Dire in giro che la pirateria informatica non è un furto è qualcosa che al giorno d’oggi suonerebbe come totalmente insensato e privo (quantomeno) di buon senso. Ma la verità sta nel mezzo, perché spesso i problemi non vengono analizzati nella loro complessità, ma vengono solo accarezzati superficialmente, preferendo accettare (o non) quanto imposto o stabilito.
Una comune contraddizione
La contraddizione è insita nella natura umana. Cosa dire di uno Stato che vende liberamente sigarette con l’accortezza però di scrivere a caratteri cubitali sulla confezione che “il fumo uccide”? Ma la lotta penale alla pirateria mi ricorda molto più da vicino un altro grande paradosso della società odierna: imponiamo limiti di velocità e sanzioni molto severe per i trasgressori ma continuiamo a produrre macchine che superano di gran lunga quei limiti.
Non è forse che la pirateria informatica conviene a chi sta dietro alla produzione di masterizzatori o agli operatori che gestiscono i contratti internet (prima dell’avvento dei social network, il motivo principe per allacciare una connessione era la possibilità di scaricare)?
Dietro chi difende questa legge del resto c’è anche molto egoismo: i cantanti ad esempio sono i primi a schierarsi contro chi compra cd masterizzati (offendendo così la loro arte) ma sarei curiosa di sapere se loro stessi non hanno mai scaricato un film, un programma per PC o un gioco non originale. Così si comporta anche il collezionista che compra e paga quanto gli interessa (‘io i CD li compro tutti originali, sono un appassionato’) e saccheggia quanto definisce di solo intrattenimento.
Pirateria informatica: una metafora senza senso
La pirateria informatica è definita, universalmente, con l’accezione condivisa di furto: un termine pesante, che diventa anche stridente quando si usa il verbo, rubare. Il ladro è una figura senza dubbio spregevole, anche perché subdola e vigliacca, quindi l’accostamento ad un tale vocabolo evoca sempre sentimenti di disprezzo.
Ma la pirateria informatica è davvero un furto? Non tutti la pensano così (e non mi riferisco agli adolescenti smanettoni che non hanno cognizione di tutto quello che c’è dietro ai dieci euro risparmiati). Oggi vi propongo a tal proposito il parere di due persone che certamente non sono sprovvedute in materia anche perché sono il primo un esperto di legge e il secondo un esperto di informatica.
Il primo è il sociologo giuridico Stefan Larrson: nella sua tesi ‘Metafore e normative – Capire la legge sul copyright in una società digitale’, ci spiega che queste metafore stanno in parte mantenendo intatto il divario tra i canoni delle persone e la legge. La pirateria ha anche un lato estremamente positivo, cioè quello di permettere a tutti di usufruire di qualsivoglia sapere e conoscenza, oltre allo svago.
È dunque open source? Non nel senso pieno del termine, poiché i contenuti non vengono modificati e migliorati, ma di certo vengono resi fruibili. Tornando al nostro sociologo svedese dell’Università di Lund, è facile condividere con lui che la metafora del furto per la pirateria non ha senso: nel file sharing il materiale non viene perso, ma copiato, quindi non sottratto all’autore o al proprietario, come nel caso di un quadro o di una macchina; quindi, concettualmente, l’approccio cambia.
Anche nella pubblicità contro la pirateria che passano al cinema viene scritto a caratteri cubitali: “Non ruberesti mai un’auto, non ruberesti mai una borsa, non ruberesti mai un televisore”.
È come se qualcuno rubasse sì la vostra macchina ma in realtà voi la teneste ancora in garage. Il Copyright è un aspetto regolato dal diritto contrattuale (e quindi rientrante in un ambito civile): perché allora la pirateria è punita penalmente? Se è vero dunque che legalmente la pirateria va comunque riconosciuta e presa in considerazione non si può tirare in ballo la fattispecie del furto, che ha presupposti diversi.
Tra gli esempi citati c’è quello dello scrittore sudamericano Paulo Coelho: alcuni anni fa egli realizzò una traduzione russa del suo libro più famoso, “L’Alchimista”, senza l’autorizzazione del suo editore. Il risultato immediato fu che le vendite in Russia schizzarono prepotentemente da 1000 copie a 1.000.000 di libri venduti.
E veniamo al parere di Markus "Notch" Persson, creatore di Minecraft. L’idea di base per smentire l’accostamento della pirateria al furto è pressoché la stessa vista sopra: rubare significa sottrarre il legittimo proprietario di un bene, mentre la pirateria genera una copia dell’oggetto. E rispetto all’idea della pirateria come di qualcosa di illegale perché in grado di ridurre le vendite, Persson evidenzia che anche una cattiva recensione ha lo stesso effetto ma non per questo motivo viene punita dalla legge.
Pirateria, furto e plagio: quali sono le differenze
Chiudiamo con un altro esempio pratico e, a mio parere, emblematico per spiegare tre termini che spesso vengono confusi o usati impropriamente: pirateria, furto e plagio. Immaginate un maratoneta che si ritrova solo alla griglia di partenza: al momento dello sparo parte, senza concorrenti. E così dopo un faticoso percorso, arriva a tagliare il traguardo. E’ pronto a salire sul podio ma accade qualcosa:
- Furto: qualcuno lo sorprende alle spalle e corre con il suo trofeo (certo un maratoneta che si lascia rubare il premio da un ladro in corsa è paradossale ma è solo un esempio!)
- Plagio: qualcuno, che non ha corso e dunque non ha fatto il minimo sforzo, è accanto a lui sul podio e riceve lo stesso identico premio.
- Pirateria: il maratoneta alza la coppa, intorno ci sono altre persone che alzano in segno di vittoria un foglio con stampata l’immagine della coppa che lui possiede.
Oggetto di tutela è, nel caso della pirateria, il diritto d’autore, ma avendo questo carattere astratto e non materiale non si vede come la fattispecie possa essere accomunata a quella di furto. Sappiamo che la questione è di quelle “forti”: chiudiamo quindi precisando, anche in vista di un eventuale dibattito, che in questo articolo non si vuole incitare alla pirateria ma solo proporre una diversa visione concettuale del termine. A questo proposito anche il nome “pirateria” appare improprio e opportunamente creato per esasperare l’accezione negativa: parliamo di “copia di un prodotto originale per condivisione”. Se assistete ad uno scippo potete condannare, legalmente e moralmente, il ragazzo preso sul fatto ma non per questo potete incriminarlo per rapina a mano armata.
Chi di voi non ha mai scaricato un film, un cd o un videogioco? Se sì, pensavate di commettere reato o agivate nella piena sicurezza (e consapevolezza) di condividere?
OK dai, commentate pure come anonimi 🙂
Copiare non è rubare. Solo a chi conviene diffondere questo messaggio lo fa per il proprio tornaconto (non dell’autore) e semina terrore (ingiusto e ingiustificato)
Penso seriamente che la pirateria informatica o altro tipo di pirateria sia stimolata dalle stesse case produttrici di software o firmware o altro, per un semplice motivo, la diffusione. Perchè dico questo? Ricordo che la diffusione di molti software o sistemi operativi è stata effettuata per lo più attraverso programmi copiati, vedasi Windows oppure Autocad, o altri programmi famosi come Office, perchè tutti avevano il protocollo di scambio dei file, il primo programma che acquistai per videoscrittura fu Wordstar, ma pochi lo conoscevano e avevo parecchie difficoltà a dare i miei file ad amici o per lavoro a scambiare il file perchè non poteva essere letto con programmi della Microsoft.
In fondo la pirateria è come un virus, la casa produttrice prima lo diffonde e successivamente crea l’antivirus per non farlo replicare più, a volte l’operazione riesce, altre volte un po’ meno.
Giusto è proprio di diffusione che si parla… ricordo che la stessa cosa fu fatta per i decoder di tele + alla fine si riusciva a clonare perchè anche loro lo volevano..dovevano farsi un nome..
E nonostante tutto la gente comunque compra : ad esempio per i videogiochi call of duty 3 ha fatto il botto poco fa:
http://www.gameparade.net/xbox-360/4601/ icall-of-duty-3-record-di-vendite-ma-problemi-per-la-versione-xbox-360.html
eppure oggi con i video game basta aspettare un pò e si può comprarlo a pochi €…giusto o no che sia moralmente o legalmente..la gente lo fa per convenienza!
Se ci pensate anche la musica..far girare file mp3 pirata serve per far conoscere e diffondere un determinato genere culturale e ad avvantaggiarsene sarebbe proprio l’artista perchè facendo arrivare la propria musica a più persone aumenta la possibilità di farsi conoscere, di avere più fan e quindi più gente ai concerti (dove poi si guadagna di più).
Inoltre, se molti preferiscono scaricare piuttosto che comprare in orginale un motivo ci sarà..la qualità attuale (parlo di musica, il mercato più ‘colpito’) è davvero scadente e non ritengono opportuno spenderci soldi!
Dal mio punto di vista, ritengo sia giusto pagare la licenza d’uso, secondo questo principio: Se è per lavoro continuato occorre pagare chi ha speso del tempo per scrivere il soft. Viceversa, se l’impiego del soft è puramente amatorial/didattico, allora le cose cambiano, si dovrebbe poter ottenere la licenza d’uso o gratuitamente o dietro un versamento simbolico. Questo perché sono proprio gli sperimentatori che danno vita a nuove idee, dove i beneficiari sono proprio i produttori di soft.
Chiedo scusa a chi non la pensa come me.
Saluti.
miomao
e allora per i videogiochi ?? dovrebbero essere tutti gratis 🙂 ..e non chiedero scusa perchè porti un pensiero diverso.. no ce ne assolutamente bisogno dai 🙂 anzi !
Secondo mè è ottima l’idea di un pagamento simbolico per i software utilizzati in modo amatoriale o didattico, d’altronde spesso e volentieri c’imbattiamo in programmini free dove l’autore ti chiede un caffè simbolico per ringraziarlo del suo operato (personalmente offro caffè per un anno, sopratutto se risolve il mio problema).
Odio invece pagare software originali (vedi ad esempio windows) comprati in negozio a prezzo pieno, ma alla fine pieni di bug ed errori, perchè far pagare versioni in fase di testing? Invece lo scarico, lo testo, e poi se funziona lo compro!!!
Meglio apple allora, i sistemi operativi almeno non lo paghi, ma funzionano alla grande, oppure finalmente diamo il meritato valore al mondo open source.
Da programmatore e sperimentatore, la mia classifica di utilizzo di sistemi operativi è la seguente: linux, Mac osx e infine windows.
i giochi? ne ho acquistato solamente uno anni fà, 150.000 lire… brutta esperienza, anche perchè non esistevano aggiornamenti o altro, cosi lo prendi e lo usi, se non ti funziona so cavoli tuoi.
I videogames sono troppo cari, manco se fossero oro, preferisco una pizza con tutta la famiglia.
Io trovo molta differenza anche tra copiare fisicamente un CD o un libro fotocopaindolo e tra un prendere dalla rete.
Prendere dalla rete lo considero un po’ come andare a passeggio e trovare per strada qualche banconota qua e la. Ma le raccolgo o no ? No, ne ho già molte in tasca e a casa appena prelevate dal conto corrente pure bello pieno. Si mi fanno comodo e alcune le raccolgo volentieri.
Mi chiedo invece chi è che smarrisce o peggio deposita per strada così tante banconote, a che scopo, e se non è per pubblicità come è già stato detto allora forse sono perseguibili per istigazione e favoreggiamento alla “prostituzione informatica”. O sbaglio ?
L’esempio di Vittorio sulle banconote trovate per strada rende bene l’idea, anzi direi che è come trovare una copia della banconota: sarà anche falsa ma se non la rimetto in circolo e la tengo per me a chi vado a nuocere? Per quanto riguarda il fotocopiare i libri ho già espresso la mia opinione qui http://it.emcelettronica.com/libri-scolastici-open-source-reale-possibilit%C3%A0-o-un%E2%80%99illusione : )
Dal esempio di Vittorio, mi è venuto in mente un caso realmente successo, inerente le modifiche di alcuni firmware da parte di utenti della rete, dove sono state intentate cause sulle clausole del copyright del firmware, con minacce e persecuzioni di alcuni gestori di siti da avvocati poichè nelle clausole vi era espressamente detto che il firmware non si poteva modificare senza l’assenso della casa costruttrice e che comunque costituiva un operazione non permessa nella parte non open source.
Mi son chiesto, tempo fa, se fosse lecito o meno, in quanto gli utenti modificavano il firmware per uso personale e implementando nuove funzioni, oppure togliendo alcuni limiti del firmware stesso.
Se parliamo di uso personale delle modifiche, senza scopo di lucro, penso che sia paragonabile al fatto che ritrovo una banconota falsa, ma nel caso in cui, decido di far sapere al mondo come sia possibile trovare questa banconota e come utilizzarla per scopo personale, commetto un illecito oppure no?
Ritornando all’esempio dei libri citato da Edi82, non è come se scrivessi appunti sul mio libro?
Purtroppo, c’è da aggiungere, per onesta di cronaca dei fatti, che, alcuni personaggi, hanno utilizzato queste modifiche per fini di lucro, vantandosi di aver creato le loro misteriose modifiche, carpendole dalla rete, ed è rimasta famosa la storia di quel tizio che apparve persino nelle reti televisive nazionali per comunicare la sua scoperta per quanto riguarda iphone.
Secondo la legge dei grandi numeri non hai tutti i torti 🙂
Ricordo anni fa trovandomi ad acquistare una console feci una ricerca sulle caratteristiche tecniche della Playstation Sony e della Nintendo 64.
Ebbene il paragone era nettamente a favore della N64, una potenza grafica molto superiore ma tutti i miei amici avevano la PS (mi avrebbero prestato molti giochi)
Quindi optai per la console Sony.
La N64 fu poi un flop e la Playstation ottenne il successo che tutti conoscete, ma la Sony si lamentava continuamente della pirateria, in effetti con i primi masterizzatori di CD-ROM, copiare un gioco era appunto un “gioco da ragazzi” 🙂
Invece la Nintendo usava le cassette (cartridge), nessuna copia ma nessuna vendita!
All’annuncio quindi della nuova PlayStation, la PS2, mi aspettavo che la Sony utilizzasse dei supporti chiusi, proprietari, vista la volontà annunciata di combattere la pirateria.
MA la PS2 funziona con i DVD. (facilmente duplicabili con i mastrizzatori di DVD ormai arrivati in commercio – quasi in contemporanea – maccheccaso)
QUESTO LA DICE LUNGA su come la pirateria venga sfruttata appunto per diffondere il prodotto (i migliori “starnutatori” sono proprio i pirati che diffondono)
La maggior parte dei casi di pirateria, cui si fa riferimento, avvengono per via informatica e riguardano prodotti riconducibili ad un ambito culturale. La rilevanza penale e l’interesse dell’autorità, dipende dell’evasione di imposte SIAE più che dalla salvaguardia della proprietà intellettuale, che personalmente, pur ricorrendone i termini, non sono mai riuscito a far valere. Considerando che ci muoviamo in un ambito culturale é socialmente ingiusto tassare o limitare in qualsiasi modo la circolazione delle idee e dei media coinvolti in questa azione. Prima di riconoscere il copyrigth rivendico il diritto alla privacy, il diritto di essere risarcito del disturbo arrecatomi dalla pressione della pubblicità subliminale o non richiesta, dell’impatto ambientale di tanti prodotti non solo OGM. Vorrei riavere indietro i soldi del biglietto di molti brutti film che ho visto, ed essere indennizzato del pomeriggio perso e per il malumore conseguente. Voglio anche dire che personalmente sono a conoscenza che Gucci fa le borse e Calvin Klein le cinture perché informato adeguatamente da promotori nordafricani sulla spiaggia di Forte dei Marmi. A chi nota al mio polso il Rolex che ha lasciato mio padre, dico che è una copia cinese. Al legislatore dico di lavorare anche per il progresso e per la gente e non solo per inutili quindi ingiuste tasse.
Il problema della pirateria informatica è anche questa
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/tecnologia/2011/11/17/visualizza_new.html_638136280.html
vabbè questa parte “le macchine con software originali hanno tempi migliori nell’apertura di pagine web (59%) e consumano meno energia, con un risparmio che varia dall’8 al 20%” mi ha fatto fare una grossa risata, sono dati rilasciati dalla Microsoft:)
Parlando di musica:
supponiamo:) che compro un cd originale, per ascoltarlo sull’mp3 copio la musica dal cd sul pc, ma facendo ciò non è più possibile idendificare se la musica è una “copia lecita” di backup oppure truffata. Bisognerebbe fare come le licenze software anche la musica, ma questo palesemente non ha senso.
Software:
a prescindere che tutto ciò che c’è commerciale c’è il corrispettivo open source (certo, un software shareware include tutte le funzione e per poter far lo stesso servono per esempio 5 programmi open source, forse non perfettamente ottimizzati, ma funzionano..) i prezzi spesso sono troppo elevati per un utente, vedi le app dei dispositivi mobile, una gran percentuale di essi sono comprati, proprio per il basso prezzo.
Concludo dicendo che concordo sul fatto che la pirateria informatica non possa essere paragonata al rubare, non si priva il proprietario del suo bene.
Ho sempre constatato che chi pretende che tutto dovrebbe essere gratis, scaricabile ecc. non crea mai nulla, solo copia.
Questo genere di persona non riconosce la proprietà intellettuale, ma prova portagli via una briciola del suo pane e vedrai che senso della proprietà rivela.
I cantanti cadono in una profonda depressione e poi si ammazzano….. I programmatori di software si ammazzano di lavoro e poi cadono in una profonda depressione….. e poi la colpa di queste ed altre mille malefatte ricade, come sempre, sui poveri cittadini oppressi da questa fantomatica “democrazia” che viene largamente professata da parte dei potenti e che viene infranta dalla pirateria intesa in generale. SI!!!!! La pirateria è ovunque!!!!! Il problema di fondo sta nella società in cui viviamo…. ehm, scusate….. SOPRAVVIVIAMO, che è malata! tutto ciò che ci propinano sa di marcio e tutti hanno le papille gustative apparentemente sopite tanto da non rendersene conto. Qualsiasi cosa accada ricade sull’utente che subisce alla fine la beffà dopo il danno ricevuto. Il fatto di COPIARE…. NON RUBARE….. ma COPIARE qualcosa è, nella stragrande maggioranza dei casi, l’impossibilità di poterne fruire per vie “legali”. Chi ha la passione per la musica spenderebbe sicuramente di più di uno malato per i video poker (legalissimi perchè gestiti da concessionari statali!!!) oppure di un accanito fumatore (di nuovo Monopolio di Stato!!!). Il costo dei software in generale supera di gran lunga il valore effettivo perchè dopo pochissimo esce la release successiva che giocoforza rende obsoleta quella precedente costringendoti a comprarla e questo porterebbe a spendere moltissimi soldi anche perchè richiede hardware aggiornato! Chi lavora per la cultura e le arti in generale sono persone come noi che alla fine restano escluse dal godere dei propri sforzi che rendono ricchissimi pochi sfruttatori di molti. Detto questo…. CHI E’ IL PIRATA? CHI COPIA PER NON COMPRARE A PREZZO SPROPOSITATO LA CULTURA O CHI RUBA A CHI CREA CULTURA E POI MUORE NELL’OMBRA? Secondo i grandi questo “rubare” lede gli autori…. non direi proprio!!! Lede gli sfruttatori degli autori che puntano il dito a noi per deviare l’attenzione generale. Un po’ come ha sempre fatto l’America nei confronti degli Stati Arabi camuffando con la diffusione della democrazia atti di spregevole interesse economico e di morte. Quindi tutto questo per loro è vivere democratico, ossia, ti vieto di copiare così lo fai e per vie traverse mi fai guadagnare 1000 volte! In questo modo ricava profitti chi crea (perchè bene o male vende), chi vieta (perchè sanziona) e chi realizza i mezzi per copiare (perchè li fornisce anche a chi crea)…. per loro è democrazia infatti MAGNANO TUTTI……… TRANNE NOI ED I POVERACCI CHE FATICANO PER CREARE!!!!!!! Detto questo vi saluto! 😉
fatto con le donazioni sembra quasi il metodo che usano i cartomanti o i presunti “maghi” come quella che ora lavora a un bar di milano.. nn ricordo il nome.. e quell’altro che invece viene preso di continuo da striscia la notizia..haaha
Il prezzo lo stabilisce chi vende il prodotto. Non è mica il pane, è qualcosa di cui puoi fare a meno. E se lo vende caro e “non puoi”, mettiti nella condizione di poterlo avere se proprio lo vuoi.
Certi ragionamenti sono proposti da chi pensa che tutto gli sia dovuto. Come se quello che “può avere” o “non può avere” non dipendesse da cosa fa o non fa. Ognuno è responsabile delle proprie condizioni.
Anche a me piacerebbe avere una ferrari. Ma non vado a Maranello a gridare fuori dalla fabbrica “Bastardi, fate dei prezzi troppo alti, solo pochi possono acquistarla, non è giusto, anche il barbone che rovista nei cassonetti dovrebbe averla, tutti dobbiamo avere diritto di poter prendere una ferrari!”
Fra l’altro, se potessero averla tutti non sarebbe più la Ferrari. 🙂
So che il paragone è tirato all’estremo, ma anche se un autore ci rimettesse solo € 0,0001 non è giusto, è comunque appropriazione indebita, se il termine pirateria è troppo forte per definire questo genere di parassitismo, comunque la si giustifichi.
Sarò fissato, ma penso che la maggior parte della gente è ignorante e da questo tutto deriva. Voglio che Pausini, Dalla, De Gregori, continuino a scrivere ad incidere ed a fare concerti in giro per il mondo. Mi hanno regalato perle di sagezza che avrei anche potuto trovare nei libri.
Non mi sognerei mai di scaricare un libro di Ken Follet o altro autore che stimo, voglio il libro, se non posso comprarlo aspetto la seconda ristampa. Un tempo accadeva così per i CD musicali o LP, ora non compro musica da tempo. L’ultimo è stato quello di Carmen Consoli “L’eccezione”, comprato perchè mio cugino aveva i precedenti e me li sono fatto copiare, mi sono piaciuti e ho comprato due CD. Quelli copiati me li sono tenuto sono sicuro che a Carmen non dispiace e questo mi basta, perché nel mio piccolo ho contribuito.
Stessa cosa per Wikipedia a cui ho donato 5€, non volgio un mondo senza Wikipedia.
Ho in sviluppo un software con repositor su gitorius, nel wiki ho chiesto agli interessati di spedirmi, materiale, a supporto dello sviluppo. Quali microcontroller, programmatori, e ho fatto una lista minimale. Sapete quanti mi hanno contattato? Nessuno (non è il nome di una persona).
Mentre Emanuele mi ha spedito il programmatore in cambio di una recensione dello stesso. Questo mi ha permesso di andare avanti nello sviluppo. Sapete quanti hanno collaborato? Nessuno (come sopra).
Eppure sul sito di arduino si faceva di un gran parlare, ci vorrebbe questo, quello, ma possibile che non c’è una interfaccia grafica decente per “avrdude”.
Quando questa è stata creata e richiedeva l’impegno di altri, non si è fatto più niente. Io non posso creare un interfaccia per ogni microcontroller, richiederebbe troppo tempo per una sola persona. Allora ho fatto in modo che per fornite supporto per altri microcontroller di casa Atmel è sufficiente creare delle interfaccie e inserire questa e un file nel posto giusto, cosa che può essere fatta da molti con un pò di buona volontà.
Girando per il web ho trovato altri che mettono le loro risorse sul web e chiedono un donazione, ma questi dice che gli hanno donato 1€ che ha scoperto provenire da un suo amico.
Quindi se le cose stanno così è la massa che vuole che stiano così, vuole le major, le software house miliardarie, ecc, ed io che la penso diversamente faccio parte di una minoranza che quindi non conta nulla.
Ciao.
Dato che i programmi sono separati, quindi con meno funzioni e di conseguenza più semplici fai prima ad imparare questi che un unico programma con tante funzioni nascoste da trovare, per non parlare delle infinite icone da interpretare, vedi photoshop o i programmi cad.. certo quest’ultimi hanno più possibilità di personalizzazione perchè professionali, ma io intendevo per home user, quindi ritocchi “banali” e semplici per cui software professionali in gran parte inutilizzati.
Un paragone diretto? Gimp e photoshop, ed un utente inesperto, fagli utilizzare i due programmi: aquisterà più familiarità e subito con gimp che con photoshop grazie alle molte meno funzioni.
Poi esempio per applicare un determinato effetto che gimp non fa: usi un altro programma specifico, magari con poche funzioni specifico per quell’operazione, basteranno pochi clic rispetto a tutti i parametri da impostare in un software professionale..
Il tempo? Sicuramente minore. Lo svantaggio è di avere più programmi, quindi aprire e chiudere, una gran scocciatura, che anche io non sopporterei!
L’utente medio preferisce 100 programmi semplici da utilizzare che un unico e mastodontico programma! Si, proprio così, si scocciano a cercare quella funzione che gli serve, magari nascosta in quel menu.. mentre eseguire passi meccanici risulta più semplice.
Ribadisco:
Nel post precedente parlavo dal punto di vista teorico
Da un punto di vista professionale si, però sai, tutto dipende dall’utente.
Mi spiego: chi fa grafica, per eccellenza usa mac, su questo punto i software open non riescono ad eguagliare.
Per i professionisti: se escludiamo lavori grossi ed “estremi” per cui sono richiesti determinati software…
Per chi fa audio professionale ti assicuro che questi software http://it.linux.wikia.com/wiki/Distro_Audio hanno poco o nulla da invidiare a quelli professionali a pagamento.
Studi di ingegneria civile/edile per software cad, ci sono ottimi programmi free che per chi fa 2D o 3D sono più che sufficienti. Mancano gli effetti per l’emulazioni di viaggi 3D all’interno dei progetti (esempio i video nei videogiochi) non so se mi sono spiegato.
Purtroppo la maggior parte della gente usa e conosce determinati programmi e non cerca altre soluzioni free, anche per questione di tempo o svogliatagine, eppure il risparmio monetario c’è!
O per il semplice fatto che free significa non affidabile e con bug, ma questo non è vero!
Un esempio: come cambiare la windows a linux, quest’ultimo più affidabile, veloce ed efficiente eppure la gente preferisce crackare windows.
Molti ragazzi o studenti preferiscono crackare software invece che cercare soluzioni free.
Questo è lo scoglio maggiore da abbbattere: la mentalità che ciò che è free non è affidabile.
Caro Lukas2011,
tutti i tuoi commenti sono stati pubblicati nel Blog.
Con l’occasione ti invito (a te ed agli altri) a registrarti, proprio per veder subito pubblicati i tuoi commenti, altrimenti dovrai sempre aspettare il consenso di un amministratore, sfalzando a volte i tempi della discussione.
Colgo anche l’occasione per un richiamo generale ad abbassare i toni, come sicuramente sapete, SCRIVERE MAIUSCOLO, equivale ad urlare, ed urlare troppo in una discussione non è mai elegante 😉
Una profonda argomentazione delle proprie idee è sicuramente piu efficace di mille maiuscole.
Un confronto sano e civile aiuta (sia a comprendere che ad allargare i punti di vista) sia i partecipanti diretti che i lettori.
E tutti vi saranno riconoscenti (io per primo 🙂
A buon intenditor…..
ciao, su questo concordo pienamente… ma credo bisogni lavorare su come viene erogato il pagamento al developer.. parlare di donazioni mi sembra un pò troppo “free” certo è che questa è un argomento molto interessante e che riguarda sicuramente il mercato dell’open source futuro… anche se secondo me è abbastanza complicata da gestire la cosa..
Esiste un esempio italiano, di una cantante che non si è voluta adeguare ai compromessi dell’industria discografica, fra le altre malignità che l’industria discografica adotto nei suoi confronti fu quella che portasse ‘sfiga’, facendola allontanare per diverso tempo dalle televisioni e dai palchi. Anche se triste, credo che meriti di essere letta:
http://www.musicalstore.it/INTERPRETI/MARTINI%20BIOGRAFIA%201.htm
probabilmente gli MP3, hanno sostituito le emittenti radiofoniche, perché una volta la radio era molto ascoltata e utilizzata anche in casa e non solo in auto. Se ricordo, il primo festival di Sanremo fu trasmesso solo in radio, anche se in quel tempo ancora non ero nato.
Mi dispiace che tu possa pensare che certi articoli siano messi allo scopo di aumentare le visite al sito perchè questo sminuisce un lavoro di ricerca che è alla base di un buon articolo (sulle cui connclusioni poi ognuno è libero di concordare o meno). Posso dirti che a mio parere hai invertito l’ordine causa-effetto: non ho scritto un articolo per aumentare le visite, è un articolo ben formulato che genera il contraddittorio. Per quanto riguarda la tua osservazione sul contenuto posso dirti che nei miei articoli troverai molte imprecisioni : ) sono solo un’appassionata del mondo IT e non l’ho mai nascosto. Però sono laureata in giurisprudenza quindi permettimi di precisare certe “inesattezze” tecniche che tu hai rilevato: che la pirateria rientri nel penale e sia tratta come furto non si nega, ma quello che si discute è proprio questo approccio normativo. Ritornando all’esempio che hai fatto tu delle macchine (che peraltro è molto pertinente secondo me). Io credo che il “pirata” non sia quello che prenda la macchina senza permesso e gratuitamente ma colui che, ispirato al modello che tu hai creato, ne crea una copia (che magari non farà lo stesso rombo del motore o non avrà esattamente le stesse prestazioni). Hai intitolato il tuo “commento controvoglia”, noi invece ti ringraziamo per essere intervenuto perchè hai reso sicuramente la discussione più stimolante e in modo costruttivo. Speriamo di leggere presto un tuo commento “con voglia” : )
… il mio primo commento (quello contro voglia) era una reazione ad un articolo apparentemente un po’ oltre le tematiche solitamente trattate da elettronica open source. E’ per questo che ci ho visto una punta, piccola piccola, di intelligenza “SEO” (e in questo, ripeto non c’è assolutamente nulla di male! almeno è diverso dalla solita diatriba tra IPhone/Android che si vede in giro…). Nessun intento di sminuire il lavoro di ricerca che hai fatto, sicuramente interessante, né le tue competenze legali sicuramente più che qualificate… Il “superficiale” era riferito al fatto che non ho trovato tracce di analisi critica nell’articolo, ma è stato preso per buono tutto quello che una parte (delle due linee di pensiero coinvolte nel discorso) ha detto.
In particolare mi riferisco a:
“- Pirateria: il maratoneta alza la coppa, intorno ci sono altre persone che alzano in segno di vittoria un foglio con stampata l’immagine della coppa che lui possiede.”
La superficialità è il NON OBIETTARE che la copia pirata è una copia in tutto e per tutto identica a quella originale, mentre nell’esempio il foglio con stampata la coppa è evidentemente un oggetto diverso per caratteristiche, funzioni e origine.
L’esempio della macchina era solo per distinguere una violazione di contratto (civile) da un reato di appropriazione indebita o furto che con il contratto non c’entra nulla (penale).
Anche il fatto di “non perdere l’originale” nell’atto di copiare è una giustificazione paradossale: il valore intrinseco di un’opera non risiede nella sua esistenza su un supporto, ma nel desiderio di fruire di quell’opera. Se lo copi invece di comperarlo certo che hai rubato VALORE alla mia opera. Se fotocopi la Gioconda invece non fai alcun danno, in quanto è un oggetto unico che NON PUO’ essere riprodotto identicamente, ma può solo essere rappresentato… se ne potrebbe parlare per anni senza trovare un accordo.
Comunque il tutto era per dire che mi sarebbe piaciuto leggere non solo il parere dei “piratisti” ma una analisi critica più bilanciata, che lasciasse liberi di scegliere un punto di vista da adottare, tutto qua.
Certo, sei libera di scrivere quello che ti pare, non sei mica sotto obbligo di “par condicio”… era solo per chiarire quello che pensavo.
Grazie Michele per il chiarimento. In realtà l’articolo è “volutamente” di parte perchè l’altro approccio, diciamo quello di condanna, è noto un po’ a tutti. Lo spunto di riflessione era più da questa prospettiva. Comunque è importante sapere che, da utente, avresti preferito una visione più completa e meno di parte. E’ una buona indicazione per futuri articoli.
ps. è sempre più stimolante parlare con un utente che ci mette il nome e a volte anche la faccia!
Ulteriore esempio (divertente) sul perche la pirateria non debba essere demonizzata
Ciao Max33,
concordo il principio base delle tasse: se fossero pagate da tutti sarebbero piu basse.
Ma questo solo in teoria, perche uno dei motivi per le quali la gente ha smesso di pagarle è perche ha visto dove vanno a finire spesso quei soldi…..
Comunque è un discorso complesso ed OT in questo sito.
Ribadisco, concordo con il principio base (paghiamo tutti paghiamo meno)
ma questo però non è applicabile ai diritti di autore.
Primo perche non è (e non deve essere un obbligo) e poi perche dipende dal media ed infine perche i soldi non vanno tutti all’autore.
Questa è una critica alla gestione dei diritti di autore.
Questa è una critica a chi si è servito della pirateria per poi denigrarla.
Le soluzioni ci sono, vedi NIN e Radiohead, oppure iTunes.
Forse sarebbe opportuno che in grandi gruppi investissero energie nelle nuove idee piuttosto che fare cose del genere:
http://en.wikipedia.org/wiki/AACS_encryption_key_controversy
Ricordi?
Il bene è l’opera creata che ascolti, non il CD di plastica, o qualsiasi altro supporto venga usato per diffonderlo o piratarlo. E se vengono fatte delle copie, si porta via parte del guadagno (un bene). Per fare un esempio goliardico utilizzando lo schema del tuo ragionamento, a molti dà fastidio che qualcuno si diverta con la loro moglie, compagna o fidanzata che sia. Immagino che, tu non abbia nulla da obiettare, se qualcuno lo facesse con la tua, mica te la ruba, te la restituisce dopo che si è divertito. :-))
Caro Graziano, la questione è complessa, la tua opinione è verosimile, ma non sempre le aziende fatturano 1M al mese, a volte falliscono anche per colpa della pirateria, e qui si può discutere perché avrebbero sbagliato modello di business…. ogni caso andrebbe analizzato singolarmente.
Stesso discorso per l’operaio ed i piccoli piaceri. Scaricarsi una canzone è un piccolo piacere? Forse è più piacevole farsela prestare da un amico legalmente… Insomma ogni medaglia ha due facce, quello che conta, dal mio punto di vista, è il diritto di autore.
Così come è oggi non ha più motivo di esistere.
Solo per fare un esempio: tempo fa ho ascoltato una intervista a Carlo Verdone, su un suo ultimo film nel quale si sente un brano dei Doors. Gli hanno chiesto: perché hai scelto proprio quella canzone e non Light my Fire , ad esempio? risposta: Perché è una bella canzone e soprattutto costava poco! Mi sembra sia stata pagata 70.000 euro mentre Light my Fire supererebbe i 100.000 euro.
Assurdo!