicamente alcuni articoli che "non ce se la fa più", e come sia sempre più orientata alla vendita dei kit.
Nel dibattito veniva comunque sempre fuori che è la rivista di elettronica numero 1 in Italia.
(Wikipedia riporta una tiratura di 150 000 copie al mese, roba da far impallidire tutte le altre riviste di elettronica d'Italia... messe insieme!)
Non sono l'avvocato difensore di Nuova Elettronica
Certo che no, ma il mio pensiero è che tali critiche sono giuste, ma vanno viste in un'ottica più ampia.
In Italia non esiste nessuno paragonabile a Nuova Elettronica e nonostante tutte le considerazioni precedenti, quando esce un kit di Nuova elettronica, è sicuro che è funzionante.
Anche io ne ho acquistato uno anni fà ed appena acceso ha funzionato (poi l'ho distrutto io per sperimentare, ma questa è un'altra storia ).
Quindi sarà pur vero che il layout della rivista è sempre lo stesso (più o meno), sarà pur vero che vogliono vendere i kit (perchè no, se ci spiegano il loro funzionamento, ci illustrano lo schema elettrico e poi... i kit funzionano anche!) ed è inoltre vero che alcuni articoli possono dare l'idea della solita minestra, ma bisogna considerare che questa redazione (il leader mi sembra sia sempre Leonardo Righini) è in piedi dal 1969 ed è dal 1969 che produce articoli di elettronica.
Se penso all'articolo sulla Magnetoterapia (Nuova Elettronica Magnetoterapia) ed a quello sul microprocessore Z80, oppure a tutti gli articoli scritti sulle valvole, sul segnale televisivo, sull'amplificazione audio etc. etc. c'è da impallidire, come blogger e come progettista elettronico. Questa è la storia dell'elettronica.
Quindi, a mio avviso, sono giuste le critiche, ed è anche giusto che vengano considerate dalla redazione di Nuova Elettronica per migliorare quanto finora svolto, ma anche di tutto il resto bisogna darne atto.
Il futuro dell'elettronica in una dimensione nuova
La speranza è quella di vedere dei cambiamenti nella rivista, perchè la "sostanza" cè ma l'elettronica si è sviluppata talmente velocemente che non si può sperare di "vivere" nel Vintage (leggi valvole).
L'elettronica oggi è ARM, FPGA, Linux Embedded, Zigbee, Bluetooth, Ethernet, Usb etc.
E di questo anche l'hobbista sta iniziando ad accorgersi, vedi Arduino.
Meravigliosa scheda programmabile in C con tutte le periferiche immaginabili disponibili, interne al micro, sulla scheda o in moduli separati.
Un augurio affichè L'Elettronica sia davvero Nuova con Nuova Elettronica è il mio pensiero, da lettore e vecchio collezionista della rivista dal numero 1 (quando ahimè avevo più spazio ed ancora non si digitalizzava niente).

Questo e’ quello che ho pubblicato io su it.hobby.elettronica nel Novembre del 2002:
Ho visto lo schema del vs. lettore di SIM-CARD pubblicato sul no. 212 pag.
36 e mi ha meravigliato molto il fatto che abbiate inserito un PIC anche in
questo semplice progetto.
Ci sono schemi altrettanto validi che funzionano benissimo senza PIC, se
pero’ mi sfugge la necessita’ d’uso di questo PIC, sono disposto a
ricredermi se sarete in grado di spiegarmela chiaramente.
Con rammarico devo constatare che seguite una politica che, a mio avviso, vi
portera’ alla progressiva disaffezione dei vs. lettori, cio’ mi dispiace
perche’ tempo fa trovavo sempre qualche spunto interessante leggendo la vs.
rivista.
Se continuerete su questa strada, prevedo che presto sarete costretti a
chiudere i battenti, avete iniziato a non piu’ pubblicare i disegni dei
circuiti stampati con la scusa che era impossibile, per i dilettanti, fare i
circuiti in doppia faccia, questo puo’ valere per i circuiti piu’ complessi
ma sicuramente non vale per quelli piu’ semplici che si possono fare
tranquillamente usando pochi ponticelli.
Ora state abusando nell’uso dei componenti programmati per obbligare i
lettori ad acquistare i vostri kit, questo puo’ anche starmi bene dato che
ognuno fa la politica che ritiene piu’ opportuna ma, in questo caso, la
rivista diventa un catalogo di kit ed i cataloghi non si pagano (o si pagano
poco).
Dovete prendere atto che nell’era d’Internet non si puo’ piu’ continuare a
comportarsi come quando Internet non c’era.
Spero che vogliate prendere seriamente in considerazione quanto detto e vi
saluto cordialmente.
Ciao Celsius
Senza dubbio la rivista suscita una forma di rispetto, tutti abbiamo imparato tanto da Nuova Elettronica, ma questo rispetto non può essere ad oltranza.
Credo sia ora che la redazione inizi a sposare delle idee innovative, altrimenti la curva continuerà a scendere.
Bisogna poi considerare che il panorama delle riviste di elettronica italiane non è il massimo per un progettista elettronico.
Io ad esempio leggo Elektor (versione inglese, nota bene
) e leggo anche Circuit Cellar ed ogni tanto EPE e Nuts’and Volts, a queste aggiungo le varie pubblicazioni delle case madri (gratuite) come Maxim Journal, Freescale Beyond, Linear Tech, Microchip e Atmel Journal, insomma mi rimane poco tempo per le riviste italiane, ma tanto quanto basta per notare l’enorme differenza.
Perche le redazioni di Nuova elettronica, ma anche delle altre riviste di elettronica, non cercano di prendere spunto dalle riviste di elettronica internazionali sopra citate?
Comunque il messaggio è chiaro, mio, della rete, dei commenti a questo articolo:
c’è bisogno di innovazione in Nuova Elettronica e nelle riviste di elettronica italiane in generale.
E anche se a volte riusciamo a leggere degli ottimi articoli (vorrei citare un corso pubblicato a puntate su Elettronica IN sugli Alimentatori Switching)
i lettori italiani di riviste di elettronica DEVONO poter stare al passo con i lettori internazionali/inglesi, ovviamente facilitati nella lettura dalla lingua inglese,
la rivista che saprà confrontarsi alla pari con Circuit Cellar (ad esempio) potrà a mio avviso sicuramente raggiungere in Italia tirature a 5 zeri.
Antonio,
la notizia dell’acquisizione di Circuit Cellar da parte di Elektor sinceramente mi suscita più preoccupazione che stupore, primo perche i monopoli non sono quasi mai una buona cosa, secondo perche a me finora la rivista americana è piaciuta, dal prossimo mese chissà… vedremo la linea editoriale.
Comunque sono fiducioso, considero Elektor la Nuova Elettronica internazionale (vabbè la nuova elettronica dei tempi andati).
Riguardo a EPE io mi riferisco a Everyday Pratical Electronics e la reputo una buona rivista, anche se non ne ho letti molti di numeri, non la trovo assolutamente scandalosa…
Riguardo alle 150000 copie di Nuova Elettronica riportate da WP, io ci credo, ai tempi d’oro della rivista ogni giornalaio ne aveva piu di 10 copie. Oggi le cose sono sicuramente diverse.
Ma veniamo al punto:
sicuramente le riviste inglesi sono “cool” ma bisogna ammettere che sono all’avanguardia nella scelta degli articoli e dei progetti.
Inoltre una rivista tradotta, comunque “perde” sia quel fascino originale (le traduzioni dall’inglese nell’elettronica producono spesso frasi… diciamo complicate) che quella novità quotidiana alla quale il web ci ha ormai abituato, mi sembra che elektor italiana esca dopo alcuni mesi, quando ormai molti hanno letto l’articolo sulla rivista originale, altri hanno comprato il pdf della rivista dal sito elektor.com e (forse la stragrande maggioranza) se l’è scaricata dal mulo.
E proprio qui volevo arrivare, siamo in un epoca dove sul web si trova tutto, lecito (come ad esempio nei blog) e illecito come nei vari p2p, se le redazioni delle riviste (e questo vale per tutti) non puntano sull’innovazione, sui contenuti originali e nel coinvolgimento dei lettori, la curva continuerà a scendere.
E vedere (generalizzo) sempre il solito tutorial sull’RS232 o la scheda RELE’ (dtmf o usb che sia) sicuramente non aiuta.
Ciao Fabulus,
il mio pensiero è chiaro, si evince dall’articolo, profondo rispetto per la rivista Nuova Elettronica, perche sono consapevole che ha fatto la storia dell’elettronica amatoriale ( e non solo) in Italia, ma se non si adeguano ai tempi (microcontrollori, open source, nuove tecnologie etc.) questo primato lo perderanno definitivamente!
Per quanto riguarda il panorama delle riviste di elettronica in Italia, la rivista che preferisco tra tutte è Firmware.
E’ quella che più si adatta ai miei interessi in elettronica, cioè i microcontrollori.
Ho letto il tuo articolo ed anche io non sono molto d’accordo.
E’ vero che oggi la vita è molto frenetica rispetto agli anni ’70, tutto va piu veloce anche grazie ad internet, ma questo non vuol dire che siccome tutto và veloce, noi non riusciamo ad avere tempo per gli hobby, è sempre il solito discorso relativo ad essere padroni del proprio tempo.
A livello professionale posso dirti che anche oggi si sperimenta e molto (sempre in relazione al budget, oggi come allora) e che se 20 anni fà si lavorava sulle millefori, oggi si lavora sulle demoboard ARM, se si andava da GBC a comprare i componenti, oggi si comprano online da Farnell…
Se poi si salda di meno, è normale, con un click possiamo comprare per pochi dollari tutte le schede che vogliamo e sperimentare direttamente con il firmware c o assembler.
Il ritorno di moda degli amplificatori valvolari fai-da-te , ad esempio, è un chiaro segnale che l’hobbista è vivo!
L’Elettronica E’ Open Source
Leggo con interesse la tua lettera aperta a Nuova Elettronica, ma sinceramente non riesco a spiegarmi la politica aziendale della rivista.
Sacrificare la straordinaria tiratura di 150000 copie della rivista per vendere un pò di kit? ne è valsa la pena?
Ho letto con molto interesse i commenti sulla rivista .
Io ho cominciato a leggerla dal primo numero ed ho continuato sino a qualche anno fà .
Per mè, ma per molti altri è stata la base della nostra conoscenza in materia .
E’ sicuramente vero che non fanno progetti nuovi, ma purtroppo mancano le idee, non certo su come costruire, ma che cosa .
In tanti anni, ho potuto vedere su NE delle cose rivoluzionerie (es. il frequenzimetro, se non lo facevano loro, non l’avremmo avuto per altri 10 anni .
Il solo lato che proprio non brillavano erano le radio, in tutte le loro sfumature, ma non si può fare tutto!
In quanto ai Kit, ora ed allora,costano sempre meno delle singole parti, e non tutti possono disporre di un negozio di elettronica nei dintorni .
Non parliamo dei circuti stampati, se li farei a casa, mia moglie probabilmente mi ammazzerebbe .
E poi,quanti dei loro lettori, sopratutto giovani, hanno la voglia, ma sopratutto la competenza di manipolare il Software .
Secondo mè si sono adeguati ai tempi, nessuno ormai ha la pazienza di perdere mesi per una realizzazione casalinga, debbo quindi assolvere in maniera completa i realizzatori della rivista .
Ps Ho lavorato svariati anni come manutentore di apparecchiature elettroniche, anche medicali, le novità le ho viste solo sulla loro rivista, la documentazione tecnica è un’altra cosa e non do loro competenza . Cosa se ne fà un ragazzino di un Datasheet di un integrato o simili .
Anche a mè piacerebbe qualcosa di nuovo, ma che cosa ?
Caro Antonio,
spiega meglio a cosa ti riferisci…
Per quanto mi riguarda, posso dirti che come trovo il tempo ho intenzione di dire la mia anche su altre riviste di elettronica, quindi probabilmente parlerò anche delle tue 🙂 ma preferirei farlo in un articolo dedicato per non uscire fuori tema “Nuova Elettronica”
Grazie ancora per aver espresso le tue opinioni!
Caro anonimo,
è buona educazione presentarsi quando si entra in una discussione, e come anonimo, non lo hai fatto, inoltre è maleducazione usare parole offensive.
Questo è un blog aperto, ed in particolare questi commenti sono relativi alla rivista Nuova Elettronica, quindi, se vuoi dire la tua puoi farlo, ad esempio presentandoti, usando parole adeguate e rispondendo con un @ o direttamente con il comando “rispondi” al messaggio a cui ti riferisci.
Ho letto con interesse questi commenti su N.E. Non voglio però giudicare N.E. che reputo ormai obsoleta rispetto ai tempi vorrei esprimere un giudizio sulle giovani rampanti riviste che molti aclamano e, vedo, ne sono anche pubblicatori di articoli….
Anche io ho imparato le basi su N.E. e devo dire che gli articoli su transitor, mosfet, operazionali e altro sono insostituibili. Ma avete visto con che mediocre qualità le giovani riviste quali Elettronica In, Fare Elettronica etcc spiegano queste cose? I famosi “corsi” che pubblicizzano o tutorial, come va di moda chiamarli, altro non sono che mere traduzioni di data sheet o riassunti di libri di testo di ingegneria: si stanno ancora proponendo corsi basati su “Tanzilli”. Ho acquistato molte riviste negli anni che mi porto appresso ma la qualità delle spiegazioni che ho trovato su N.E. non ha paragoni.
Si dice che N.E. è obsoleta e vive solo per vendere kits ma almeno quando scrivono …spiegano.
Cari amici , essere open source , siginifica dare tutto il supporto necessario alla realizzazione di uno schema , tipo software ,schema,descrizione,analisi,consigli
GRATIS
, non il semplice schema.. con il resto lo devi pagare a caro prezzo ,
dovreste chiamarvi Electronics advice , non open surce.
Mi dispiace doverlo dire, ma alla fine cio che conta sono i soldi.
Caro Luigi,
non è chiaro il soggetto del tuo commento…. a chi ti stai riferendo?
Ce l’hai forse con noi dell’Elettronica Open Source (perche?) o con Nuova Elettronica (perche?), la rivista oggetto dell’articolo?
Salve,
non so bene a cosa ti dedichi Luigi, però sono molto sicuro che non sei integrante di nessuna comunità opensource.
non voglio ne difendere EOS ne NE, ognuno adotta il metodo che crede più opportuno per vivere e/o sopravvivere.
però, tornado a quello che affermi, credo che da nessuna parte c’è scritto che l’opensource è gratis.
opensource = sorgenti aperte
un prodotto opensource, può essere sicuramente distribuito gratuitamente,
però anche può essere commercializzato, e il suo codice sorgente mantenuto aperto e appoggiato da parte di comunità non lucrative.
opensource NO! non deve dare un bel niente a nessuno,
nel 90% dei progetti opensource , semplicemente si pubblicano le sorgenti del software in siti che ne permettono la divulgazione gratuità (sourceforce,googlecode,koder,codeplex,pund,codeproject,ect)
dopo sono le persone che credono i quei progetti,che investono il loro tempo, gratuitamente, ed apportano al progetto, traduzioni, manuali, beta tests, support, ect
facendo si, che il progetto segua il suo percorso evolutivo o giunga all’estinzione o semplicemente sia ispirazione di altri progetti opensource.
l’opensource permette agli addetti ai lavori , avere un’analisi e una visione totale del processo logico trattato dal software o hardware in questione, e mai, un dovere da parte degli sviluppatori di dare supporto agli utenti.
In alcuni casi molti prodotti opensource, brindano di sufficiente documentazione, e quasi sempre, è un’apporto della comunità, gli sviluppatori già apportano sufficientemente, rendendo pubblico il codice , conseguito con sforzo e lunghissime ore di lavoro.
Credo che è proprio compito di chi usa quei software o hardware, regalare un po del loro tempo apportando alla comunità come si può.
e credo che, più che affermare che EOS non è opensource,
magari sono proprio gli users come te a non essere opensource,
pretendendo prima ancora di apportare.
Un saluto a tutti,
Maurizio
“Non chiederti cosa l’America puo’ fare per te, ma cosa tu puoi fare per l’America”
Quando ero ragazzino Nuova Elettronica fu il primo approccio al settore.. Poi i miei studi mi fecero approfondire il tutto e NE mi ha accompagnato, spesso con begli inserti (ricordo ancora quello sui dissipatori di calore che ho usato sia profesisonalmente, sia poi in sgeuito didatticamente).
Vedere una evoluzione della testata ed a un miglioramento (purché sia reale), non può che fare piacere ed esere costruttivo per tutti gli appassionati del settore, specie oggi quando valide riviste non ne esistono più. Tutto solo computer e elettronica dimenticata, con i patiti messi all’angolo.,…
Per cui speriamo bene e atendiamo con impazienza e fiducia.
Seguo da tanti anni Nuova Elettronica, ho acquistato alcuni kit quando potevano essere considerati didattici e/o convenienti, purtroppo da alcuni anni sembra essere cambiato lo spirito della redazione il cui risultato si vedra’ se i lettori continueranno a seguirla anche nel futuro.
Sarei interessato a sapere cosa ti hanno risposto, comunque N.E. non è più quella di una volta, ma da parecchio tempo.
Da ragazzo non nè perdevo un numero, aspettavo con ansia quando doveva uscire per paura di perderne un numero perchè andava esaurito, poi via via ha cambiato politica o meglio ha preferito indirizzarsi sulla vendita dei kit rispetto alla diffusione del sapere elettronico.
@Leonardo Righini
> il pic serve come password ,dentro c’è una parte della poesia del
> “sabato del villaggio” di Giacomo Leopardi . Ci passa solo un segnale
> per abilitare la seriale.
Non mi sembra che la poesia serva per leggere le SIM-CARD e la password (se abilitata) e’ contenuta nella SIM.
> E’ stato fatto da un collaboratore esterno
> di NE per cui NE come fa di solito compra il pic programmato da lui ,
> come una sorta di percentuale sulle vendite . Ecco la spiegazione
> amico.
La remunerazione si puo’ fare anche senza l’uso di PIC, se poi serve il PIC sarebbe consigliabile mettere a disposizione degli utenti almeno il file .Hex, se l’autore non vuole mettere a disposizione il sorgente, ma anche questa riserva mi sembra eccessiva se si tratta di dispositivi elementari. Senza i sorgenti cosa puo’ imparare chi acquista la rivista?
> Esattamente la stessa cosa che proporrei a te se mi presenti un
> progetto interessante o credi che il tuo lavoro non valga nulla?
No, ma possiamo accordarci su un prezzo equo. Comunque non credo che pubblichiate molti progetti di tecnici non vostri dipendenti, io ho provato a contattare altre riviste che notoriamente pubblicano progetti di lettori ma ho constatato che il compenso e’ irrisorio e le formalita’ sovrumane, tali da scoraggiare anche il piu’ entusiasta.
> La rivista è una sorta di catalogo e non c’è nulla in questo di
> disonorevole . Rispetto al catalogo ti spiego come funziona il
> progetto e ti accompagno.
Mai detto che sia disonorevole, ma in questo caso il prezzo della rivista deve scendere notevolmente.
> Se invece non sei in buona fede e sei fra
> quelli che non si vogliono impegnare e scopiazziano e rivendono per
> conto loro i progetti proposti da altri, dio ti aiuti se rimarrai da
> solo, come farai a sopravvivere? . Noi riceviamo richieste 2 o 3
> volte alla settimana di mercanti che ci chiedono solo l’elettronica e
> poi la mettono dentro ai loro contenitori e la rivendono col loro
> marchio ..
No, sono proprio il contrario di quanto ipotizzi, io ho una mia pagina di progetti gratuiti ed ho pubblicato numerosi miei progetti in rete su vari siti.
Si sa che ci sono i copiatori, nel mio piccolo e’ gia’ capitato varie volte anche a me che si copi un mio progetto facendolo passare per proprio, ma questo solo in ambito amatoriale. In ambito professionale credo che esistano gli strumenti per far valere i propri diritti.
sembra che la maggior parte di persone che sono su questo forum vivano nella luna oppure dicono le cose che dicono indotte da una rivista concorrente ( forse la verità e questa ) . Io quando leggo un suggerimento da parte di un lettore valuto prima l’idea poi quanto questa idea appassiona la gente . Io sono un bravo critico perché non sono legato alle cose che propongo . E questo mi da la massima obbiettività non sono un radioamatore (secondo i miei studi giovanili sarei un controllore del traffico aereo ) ma capisco i radioamatori . Se il progetto non si fa è perché c’è poca gente che è interessata a questo argomento . Noi lo sappiamo bene perché ci arrivano le email di disdetta all’abbonamento da parte di radioamatori che sono ormai vecchi e ci chiedono di smettere perché sono ciechi o la mano trema o…altri problemi Quando invece presentiamo un progetto open frame come le interfacce usb per mille scopi avete visto qualcuno con una idea originale ? io no . Eppure abbiamo dimostrato che con una unica interfaccia si potevano fare tanti strumenti interessanti . Avevano anche i sorgenti …Il problema non è la rivista che è cambiata è cambiato il lettore e il mondo attorno a lui , molta gente ha assunto posti di responsabilità e il tempo che prima dedicava alla rivista non c’è più e piano piano ci sia allontana da alcune cose a favore di altre . I padri non hanno instillato la voglia del fare nei figli e quindi abbiamo una generazione di WEBMASTER o una generazione di copiatori . Addirittura non riescono neppure a disegnare un transitor perché ricopiano i nostri disegni . Io sono assolutamente ottimista perché alla fine tornano tutti da noi perché tanto vi abbiamo promesso tanto vi abbiamo dato …
Gratuito è la parola magica del web . Il tempo che tu impieghi sul web chi lo paga ? il tempo che io impiego sul web a risponderti lo paga chi ha comprato un kit chi ha fatto un abbonamento chi ha comprato una rivista . Se sei onesto intellettualmente prova a capire chi paga il tuo tempo. Non certo Bonanni anzi lo ammiro perché sfruttando la vostra verve e la mia tira su quei quattro soldi di pubblicità che lo aiuta a campare . La parola giusta quindi non è gratis ma è campare . Sento la tipica verve di chi non è abituato a gestire le persone o aziende ,quelli che sul lavoro degli altri la “fanno facile” anno le risposte a tutte le cose tipico di quelli che operano con i soldi degli altri SENZA RISCHIARE NULLA . Ciao amico , fenomeno del “SI PUÒ FARE” ……
pensate che circa 15 anni fa si era formato un specie di movimento da parte dei lettori di una “certa età ” che ci dava contro perché ,affermavano, facevamo troppo digitale . Esattamente le stesse cose che leggo qui . Avete mai visto quanto è brutta una rivista piena di codice ? E’ illeggibile secondo noi . Secondo noi la soluzione si risolve con un progetto abbinato a un cd rom multimediale , stiamo lavorando in quella direzione con soluzioni aperte ma non ai pirati copioni .
Grazie ma NE non può tornare a 40 anni fa perché non si può e perché non c’è più la mentalità dell’inventore . Era tutto da fare e si poteva fare con pochi mezzi e con soluzioni interessanti . Oggi è interessante poter verificare la possibilità di
riprendere progetti fatti con componenti vecchi e rinnovarli con nuove soluzioni . Spaziare sui controlli ambientali ( di inquinamento da ultrasuoni per esempio nessuno ne ha mai parlato ma noi si nella riv.245 ), strumenti di misura tipo wattmetri , misuratori di irraggiamento per il fotovoltaico etc..Termometri a termo-pila , DRM per chi vuole fare del radio ascolto sul digitale , Theremin professionale per chi vuole spaziare su sonorità fuori dai canoni ufficiali . Al sottoscritto ricordo piaceva un kit che era avanti di 30 anni ed era “ti accendo la radio a 1000 Km di distanza ” pensate che interesse ha avuto allora, 3 kit venduto in 5 anni!!!! … Credetemi quello che cercate è lo spirito di 40 anni fa, ma quello c’è sempre in noi . Il problema che molti hanno 40 anni in più e cominciano a guardarsi indietro . Era bello inserire nella propria auto l’accensione elettronica oggi non c’è spazio per quasi nessun accessorio home made nell’auto pena il disastro ( infatti presenteremo prossimamente un bellissimo kit per auto e per smanettoni ) perché la macchina perde la garanzia e potrebbe non partire . Comunque amici ,noi andiamo avanti e le nostre E-mail sono sempre a vostra disposizione e ricordate che noi rispondiamo a tutti .